1. This is the end, my only friend

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Entro col fiatone e in un attimo si crea una piccola pozzanghera intorno ai miei piedi.

Dawson, il proprietario del locale, si illumina in viso vedendomi. L'Interzone è, come sempre, bellissimo e deserto.

- Si batte la fiacca anche stasera, Dawson? -

Lui fa un sorriso un po' mesto e mi guarda con i suoi grandi occhi scuri

- Guarda come ti sei ridotto. Sei fradicio... Dammi la tua giacca -

Scompare nel retro, ritorna con un asciugamano. Me lo appoggia sulla spalla, mi scompiglia i capelli bagnati, mi fa una leggera carezza.

Lo fa sempre. Siamo stati a letto insieme un paio di volte, nel corso della nostra lunga amicizia. Niente di impegnativo, in ogni caso.

Mentre mi asciugo noto che mi versa da bere e mi scruta di soppiatto.

- Ho saputo di quello che è successo con la band. Mi dispiace un sacco. Devi essere piuttosto giù di morale -

Certo che lo sono, ma mi rifiuto di mostrarlo a chiunque. Faccio il gradasso esaltato, che è meglio.

- Giù di morale? Scherzi? Questa cosa è arrivata al momento giusto. Ho già nuove idee, per un.... Progetto solista -

Sulle parole progetto solista mi sale di nuovo il magone. Mi impappino e balbetto qualcosa di inarticolato e stupidissimo, tipo - Ho... Ehm... Ho già pronto... Ah... Qualche pezzo mio -. Pietosa menzogna. E chiunque se ne accorgerebbe.

Chiunque, ma non Dawson, che mi guarda adorante. Crederà sempre a qualunque cosa io gli dica. Crederà sempre in me. Infatti fa un gran sorriso.

- Ma è fantastico, Alex! Mi piace come stai reagendo a tutta questa faccenda -

Poi mi rendo conto che gli sta venendo in mente qualcosa, e prego qualche dio della pioggia per non finire ancora più nella merda di adesso.

- Alex, stavo pensando... Se hai già qualche pezzo pronto, potremmo organizzare un concerto qui! Potrebbe essere una grande occasione per lanciare te come solista e far funzionare questo locale... Che ne dici? -

... Ecco, appunto. Il dio della pioggia, se c'è, è sordo e pensa solo a pisciare su Manchester per divertimento.

Cerco di temporeggiare, non lo so Dawson, ci devo pensare, non ho poi così tanti pezzi, insomma vedremo ma per ora non prendere iniziative. A quel punto voglio solo levarmi di torno per evitare altre proposte scomode. Tipo andare a dormire da lui e cose del genere. Non sono proprio dell'umore giusto. Lo batto sul tempo, ringrazio saluto torno a casa.

Perché a questo punto non c'è davvero nient'altro da fare.

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Vengo svegliato da un suono insistente e insopportabile. Rimango immobile nel letto, pensando che se resto esattamente in questa posizione (a pancia in giù, faccia spiaccicata contro il cuscino, un filo di bava che mi esce dalla bocca) il suono smetterà e io potrò rimettermi a dormire, cervello spento totalmente ancora per un'ora o due. E infatti il suono smette. Per ricominciare circa quattro minuti dopo. Con un grugnito getto in aria il piumone e scendo di sotto per rispondere al telefono. Il pavimento gelido e l'ennesima giornata di pioggia scoraggiano all'istante la mia baldanzosa erezione mattutina.

- Pronto? - ho una voce schifosa, roca, impastata, piena di catarro. Colpa del freddo e delle quaranta sigarette di ieri. Ma tanto per un po' non dovrò cantare, no?

... A quanto pare mi sbaglio di grosso.

- Alex, sono Dawson. Ti ricordi del progetto di cui parlavamo ieri, del concerto da solista, eccetera? -

- Tu ne parlavi, Dawson, non io -

- Sì, ok. Beh, insomma. In ogni caso mi sono messo in contatto con un mio amico che fa il giornalista, sai, lavora al Sun. Gli ho dato la notizia e lui provvederà a diffonderla, in fondo il Sun è il tabloid più venduto d'Inghilterra -

- Aspetta un momento scusa... Che notizia? -

- Che farai un concerto all'Interzone! Fra un mese esatto. Data già fissata. Da oggi inizio la prevendita dei biglietti! -.

Riattacco di colpo e corro in bagno. Il tempo di raggiungere il cesso e vomito l'anima. O è stato lo shock della notizia, oppure l'aria ghiacciata che ha distrutto il mio fragile equilibrio interiore fatto di alcool e panini ipercalorici di Dawson.

Dawson.

Maledizione.

Un mese. Per preparare pezzi che non esistono. Bel debutto solista di merda. Già lo vedo cosa diranno i giornali. Pezzi superficiali. Accordi dozzinali, già sperimentati e sentiti migliaia di volte. L'ennesimo frontman che senza una band alle spalle non vale niente.

E poi che cazzo, ho appena avuto un brutto colpo, voglio un attimo di pausa per elaborare. Digerire. Altrimenti rigetto tutto. Basta musica per un po'.

E invece.

 ...Fottiti Dawson. Fottiti. 

We Love Thighs! Una storia di rock, di losers e di cosceKde žijí příběhy. Začni objevovat