Capitolo 2 - Cena in compagnia e visite inaspettate

ابدأ من البداية
                                    

"I cappotti e le giacche qui, i maglioni qua e lì i vestiti. Tutta la roba pesante la metto qua e quella leggera là..." In breve tempo armadio e comò erano praticamente pieni e tutto ciò che riguardava l'abbigliamento aveva trovato una postazione.

Mentre tirava fuori dal suo incartamento la lampada da comodino passò davanti alla finestra. Con l'oggetto ancora in mano si fermò con sguardo rapito a guardare fuori, le luci esterne che illuminavano i cespugli attorno alla casa. Rimase a fissare per un po' un punto imprecisato sotto la sua finestra, finchè sua madre non irruppe in camera senza annunciarsi, facendo prendere un colpo sia alla ragazza che al cane.

"Jasy!" la ragazza sobbalzò al sentire il suo nomignolo e per poco non fece cadere la lampada. Finn scattò in piedi, tutti i sensi in allerta.

"Mamma! Mi hai fatto prendere un infarto!" Non era certo la prima volta che succedeva una cosa del genere.

"Oh scusa amore! Ti ho spaventata? Ma guarda! Hai già sistemato quasi tutto...non vedevi l'ora eh?" L'ultima frase la pronunciò con un tono strano, rassegnato quasi. Il suo sguardo materno si soffermò su un grande foglio di carta lucida arrotolato su se stesso. Lo prese e lo porse alla figlia. "Questo hai intenzione di appenderlo?"

La ragazza mise la lampada al suo posto e srotolò quella che si rivelò essere la locandina dell'ultimo film uscito della saga di Venerdì 13. La stese sul letto, rimirando uno dei suoi tesori. " No, non credo che l'appenderò...sarebbe un po' di cattivo gusto qui..."

Sua madre sembrò sollevata dalla risposta. "Bene. Sai che non mi sono mai opposta a questa tua "passione" perché non ci ha mai causato problemi, nonostante non la condivida." Si avvicinò alla figlia e le prese le mani "Non mi sono opposta molto neanche quando hai insistito per venire a vivere qui. Ma cerchiamo di continuare a fare in modo che non sia un problema".

"Tranquilla mamma. Non ho intenzione di andare in giro per il bosco alla ricerca di un energumeno con manie omicide." Jasmine abbracciò la madre. "Però io e Jason abbiamo qualcosa in comune, sai?"

"Come? E cosa?" strinse di più la figlia a se, sperando che non dicesse nulla di preoccupante.

"Entrambi vogliamo tanto tanto bene alla nostra mamma" Jasmine sorrise. Ovviamente era sincera, lei adorava i suoi genitori. L'avevano sempre sostenuta e non l'avevano mai obbligata a scegliere una strada che non volesse percorrere.

Anche sua madre sorrise, rilassata "Ora sistemati e scendi, piccola maniaca. Andiamo a cena fuori." Uscì e lasciò sua figlia a prepararsi.

Jasmine stava ancora sorridendo. Riarrotolò la locandina e la conservò con cura nell'armadio, poi si buttò sul letto, guardando il soffitto. "Farò in modo che tutto vada per il meglio."

Si alzò, prese dei vestiti puliti e le sue asciugamani rosse e andò in bagno a darsi una rinfrescata e a cambiarsi. Mise un paio di jeans chiari, sandali alti argentati, una maglietta bianca a maniche corte che cadeva morbida e lunga e faceva risaltare il nero corvino dei suoi lunghi capelli lisci. Mise giusto un po' di rossetto rosa chiaro e un filo di matita sugli occhi. Truccarsi non era una delle cose che faceva con piacere. Una spazzolata ai capelli, prese una borsa a tracolla bianca non troppo grande e poi scese al piano di sotto, accompagnata dal fedele cagnolino, che ormai avrete capito la seguiva ovunque.

Anche i suoi genitori si erano cambiati. Sua madre aveva indossato una blusa nera e bianca e un paio di pantaloni neri, mentre suo padre il classico pantaloni e camicia. Anche Ian si era cambiato la camicia, sarebbe andato a cena con loro. "Con questo caldo tengo sempre una camicia in più in macchina" aveva detto.

Salirono ognuno sul proprio veicolo alla volta della cittadina. Decisero di andare a mangiare in una delle tavole calde. Erano tutti stanchi e non gli andava di aspettare troppo per ricevere le ordinazioni. Si fermarono davanti ad una tipica tavola calda, all'angolo fra due strade. L'insegna luminosa sopra la porta recitava a lettere rosse "Da Horace". Presero posto ad un tavolo per quattro davanti una delle vetrate e attesero di ordinare. I signori Hatefield chiacchieravano del più e del meno col signor Blake, mentre Jasmine tirava fuori dalla borsa il suo J3 grigio con cover azzurra trasparente. Aveva notifiche di praticamente tutte le applicazioni installate e aprendo whatsapp si accorse dei 347 messaggi sul gruppo "JAWS". Il nome era un simpatico acronimo per "Jasmine – Alex – Wendy – Stuart". Alex e Wendy erano le sue migliori amiche, mentre Stuart era il fidanzato di Wendy e il fratello maggiore di Alex. Almeno la metà dei messaggi della chat erano per lei. Le chiedevano se c'era, se era arrivata, che fine aveva fatto e simili. In effetti non aveva toccato il cellulare da quando in macchina si era addormentata.

Welcome to Crystal Lake (ITA)حيث تعيش القصص. اكتشف الآن