6.

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7:00 pm

Salgo sul mezzo affollato e resto in piedi.
Le persone non mi guardano più. Perché?

Mi sento osservata ugualmente, e ad osservarmi è Michael. Mi indica con un gesto della mano di andare a sedermi accanto a lui, e accetto. Accetto, e non so neanch'io perché. Ho paura. Ho paura di essermi innamorata.

-Ciao, Rose.- mi sorride, e sento sciogliermi. Ricambio il saluto sorridendo timidamente, rossa in viso, ne sono certa. Noto la chitarra alle sue spalle. Ora sarebbe proprio il momento giusto di parlarne.

-Suoni la chitarra?
-Da quando ero bambino.
Abbiamo una cosa in comune: anche a me sarebbe piaciuto suonarla sin da bambina. Sarà una cosa buona? Forse è preoccupante.
-Suona qualcosa.
Sono matta, sono totalmente matta.

Succede tutto improvvisamente. La metro si ferma per un guasto e Michael suona. Sarà una cosa anormale, forse, ma in quei pochi minuti c'eravamo solo noi. L'ho immaginato, sicuramente, ma in quei pochi fottutissimi minuti c'eravamo solo io e Michael Gordon Clifford. Io, lui, la chitarra, la sua splendida voce. Solo noi.

È bravo, come pensavo. È bravissimo, bravo è riduttivo. Mi sorride alla fine del brano e io ricambio. Ricambio, sì. Dopo tanto tempo, sorrido veramente, e ad una persona che lo merita.

Mi alzo e mi tengo forte alla sbarra per non cadere.
La metro si ferma.

Metro ; Michael CliffordWhere stories live. Discover now