ANUBI'S DESCENDANT

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« Ora è chiaro il potere dell'imbalsamatore.
[...] "Lascia che i sacri emblemi siano posti nella sala funebre", dice Anubi.
[...] Osiride [...] giace sul tavolo dell'imbalsamazione.
[...] E Anubi dice a Osiride: "Sorgi e vivi! Ecco la tua nuova sembianza!" »
(Testi dei sarcofagi, n°215)

Anubi (anche Anubis, dal greco Ἄνουβις, ellenizzazione dell'originale egizio inpw o anepwInepuInpuAnepu o, più probabilmente, Anapa) è una divinità egizia appartenente alla religione dell'antico Egitto. Era il dio della mummificazione e dei cimiteri, protettore delle necropoli e del mondo dei morti (un suo epiteto era "Signore degli Occidentali"); era rappresentato come un uomo dalla testa di canide.

 Era il dio della mummificazione e dei cimiteri, protettore delle necropoli e del mondo dei morti (un suo epiteto era "Signore degli Occidentali"); era rappresentato come un uomo dalla testa di canide

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Nel costante evolversi del pantheon egizio, Anubi assunse funzioni diverse in vari contesti. Adorato, durante la I dinastia egizia (ca. 3100 a.C. - 2890 a.C.), come protettore delle tombe, finì per assumere anche le funzioni di imbalsamatore, inventore della mummificazione.
Durante il Medio Regno (ca. 2055 a.C. - 1650 a.C.) fu sostituito da Osiride come signore dell'aldilà. Una delle sue mansioni principali era di accompagnare le anime dei defunti nell'oltretomba, per poi compiere la pesatura del cuore decisiva per l'ammissione delle anime nel regno dei morti. Pur essendo una delle divinità egizie più antiche, rappresentate e menzionate, Anubi non aveva quasi alcun ruolo nei racconti mitologici dell'antico Egitto. Era anche il dio protettore del XVII nomo dell'Alto Egitto, il cui capoluogo, Khasa, venne ribattezzato Cinopoli ("Città dei cani") in epoca ellenistica, per il culto che vi veniva celebrato. Anubi aveva numerosi titoli che coglievano i vari aspetti della sua complessa natura:

•"Colui che presiede l'imbalsamazione".
•"Colui che è sulla sua montagna" (intendendo la montagna dove erano scavati gli ipogei sepolcrali).
•"Quello della necropoli".
•"Colui che è nell'ut" (imyutut, o out, era il termine che designava le bende delle mummie).

I principali epiteti di Anubi sono tutti relativi al suo ruolo di divinità funeraria e spesso lo ritraggono come signore del mondo dei morti, nella sua interezza o in una sua parte. A partire dalla sua precoce comparsa nella civiltà egizia, Anubi ebbe almeno cinque epiteti principali: Khentamentyu ("Signore degli Occidentali"), Nebtadjeser o Khentadjeser ("Signore della sacra terra"), Tepydjuef ("Colui che è sulla montagna"), Khentasehnetjer ("Colui che presiede il padiglione​ degli dèi), Imyout ("Colui che è nell'ut", cioè le bende delle mummie, o "Colui che è nel luogo dell'imbalsamazione"). Questi ultimi quattro giunsero intatti fino alle epoche tolemaica e romana dell'Egitto (IV secolo a.C. - IV secolo d.C.).

Agli dèi egizi era vietato fare figli sulla terra poiché ciò avrebbe significato a dare potere alla razza umana e ciò portava una grande sete di potere ad essi.
Anubi però si innamorò di una donna, era bella come il sole al tramonto tra le dune, preziosa come la pioggia nel deserto.
Anubi non resistette alla sua bellezza e fece di tutto per conquistare il suo cuore.
Ci riuscì.
Dal loro rapporto nacque un bambino dagli occhi verdi come il padre, aveva poteri inimmaginabili.
Nessun Dio venne a sapere del piccolo semidio, Anubi era un ottimo bugiardo.
Ma i periodi, belli o brutti che siano, finiscono sempre e la storia di Anubi venne a galla.
Il Dio dovette subire la ira di Osiride che lo punì segregandolo nella piramide più nascosta, sotterrata dalle lande desertiche mentre il bambino venne protetto dal buon giudizio di Iside che lo nascose agli occhi di Osiride.

Oggi, Anubi giace sottoforma di statua di terracotta nella piramide più alta del deserto ma la più nascosta.

"Quando il sole verrà sostituito dalla luna, io resusciterò! E voi pagherete per le vostre colpe, Osiride! La luna è ancora giovane"
Queste furono le ultime parole del Dio.

Nella tomba del dio canide, si pensa ci sia l'incantesimo in grado di riportarlo nello stato precedente alla trasformazione statuaria. La pergamena è relegata da un nastro nero come la notte con suscritte delle rune maledette. Queste sono solo voci e possiamo solo crederci.

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