Probabilmente, rimuginai troppo a lungo sulle parole della mia amica. Quell'affermazione poteva trattarsi di Xavier. Forse provava tutt'ora qualcosa per lui. Eppure, non mi sembrava la soluzione giusta. Hebe voleva veramente vedere felici Wren e il ragazzo. Essendo l'amore un sentimento egoistico, era altamente improbabile che si trattasse di Xavier.
Quindi, era anche probabile che si fosse innamorata di un altro. Ma chi? Escluderei a prescindere i ragazzi della Band e gli amici con cui esce... Uh... E se a Hebe piacesse Lance? Non era così improbabile. Infondo, vivevano sotto lo stesso tetto e anche se litigavano in continuazione non si odiavano...
Quella conclusione mi ossessionò per il resto della giornata scolastica, così tanto che salutai appena le due persone che popolavano i miei pensieri.
Quando Xavier mi venne a prendere, si accorse immediatamente che c'era qualcosa che non andava. Era troppo perspicace quel ragazzo.
«Solitamente non mi impiccio in affari altrui, ma tu mi sembri una che ha bisogno di un impiccione» mi disse riavviandosi la chioma scura con una mano.
«Xavier. Se ti dico una cosa mi prometti di non dirlo a nessuno?» chiesi voltandosi verso di lui che stava con lo sguardo puntato in strada.
«Emh... Non so per chi tu mi abbia preso, ma non sono un confessore o la tua amichetta svampita a cui vai a raccontare tutto.» precisò inarcando un sopracciglio.
«Però sei un amico, no?» insistetti, perché morivo dalla voglia di condividere con qualcuno i miei pensieri. Non sapevo perché trovassi in Xavier la persona giusta a cui dirli.
«Oh! Al diavolo! Avanti spara.» sbuffò facendomi sorridere.
«Tu pensi sia possibile che a Hebe piaccia Lance?» Xavier alzò le sopracciglia stupito, ma ci mise un po' a rispondere.
«Beh, non sarebbe impossibile.»
«Oh» affermai delusa.
«In ogni caso, lui è fidanzato, no?» provò a rimediare Xavier, consapevole di avermi trascinato il mio morale verso il basso.
«Già» mormorai di umore peggiore.
«Però... Non sembra avere un buon rapporto con lei... La sua ragazza intendo.» dissi soprappensiero.
«Che intendi?»
«Cioè, spesso lo trovo di cattivo umore perché probabilmente ha litigato con lei... O quando porto la conversazione su di lei, lui la evita strategicamente sparando idiozie incomprensibili sul suo mondo nerd.» dissi.
«Un momento. Fammi capire. Tu sposti volontariamente la conversazione tra voi due sulla sua ragazza?» chiese lui perplesso.
«Eh? Sì... Certe volte.» balbettai.
«Ma che? Sei masochista?» rise.
«Può essere»
«Dai che siamo arrivati sulla luna.» mi disse Xavier parcheggiando la sua meravigliosa auto e incitandomi a scendere.   

Il Planetario. Un luogo intriso di meraviglia e sogni. Non avrei mai pensato che un museo potesse essere tanto bello.
Xavier mi portò veramente sulla luna e potemmo anche provare a stare senza gravità. Quell'esperienza, mi fece dimenticare momentaneamente dei miei problemi. Adoravo il fatto che con lui fosse sempre così facile, ogni volta che uscivamo assieme.
«Ma porti tutte le ragazze in giro così?»
«Mi sto solo vantando di essere ricco sfondato.» replicò Xavier facendomi l'occhiolino.
Stavamo bevendo del semplice frullato al bar del museo.
«Dimmi un po' di te.» chiesi ad un tratto. Era una domanda che volevo fare da tanto. Xavier, mi incuriosiva.
«Cosa vuoi sapere? Ti ho già detto che sono stra ricco e che non ho problemi familiari o sociali. Sono perfetto.» disse con un ghigno strafottente.
Scossi la testa.
«Allora raccontami di Wren e di te.» Vidi chiaramente che Xavier si era irrigidito alle mie parole.
«Sai, è una liberazione confessarsi.» insistetti indicandolo con la cannuccia del frullato.
«Non è nel mio carattere aprirmi alla prima ragazza gentile che mi si presenta davanti.» disse alzando un sopracciglio scuro.
«Lo sai? Il nostro carattere e il nostro modo di essere sono fluidi che si adattano ai loro contenitori. Ovvero le circostanze. La consistenza è la stessa ma la forma diversa. Considerami un contenitore diverso.» affermai.
«E queste perle di saggezza da dove sbucano?» chiese lui sarcastico.
«Non mi imbamboli con i giri di parole. Racconta.» dissi.
Lui bevve due lunghi sorsi prima di iniziare a parlare.
«L'ho conosciuta al primo anno dell'Accademia. All'epoca ci provavo con lei solamente perché era bella e faceva la difficile.» mi disse.
«Però... Piano piano mi iniziava a piacere sempre di più e ho smesso di essere assillante nei suoi confronti. Sono così diventato suo amico per starle vicino senza essere rifiutato.»
«Ti sei auto friendzonato» dissi in parole povere.
«Non dire così, è una situazione che odio.»
«Hai detto che volevo dichiararti il giorno in cui si è messa assieme al suo ex. Come mai non lo hai fatto dopo che si sono lasciati, allora?» chiesi curiosa.
«Hai una memoria troppo buona per i miei gusti.» replicò il ragazzo facendo una smorfia simpatica.
«Lo so, uno dei miei pochi pregi. Ma tu va avanti.»
Xavier sospirò: «Clay Jarvis è più grande di noi di due anni. Quando andava a scuola all'Accademia, era quello perfetto, senza macchie, senza difetti. Non si parlava mai male di lui a scuola perché non c'era nulla di cui parlare, se non elogi o cazzate simili.»
Annuii comprensiva.
«Cioè, in pratica, dopo uno come lui, Wren si aspetterebbe un ragazzo migliore di lui e io non lo sono affatto...»
«Non pensavo che potessi essere così» affermai stupita.
«Così come?» chiese lui alzando lo sguardo argento su di me.
«Insicuro.» commentai. Xavier rise.
«Non posso avere tutto.» disse. «Nessuno al mondo può avere tutto. Altrimenti si diventa niente.»
«Xavier, non puoi dire sul serio. Sei un ragazzo fantastico, fisicamente, materialmente e caratterialmente... Sei spiritoso, inventivo, geniale, generoso e se posso, anche un po' folle. Sei attraente. Non ti manca niente per poter conquistare la ragazza che ti piace.» affermai risoluta.
«Beh, grazie. Questa dichiarazione non me l'aspettavo.» disse con una faccia buffa.
«Non fare l'idiota! Dico davvero!» insistetti puntandogli il dito contro.
«Azura, ti ringrazio per l'interessamento, ma non voglio rovinare tutto con una dichiarazione che ha solo un no come risposta.» sospirò Xavier senza ripensamenti alzandosi in piedi.
«Mi limiterò a sfruttare il mio essere fantastico fisicamente, materialmente e caratterialmente per rendere la mia giovinezza ricca e indimenticabile.» affermò facendomi l'occhiolino sensuale.
«Sono innamorata di un altro.» dissi immediatamente, giusto per ricordarglielo.
«Anche io. Ma non è un problema, no?» affermò con un ghigno prendendomi per mano e tirandomi verso il suo petto. Il suo respiro caldo mi riscaldava la guancia e mi faceva il solletico mentre mi sussurrava parole all'orecchio irripetibili.

Insicura (COMPLETA)Where stories live. Discover now