Capitolo ventisette - End

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N.a Alla fine del capitolo scorrete all'Epilogo, ho alcune cose da dirvi.


L'ultimo giorno nel palazzo lo stavo vivendo con una strana angoscia. Non riuscivo a concentrarmi e pensare che finalmente tutto quel giorno sarebbe finalmente finito. L'euforia generale aveva contagiato tutti, le serve erano così eccitate e felici che non smettevano un attimo di cantare mentre finivano di pulire la Sala Grande. L'egocentrismo di Deal era arrivato a tal punto da volere un trono solo suo nella parte alta, nel balconcino proprio sopra il trono reale.

Corinne quel giorno neanche si era presentata per svolgere le sue faccende, era stata giustificata dal signorino in persona e ormai era diventata l'argomento preferito dei pettegolezzi di tutte le serve. Non era di certo passato inosservato il peccaminoso abito rosso che le era stato regalato, per di più lo strano avvicinamento con il principino aveva fatto circolare strane chiacchiere tra le mura.

Mentre finivo di lucidare le scale ripassavo mentalmente il piano che avremmo dovuto seguire. Avrei dovuto tenere d'occhio per tutta la serata Jamie, Selene e Benjamin e al momento giusto saremmo scappati via. Semplice. Eppure mi sembrava un'impresa insormontabile.

-Sono già le sei del pomeriggio- mi avvertì Charlotte, toccandomi la spalla con le dite affusolate.

-Finisco l'ultimo gradino e vado a prepararmi- mormorai strigliando forte il pavimento di marmo -Ti ringrazio-

Mi guardò per un attimo di sbieco –Aisleen c'è qualcosa che non va?-

Era la prima volta che Charlotte non mi dava del lei. Il tono che aveva utilizzato era intrinseco di preoccupazione e tenerezza, mi stava parlando da amica.

-No, scusami se oggi ti sono sembrata sovrappensiero è che penso a questo evento e sono molto euforica- mentii nuovamente alla vampira e neanche lei sembrò credermi.

-Dai, ti aiuto- mormorò prima di prendere un vecchio straccio e passarlo sugli ultimi gradini rimasti.

-Lo sai che non devi-

-Ma voglio. Le amiche si aiutano nel momento del bisogno, no?-

Le regalai un sorriso sincero –Hai ragione, grazie-

I tempi con l'aiuto di Charlotte si dimezzarono e in meno di mezz'ora eravamo nelle nostre stanze per prepararci.

Per la prima volta fui io ad aiutarla ad indossare l'abito, le strinsi il corpetto quanto bastava da non soffocarla, le acconciai i capelli in un semi-raccolto e cercai di incipriarle il viso. Alla fine Charlotte sembrava una piccola principessa, il candore della sua pelle faceva spiccare l'abito dal meraviglioso color smeraldo e la maschera che si era preoccupata, interamente coperta di lustrini, era in perfetto abbinamento con il suo vestito.

Fu il mio turno e quando tirai fuori l'abito confezionatomi da Lirit, Charlotte rimase a bocca aperta.

-Oh dio mio! L'abito più bello che io abbia mai visto- esclamò toccando il tessuto candido. Scelta inusuale quella del colore dell'abito: bianco.

La rossa eccitata mi aiutò ad indossarlo, insieme alle piccole ali che facevano parte del mio costume. I capelli si limitò solo a pettinarli e decise di arrossarmi leggermente le guance e le labbra.

-Sembri veramente un angelo- commentò lei con un sorriso non appena aveva finito di tingermi le labbra.

Mi specchiai e contrariamente alle mie aspettative il candore dell'abito non accozzava troppo con la pelle lattea, anzi mi conferiva un'aria ancora più pudica. Sembravo davvero un angelo.

Blood Ties - Il principe dei dannati (#Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora