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Ora come ora sento solo la voce di Ed Shereen che esce dalle mie cuffiette bianche e che mi esclude dal mondo reale, poi sento una mano scrollarmi la spalla e sussurrare qualcosa, apro pian piano i miei occhioni marroni per riconoscere la figura posta davanti a me. Mia mamma.Mi tolgo una cuffietta e la guardo tirandomi a sedere sul sedile dell'aereo.

-Tesoro, siamo arrivati- mi dice con la sua voce dolce ma subito sento Paul che mi grida che siamo a Londra.

-Paul, anche se non me lo gridi nelle orecchie che siamo a Londra fa niente.- gli grido a mia volta. Alza gli occhi al cielo e noto mia madre Sally mandarmi un'occhiataccia.

-Sally, di qualcosa a tuo figlio che rompe sempre- la prendo in giro facendo la voce da adulta. Mi sorride e mi fa cenno di scendere dall'aereo per dirigerci verso l'area del ritiro bagagli, cammino a ritmo della musica e intanto canticchio la canzone mentre aspetto le mie due valigie blu nuove.

Quando finalmente tutti e 4 abbiamo preso ciò che ci serviva, ci dirigiamo verso il parcheggio, finalmente usciamo da quel labirinto infernale pieni di gente che scorrazza su e giù come scoiattoli impazziti. Quando Luke, il mio patrigno, riesce a trovare la macchina noleggiata partiamo per dirigerci nelle campagne di Londra dove mia mamma ha trovato una bella villetta tutta per noi.

Passato un quarto d'ora di macchina a sentire Ariana Grande e Shawn Mendes ,vedo la mia nuova casa, assomiglia più ad un cottage molto stile antico ed inglese,appunto. Luke tira fuori un grosso mazzo di chiavi di varie misure e cerca di aprire il cancelletto del giardino davanti alla villetta e poi la porticina di legno della casa. Quando entriamo quasi sento subito l'odore di casa e di legna appena tagliata, infatti appena mi giro verso la sala, alla mia sinistra, noto un caminetto con della legna al suo fianco con davanti una poltrona ed un divano abbastanza grande per tre persone.  Alla mia destra trovo la cucina e davanti a me ci sono due rampe di scale, una che porta al piano superiore e una al piano inferiore.

Corro di sopra e apro tutte le porte fino a trovare la mia futura camera da letto. Ha un letto matrimoniale al centro, una scrivania di legno scuro davanti con un armadio al fianco e una finestra alta quasi due metri. Il letto è stato fatto con almeno cinque cuscini, il lenzuolo ed il piumone, anche se era ancora agosto, di un color grigio, uno più chiaro e uno più scuro, noto un quadro appeso sulla parete dove c'è il letto di una ragazza che guarda da una finestra il mare e affianco al letto c'è un grande specchio dove mi posso specchiare tutta, da capo a piedi.

Butto le mie valigie ai piedi del letto e mi sdraio sopra nonostante siano solo le 5.00 di pomeriggio ed io abbia dormito tutto il viaggio. Purtroppo appena chiudo le palpebre mia mamma entra nella camera cominciando a parlare

-sapevo che avresti preso questa camera, è tutta sui  toni del grigio, una finestra spaziosa che da sul giardino e sui campi della meravigliosa campagna inglese..- continua a parlare ma io non la ascolto fino a quando sento un dovresti mettere a posto la tua valigia

Mi piace mettere a posto i miei vestiti, anche se ne ho davvero tanti quindi ci avrei messo almeno una o due ore visto la quantità e la pesantezza delle mie valigie.

Quando finalmente finii con i vestiti decisi di lavarmi facendo una doccia nel mio bagno piccolo della stanza, sui toni panna e grigio chiaro, decisi di non lavarmi i capelli quindi ci misi circa 15 minuti, mi misi una tutina azzurra e scesi dalle scale andando in cucina, dove mia mamma e Paul mi stavano aspettando.

-Luke?- chiesi

-E' andato a fare un po' di spesa nel paese vicino , almeno mangeremo qualcosa- finita la frase la porta d'ingresso si aprì facendo vedere Luke e i suoi capelli biondi sulla soglia della casa con la spesa in bella vista

Mamma ha preparato in meno di cinque secondi una pasta perfetta e verso le 8.30-9.00 ci trovammo seduti alla tavola quasi spoglia, visto che il camion dei traslochi non è ancora arrivato e tutte le nostre cose, come piatti o bicchieri, non ce le abbiamo ancora.

Salii in camera mia ,dopo aver aiutato in cucina e recuperato il mio carica batteria dallo zainetto appoggiato allo stipite della porta di camera mia per caricare il cellulare e per sentire Mary, la mia migliore amica di San Francisco.

-Allora, Michelle, dimmi com'è Londra? hai già fatto shopping? salutato la regina di Inghilterra? ti sei già fatta un bell'inglese?- risi per le sue continue domande 

-allora. Londra dal finestrino della macchina era stupenda, non ho ancora fatto shopping visto che sono arrivata a casa alle 5.00, non ho salutato la Regina perché lei non ha l'onore di un mio saluto e no, non ho adocchiato nessun ragazzo inglese.- ridiamo per le mie risposte,dopo un bel po' di chiamata e di pettegolezzi sulla mia vecchia città e vecchi amici decido di leggere l'unico libro che mi sono portata dietro in valigia,cercando Alaska di John Green.

Controllo l'ora sul cellulare sul comodino sotto carica e vedo che sono le 23.05 decido di mettere giù il libro e cercare il pigiama nell'armadio, trovo dei pantaloncini di tuta grigia ed una canottiera con scritto alive e i miei calzettoni neri fino al ginocchio, spengo la lampada e mi metto a letto, mentre guardo il cielo scurirsi sempre di più dalla finestra a lato del mio letto.


Una vita quasi normaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora