Capitolo 1

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Harry Potter si svegliò improvvisamente nel cuore della notte.
Si stropicciò gli occhi, prese gli occhiali dal comodino, li infilò e mise a fuoco l'ambiente intorno a sé: una stanza piccola ma molto accogliente era immersa nell'oscurità, se non fosse stato per il principio d'alba che entrava dalla finestra, infatti, Harry non sarebbe riuscito a distinguere alcuna delle sagome nella camera.
Cercò di ricordare l'incubo che lo aveva svegliato di soprassalto: le immagini stavano già svanendo e non riusciva a fare niente per impedirlo, era come cercare di afferrare l'acqua: più ci provava e meno riusciva a ricordare.
Era sicuro di aver sognato Fred, Lupin, Tonks e di nuovo la battaglia di Hogwarts, ed era ancora più sicuro che a svegliarlo fossero stati due occhi rossi ed una fredda voce acuta che gli puntava addosso una bacchetta urlando <<AVADA KEDAVRA!>>.
Harry ormai non si sorprese neanche del fatto che si era svegliato presto, molto prima di quanto avrebbe voluto: infatti era dalla battaglia di Hogwarts che non riusciva a dormire più di cinque o sei ore a notte, i sogni erano sempre gli stessi: due occhi rossi e sottili, amici morti, distruzione e morte, ogni volta che si svegliava provava un grande sollievo a sapere che la battaglia era già avvenuta e non aveva immaginato niente, ma subito si vergognava di questo sollievo pensando a tutti i suoi amici che avevano perso la vita durante la battaglia: si sentiva in colpa, si sentiva di aver obbligato Ted Lupin ad una vita da orfano, come quella che aveva vissuto lui.
Harry aveva passato due settimane in Grimmauld Place, nonostante non gli piacesse starci, ma non aveva altro posto in cui andare. Dopo la battaglia si era isolato, non aveva né letto né risposto alle lettere di nessuno - anche perché non c'era più Edvige a fargli da messaggero - e si era completamente abbandonato ai suoi incubi ed alle faccende rimaste in sospeso dopo la guerra: era andato a trovare Ted Lupin, in qualità di suo padrino, che aveva ancora solo qualche mese e stava venendo cresciuto da Andromeda, che fu felice di vedere Harry e gli garantì che il piccolo Teddy era la cosa migliore che le fosse capitata da diversi anni a quella parte e che dopo la morte della figlia e del marito, quel bambino poteva solo donarle la felicità che le era stata strappata via.

Una mattina, Ron si presentò al numero 12 di Grimmauld Place e portò con sé Harry alla Tana senza lasciare alcun tipo di spazio ad un no, nonostante Harry avesse lottato parecchio.
Non aveva alcuna voglia di vedere i signori Weasley e, men che meno di tutti, Ginny: Harry non aveva ancora avuto occasione di parlarle, riteneva di doversi distaccare un po' dopo un lutto familiare e le due settimane di spazio che Ron aveva così bruscamente interrotto, per Harry non erano sufficienti.
Arrivarono alla Tana e la signora Weasley accolse Harry con un abbraccio umido a causa delle lacrime <<Harry, caro, dove sei stato in questi giorni? Perché non sei venuto prima? Ho dovuto mandare Ron a cercarti, pensavamo...>>.
<<Mi scusi signora Weasley, ho avuto da fare>> mentì Harry.
La Tana era esattamente come la ricordava e ad accoglierlo trovò anche il signor Weasley sulla soglia, con aria stanca gli strinse la spalla, senza parlare.
Harry entrò nella casa e dopo 3 passi si ritrovò scaraventato indietro a causa di un abbraccio rompi-costole causato da una massa di capelli bruni e cespugliosi.
<<Ciao Hermione>> boccheggiò Harry, lei lo respinse indietro con rabbia e lo attaccò verbalmente: <<come hai potuto sparire così e non rispondere per due settimane? Ti ho inviato decine di lettere, cos'hai fatto in questi giorni?>>.
Harry, sapendo che i signori Weasley erano in ascolto, rispose evasivo, non voleva far sapere che stava evitando tutti e la scusa di Teddy non poteva essere plausibile, visto che era sparito per due settimane, senza vedere e sentire nessuno.
La valigia diede ad Harry un'ottima giustificazione per cui poté dileguarsi ed andare a stabilirsi in camera di Ron, come gli aveva chiesto la signora Weasley, quando arrivò a metà delle scale si aprì una porta e uscì Ginny ed Harry ebbe la sensazione che gli mancasse la terra sotto i piedi.
<<Ciao Harry>> disse lei avvicinandosi.
<<Ciao Ginny, scusami ma devo portare questa valigia di sopra>> e senza dire altro si allontanò lasciandola lì nel pianerottolo delle scale e, nonostante una parte di lui volesse disperatamente essere fermato, ciò non avvenne e Ginny rientrò in camera lasciandosi dietro un'aria sconsolata.
Harry se la prese comoda con la sistemazione della valigia e appena finì scese a pranzo, gli bastò un'occhiata al tavolo per capire che era l'ultimo e prese l'ultimo posto libero tra Ron ed il signor Weasley.
Cercò di iniziare una conversazione per evitare che le domande vertessero ancora su di lui e su cosa avesse fatto in quei giorni: <<come stanno Bill e Fleur?>>.
<<Bene, molto, si stanno godendo la vittoria della guerra con una vacanza e poi immagino torneranno a casa a pianificare il loro futuro insieme>> rispose prontamente il signor Weasley, ad Harry parve di vedere Ginny muoversi impercettibilmente sulla sedia.
<<Ron invece per quanto riguarda la McGrannit, hai poi ricevuto risposta al tuo gufo?>> chiese dolcemente la signora Weasley al figlio.
<<Oh si, Leo è tornato stamattina presto ed in effetti le notizie son...>>
Ma il rumore di passi per le scale interruppe il discorso di Ron, ma Harry si ripromise di tornare sull'argomento, visto che non aveva assolutamente capito cosa c'entrasse la McGrannit in quel momento.
La visione di George che entrava in cucina lo riscosse dai suoi pensieri: sembrava più magro e malato che mai, aveva occhi vuoti e mancava la solita luce giocosa che li avevano sempre contraddistinti, la pelle era di una brutta tonalità verde-grigio e perfino i soliti capelli rossi alla Weasley sembravano spenti.
<<Oh ciao Harry, bentornato>> disse George con voce inespressiva, prima di prendere un piatto di salsicce e sparire, senza dare il tempo ad Harry di replicare.
<<Non sta affatto bene, si fa vedere una volta al giorno solo per prendere da mangiare, non parla, non esce, ritroviamo il piatto pulito la mattina dopo in cucina>> sussurrò Ron all'orecchio di Harry quando vide il suo sguardo cupo.
Un'ondata di sensi di colpa si impossessò di Harry, era senza alcun dubbio la morte di Fred che aveva scosso così tanto George, cercò di non pensarci ma improvvisamente il cibo gli sembrò asciutto e senza sapore ed i singhiozzi soffocati della signora Weasley non aiutavano affatto.

Harry, Ron ed Hermione trascorsero il pomeriggio a degnomizzare il giardino, il che per Harry fu un momento di cui essere grato, visto che poté riprendere il discorso sulla McGrannit.
<<Ron ma di cosa stava parlando tua madre riguardo la professoressa McGrannit?>>.
<<Se tu avessi letto le mie lettere come mi aspettavo, Harry, sapresti che stanno ricostruendo la scuola e che io e Ron abbiamo tutta l'intenzione di tornarci>> rispose in fretta Hermione.
<<In che senso tornate ad Hogwarts?>> chiese Harry confuso.
In effetti, lui non aveva neanche mai considerato la possibilità che potesse accadere, solo due settimane prima c'era stata una battaglia logorante, difficile, piena di morti e che aveva arrecato alla scuola un danno enorme.
<<Scusami Harry ma come pretendi di fare una carriera soddisfacente se non ti diplomi con i G.U.F.O.? Guarda Percy che nonostante i suoi ottimi voti, è stato costretto a fare l'assistente di un uomo che lo chiamava "Weatherby", non volevi diventare un Auror?>> chiese Hermione con la solita fastidiosa voce di chi sta facendo una domanda ovvia.
<<Si, bè non ci avevo pensato in realtà, a voi la McGrannit cos'ha detto?>>.
<<Ha detto che sarebbe felice di riprenderci e che spera che l'inizio della scuola coincida come al solito con il primo di settembre: lei, Vitious e gli altri insegnanti stanno facendo del loro meglio per poter ricostruire e sistemare la scuola, ma a quanto pare c'è parecchio lavoro da fare e mi sembra anche normale, ti ricordi com'era ridotta la scuola dopo il conflitto?>> rispose Ron.
A pensarci bene, probabilmente Harry non aveva scelta, si disse che questo sarebbe stato l'ultimo anno ed in effetti, senza la prospettiva di essere bersagliato in alcun modo da Voldemort, sarebbe potuto anche essere il più divertente.
<<Oltretutto, Harry, rimarresti da solo, anche Ginny viene ad Hogwarts con noi e ti ricordo che avendo saltato un anno, saremmo in classe tutti e quattro insieme, se tu decidessi di venire>>. rispose sottovoce Hermione con un sorriso ammiccante, Harry per tutta risposta alzò gli occhi al cielo e non fece trasparire alcuna emozione, anche se aveva già deciso: sarebbe tornato ad Hogwarts.

*spazio autore*
Salve a tutti, ci tenevo a fare delle precisazioni: questa storia era già stata scritta e pubblicata, ma siccome volevo concluderla meglio, ho rimosso la pubblicazione ed ho pensato di apportare dei cambiamenti alla storia, che sarà probabilmente più lunga e descrittiva, quindi benvenuti ai nuovi e bentornati ai vecchi, come disse Silente.
Consiglio comunque la lettura a tutti quelli che l'avevano già letta, siccome cambierò parecchie cose, spero che riuscirò a garantire una pubblicazione a settimana o al massimo ogni due, in caso di novità vi aggiornerò.
Commentate se avete consigli per migliorare la storia, qualsiasi commento critico che non implichi offese sarà ben accetto.
Grazie per aver letto il primo capitolo.

Harry e Ginny: Ritorno ad Hogwarts (HINNY)Where stories live. Discover now