Prologo

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Hermione non sapeva come avrebbe fatto ad affrontare il suo quarto anno. Non sapeva come sarebbe stato essere costretta a chinarsi nuovamente sui libri quando per la prima volta nella sua vita non avrebbe voluto altro che un briciolo in più di vacanze. Certo, desiderava ardentemente e senza dubbio riprendere a frequentare assiduamente Harry e Ron, che tra l'altro aveva perso nella folla pochi minuti dopo l'arrivo al binario, ma anche questo le generava nell'animo un'ansia insolita e inappropriata. Non sapeva, infatti, neppure come definire esattamente i suoi sentimenti per il giovane rosso che sembrava interessato solo ai dolci e a quel gufo che Sirius gli aveva lasciato tempo prima. Era sempre stata in lizza con quei suoi animali, a partire da quel dannato Crosta che Crosta non era. Alla fine tutti erano stati costretti ad ammettere la superiorità intuitiva di Grattastinchi, rimasto solo al Serraglio e che subito aveva colpito la brillante strega tanto da spingerla a prenderlo con sé nonostante la graziosa scenetta che aveva offerto aggredendo Pettigrew, naturalmente sotto forma di Animagus, e lo stesso Ron, spingendolo a dichiarargli guerra sin dal primo momento.
Stava ancora trascinando le sue valigie piene di libri accanto all'Hogwarts Express quando fu destata dai suoi pensieri dalla voce di Harry.
Senza accorgersene aveva urtato qualcosa, e quel qualcosa era la schiena del suo amico.
-Hermione! Sbrighiamoci, dobbiamo trovare Ron e un posto!
Le afferrò un braccio con entusiasmo, poi si voltò affrettandosi verso il treno che sbuffava, come impaziente anch'esso di tornare là dove i limiti sparivano e si aprivano a ventaglio le possibilità.
Hermione si guardò intorno, assorbita dalla vivace confusione degli studenti che salivano spingendosi entusiasti. Tutti si salutavano abbracciandosi e dandosi di gomito, in un frullo di mani, gambe, ali e code.
Ovunque si voltasse vedeva la gioia dipinta sui volti, e lo stupore estatico dei nuovi che dovevano essere del primo anno.
Una macchia rossa si sporse dal finestrino del primo scompartimento.
-Ginny!
Hermione era entusiasta di  rivederla e le sorrise a trentadue denti, ma a gridare il suo nome era stato Harry, illuminadosi in viso.
Sembrava quasi che non si vedessero da mesi, non di certo che avessero vissuto tutti sotto lo stesso tetto per più di una settimana e che avessero assistito alla finale della Coppa del Mondo di Quidditch.
-Sbrigatevi!- ordinò lei prima di essere tirata dentro da una mano che la strega avrebbe scommesso appartenere a Ron.
Ron. Si stava sicuramente abbuffando di Cioccorane ancora prima di essere sicuro di avere un posto.
Appena entrati gettò le valigie oltre i sedili e si chinò per stringere Ginny.
Lei le passò subito un bigliettino che stringeva nel pugno serrato.
I loro sguardi si incrociarono per un momento, la Wesley le strizzò l'occhio e la invitò a nascondere il pezzo di carta sotto la mantella scura della divisa.
Hermione infatti la indossava già, ancora prima di salire sul treno aveva infilato il mantello con lo stemma dei Grifondoro. Sotto indossava ancora abiti babbani, ma ci sarebbe stato tempo dopo per indossare la gonna e il maglione della sua scuola.
Ron la guardò stringendo le labbra e la salutò con un cenno imbarazzato della mano, voltandosi subito dopo per abbracciare il suo migliore amico.
Quasi non gli spezzò gli occhiali nell'impeto.
-Harry! Credevo che non sarei più riuscito a trovarti! Scusami per essere schizzato via in quel modo ma Fred e George volevano provare su di me uno di quei nuovi scherzi!- esclamò rabbrividendo e sorridendo al tempo stesso.
Perché non si fosse preso la briga di scusarsi anche con Hermione era chiaro, non aveva temuto neppure per un istante che lei non riuscisse a trovare un modo per scoprire dove si fossero cacciati lui e Ginny.
La strega più brillante della sua età alzò gli occhi al cielo, spostando una ciocca ribelle dei suoi selvaggi capelli dietro l'orecchio.
-Allora Hermione, quanti libri hai letto quest'estate?
Ginny sapeva sempre come prenderla, e la spinse infatti a parlare come un fiume in piena.
-Ho già iniziato tre libri dei corsi che seguirò quest'anno. Artimanzia resta il mio preferito, ma non credo di voler riprovare con Divinazione...
-Ma come -intervenne Ron- pensavo che il tuo Occhio interiore fosse infallibile!
-Devo ricordarti chi era a vedere il Gramo?- replicò lei con un sorrisino malcelato sulle labbra.
-Non essere troppo severa, d'altronde nessuno poteva sapere che si trattava di Felpato- la riprese Harry, sorridendo anche lui.
-Grattastinchi lo sapeva eccome- disse lei, lanciando uno sguardo tagliente a Ron, che abbassò gli occhi e arrossì leggermente, facendo risaltare ancora di più le lentiggini che gli screziavano le guance.
Ginny si schiarì la voce e Hermione si ricordò improvvisamente del biglietto.
-Vado a cercare Luna, le ho prestato alcuni libri babbani. Torno subito- disse, poi si allontanò chiudendosi la porta scorrevole alle spalle.
Per la seconda volta in poco tempo urtò qualcosa senza accorgersene.
-Attenta a dove cammini, Mezzosangue.
L'inconfondibile voce del Serpeverde più Serpeverde di tutti le graffiò i timpani come lo sgradevole rumore del gesso stridente sulla lavagna.
La luna argentea dei suoi capelli le ricordò immediatamente di averlo affrontato non troppo tempo prima, sotto le tenui carezze della vera pallida luna che penetravano la foresta vicino il campo allestito per la finale.
-Ti sei già dimenticato che non ho paura di metterti le mani addosso, Malfoy?
Lui la guardò dall'alto in basso, il ghigno disgustato in contrasto con una scintilla ferina negli occhi gelidi.
-Non ne saresti neppure capace.
Hermione lo guardò sprezzante.
-Come mai, senza la tua scorta non ti azzardi a fare più che sputare sentenze?
Repentinamente la spinse contro la parete del treno e la guardò alzando il mento.
Lo sguardo determinato della Grifondoro non vacillò neanche per un secondo, né quello del Serpeverde divenne meno austero e superbo.
-È solo che non vorrei sporcarmi toccandoti- sputò maligno.
Lei gli scostò la mano bruscamente, che lui teneva stretta sulla sua spalla, spiegazzando il mantello con le sue lunghe dita bianche e affusolate.
-Evidentemente non abbastanza- rispose con lo stesso tono.
Draco si limitò ad indietreggiare stirandosi il mantello scuro. Anche lui lo aveva già indossato, nero in contrasto con i capelli tanto biondi da sembrare bianchi.
Erano stranamente scompigliati, ma si affrettò a rimandarli al loro posto.
Con una smorfia si congedò, guadagnandosi uno spintone da parte della strega.
-Ci si vede, Mezzosangue.
-Mi auguro il contrario- urlò lei dietro al ragazzo che si era voltato di profilo per schernirla.
Si voltò di scatto tirando fuori il biglietto di Ginny, assicurandosi che il biondo fosse scomparso nell'altro vagone.

"Vediamoci nel corridoio. Ho bisogno di un favore.
-Blaise"

Hermione rimase interdetta leggendo il messaggio. Cosa poteva volere Zabini da lei?
Rientrò nello scompartimento e cercò subito Ginny con lo sguardo. Lei alzò le sopracciglia, mostrando di essere ugualmente confusa.
Si abbandonò sul sedile sospirando e sorridendo a Harry, dimenticando parzialmente l'accaduto.
-Dove sono i libri?- la fissò sospettoso Ron.
Quanto odiava che notasse ogni minimo movimento e ogni singola parola ricordando solo i più futili. Aveva già rischiato di farsi scoprire ad usare la Giratempo per colpa di quel ficcanaso.
-Fatti gli affari tuoi- gli disse.
Poi si voltò a parlottare con la sua amica ricevendo una linguaccia in risposta.

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