-Mi dispiace, non so che cosa mi sia preso- continuò Mario, la voce roca di uno che ha appena finito di piangere.

Claudio sospirò, poi alzò lo sguardo nel momento in cui Mario si girava sulla scaletta e gli puntava i suoi grandi occhi neri addosso. Non era cambiato nulla, le sensazioni erano sempre le stesse, e se era possibile adesso erano ancora più forti. Claudio aveva sempre avuto un debole per gli occhi di Mario: fuori dal comune ma comunicatrici come non mai, raccontavano storie, ti scrutavano l'anima, l'analizzavano e ti rassicuravano. Ogni volta era sempre un colpo al cuore. Li sognava, quegli occhi, erano il suo più grande tormento. Si fissarono per qualche istante, senza dire nulla. Tornarono a comunicare con gli sguardi, e questo a loro bastò.

-Vuoi dirmi cosa ti tormenta?- aveva detto Claudio cercando di fare qualche passo avanti, ma poi si appoggiò ancora alla porta lasciando tra di loro la giusta distanza di sicurezza.

Mario sembrò confuso, gli occhi persi, il viso triste e le spalle ancora curve intento a proteggersi. Sperava che Claudio non lo notasse ma era impossibile, chiunque avrebbe capito che c'era qualcosa che non andava in lui. E questo qualcosa lo tormentava da tempo ormai. Era nella sua tasta, nel suo cuore, nella sua anima, nelle sue vene e sentiva il bisogno di parlare con qualcuno. Ma era la soluzione giusta parlarne con Claudio, il protagonista di questo qualcosa che lo tormentava? Ci pensò per qualche secondo, e poi sospirò lasciandosi completamente andare a ciò che al momento provava.

-Io amo il mio fidanzato- aveva esordito, un colpo al cuore per Claudio –non avrei mai potuto adottare i miei figli se non fosse così. Ma è da tempo, forse da troppo tempo, che non riesco più a trovare la mia felicità con lui- disse continuando a guardare Claudio negli occhi.

Quest'ultimo si sentì trafitto da diecimila lame, tutte insieme. Gli mancò il fiato ma le parole non gli mancarono quando gli disse: -Perché pensi di non essere più felice con lui?-

Mario lo guardò, o meglio, lo fissò intensamente. Mille pensieri gli correvano per la testa, il cuore gli batteva forte nel petto e non riusciva a far rallentare i battiti. Le emozioni erano cresciute in dismisura, le stava provando tutte: dall'ansia all'agitazione, dalla felicità alla confusione, dalla voglia di annullare la distanza e annusare il suo collo alla consapevolezza che non avrebbe dovuto farlo per rispetto alla sua famiglia. Era diventato un uomo tutto d'un pezzo, quando aveva conosciuto Lorenzo era freddo e distaccato, timoroso di poter soffrire di nuovo. Non si lasciava molto andare con lui, la loro relazione era iniziata così e continuava così. E a loro due questo andava più che bene. Ma in quel momento, con Claudio davanti a se, tornò il Mario di sette anni fa: sensibile, dolce, buono, disponibile e per niente freddo. Il corpo, la mente, gli si inondò di vari ricordi passati con Claudio e non potè fermarli, entrarono prepotentemente in lui scombussolando il suo essere. Dentro di se, Mario, sentiva lo stomaco impesantirsi dalle mille cose che gli avrebbe voluto dire, ma soprattutto fare. Non gli capitava spesso, ma si annullò, lasciandosi trasportare dalle proprie emozioni represse per troppo tempo. Sicuramente si sarebbe maledetto subito dopo, ma in quel momento, in quella stanza, con Claudio, bello come non mai, davanti a lui, si sentiva di annullarsi, di concedersi, di superare il limite consentito. Decise di alzarsi dalla scaletta, e attraversando velocemente la stanza gli andò incontro.

Claudio era stupito, forse tanto quando Mario. Lo vide avvicinarsi, sempre di più, non pronto affatto per quello che sarebbe accaduto di li a poco. Non poteva nemmeno immaginare ciò che sarebbe successo, ma poteva intuirlo. Mario si fermò davanti a lui, pochi centimetri li dividevano. Il profumo che aveva addosso gli inondò i sensi facendogli girare la testa. Si fissarono negli occhi e il respiro di Mario aumentò. Gli tremavano le mani, il cuore gli stava per scoppiare nel petto ma non si tirò indietro: ora o mai più. Di getto si buttò in avanti prendendo tra le sue tremanti mani il viso di Claudio. Le labbra si schiacciarono, letteralmente, annullando il respiro di entrambi. Ciò che stava succedendo in quella stanza non era previsto nella mente e nei piani di Claudio, voleva allontanarsi per rispettare la sua famiglia ma come poteva? Mario aveva il suo viso tra le sue mani e lo stava baciando. Quelle labbra, quelle morbide e grosse labbra che non baciava da sette anni, gli erano letteralmente attaccate come colla. Si staccò per qualche secondo, Mario più confuso di prima, ma Claudio non demorse e allungò le mani dietro al collo del suo ex fidanzato e se lo portò vicino al viso. Iniziò a baciarlo, ma a baciarlo per bene, come un tempo facevano. I piercing sulla lingua entrarono in collisione ed entrambi si sentirono a casa.

Sette anni.Where stories live. Discover now