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Con le mani ancora sporche di sangue, si voltò con il corpo e iniziò ad avvicinarsi a me.

Feci l'unica cosa che riuscivo a fare bene: iniziai a correre. 

Correvo sempre via davanti ai problemi, davanti alle persone che cercavano di aggredirmi, davanti a situazioni che non riuscivo a gestire

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Correvo sempre via davanti ai problemi, davanti alle persone che cercavano di aggredirmi, davanti a situazioni che non riuscivo a gestire.

Anche se avevo paura e il fiatone, continuai a correre più forte che potevo.

"Non puoi scappare per sempre!" la voce di Dean era forte e potente, mentre risuonava nella mia testa, mentre correvo.

Sembrava essere a un passo avanti a me, fino a che non lo ritrovai di fronte a me con in mano un coltello: gambe divaricate, braccia distese, occhi verdi che mi scrutavano con una luce diversa, quasi malvagia, corpo teso e pronto ad attaccare.

"E ora vediamo se hai imparato qualcosa" disse avvicinandosi a me.

Mi misi in posizione di attacco e cercai di parare il suo pugno con il braccio: sentii le sue nocche contro le mie ossa e fece un male cane.

Era veloce, forte e furbo: vidi che stava per pugnalarmi e con una mossa veloce, colpii la sua mano con il coltello, facendolo volare lontano da noi.

Si allontanò di qualche passo e presi coraggio e cercai di colpirlo: gancio destro, poi sinistro e colpo con la gamba, ma aveva parato tutto; continuava ad osservarmi con quel sorrisetto agghiacciante fino a quando non mi ha bloccata con il suo corpo: avevo il suo braccio sotto il mio collo a tenermi stretta, mentre teneva l'altro mio braccio dietro alla mia spalla.

"Credevo durassi di più" mi disse vicino all'orecchio, con tono deluso.

"DEAN!" vidi Sam correre verso di noi, in lontananza.

Lo sentii sbuffare dietro di me e provai a colpirlo: pestai con tutta la forza che avevo il suo piede, mentre lasciò la presa del mio collo per il dolore e gli diedi una gomitata in faccia allontanandomi velocemente da lui.

"Sta giù Cassandra!" mi urlò Sam.

Subito mi accucciai a terra terrorizzata e sentii solo il rumore di uno sparo e subito dopo Dean steso a terra, mentre mi osservava con quei suoi occhi neri, furioso.

"Dean! Cosa gli hai fatto?" chiesi alzandomi velocemente e avvicinandomi a Dean, che mi guardò con gli occhi neri, ringhiandomi contro.

"L'ho sedato. Sta lontana da lui!" mi disse spostandomi, Sam.

"Vieni" disse mentre prendeva Dean e lo portava alla macchina.

"Dove stiamo andando?" chiesi velocemente, mentre entravo in macchina mettendomi affianco al posto del guidatore.

"Al bunker" mi disse partendo via sgommando.

Dean, continuava a grugnire e ringhiare dietro di noi, mentre i suoi occhi continuavano ad essere neri come la pece.

Non feci caso alla strada, ero troppo presa a guardare scettica Dean, diventato così strano dal solito.

"Siamo arrivati" mi avvisò Sam, prendendo Dean da dietro al sedile.

"Ma questi bunker non esistevano ai tempi di Hitler?" chiesi entrando.

SUPERNATURAL - FATUMWhere stories live. Discover now