4 Capitolo

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NATSHA POV.

Dopo altre due ore suona la campanella della ricreazione ed io
ho paura ad uscire. Ho paura di prenderle da uno o dall'altro.

Esco e mi incammino a testa basta solo che mi sento osservata. Involontariamente alzo lo sguardo e incontro due occhi azzurri.
Me ne pento subito. Dylan sta praticamente correndo verso di me. Paura paura panico panico! Sono pietrificata
"Stai attenta!" Dylan.
Che significa devo stare attenta?

"Bye bye troia" sento questa voce sussurare nel mio orecchio e subito capisco a cosa si riferisce Dylan.
Mi volto in preda al panico e vedo Robert con una spranga di ferro.
Ma questo è impazzito? Vuole uccidermi!

Già vedo la spranga che si alza per poi riabbassarsi. Sembra passare un eternità. Dalle mie labbra esce un urlo potente prima di essere scaraventata a terra da qualcuno. Aspetta... qualcuno mi ha buttata a terra?
Riapro gli occhi e vedo una scena orribile. Robert e Dylan che si stanno praticamente uccidendo. Dylan tiene fermo braccio con l'arma dell'altro i due avanzano indietro velocemente. Vanno contro una finestra che si infrange a causa del peso di Robert.
"NOOOOOO!!!" È tutto ciò che mi esce dalle labbra.

Non riesco a parlare. A muovermi. Un mucchio di persone escono correndo e altre guardano giù dalla finestra. Io no, non ce la faccio.
Ripenso a ciò che è successo già in tre ore. Dylan che mi saluta. La lite con Robert. Dylan che mi ha difesa... mi ha difesa.
Mi basta questa frase per prendere le forze e correre giù da basso in cortile. Esco dal portone e vedo due ambulanze e un'auto della polizia.
Vedo Robert. Una scena che mi fa raggelare il sangue nelle vene. La spranga gli ha oltrepassato lo stomaco, uccidendolo.
Il mio pensiero è un altro. Dylan. Perche penso a lui?
Inizio a correre verso la scena del crimine. "Dylan! Dylan" piango.
Arrivo e trovo Dylan seduto sul prato coi paramedici che gli disinfettano varie ferite e graffi dovute ai vetri.
Corro da lui e gli salto addosso. Non ho paura che possa picchiarmi, non ora.
Lui non ricambia ma non mi importa, mi basta sapere che stia bene.

DYLAN POV
Natasha mi sta abbracciando. Sono troppo scosso dall'evento. Quel bastardo è morto, non ci ho più visto quando l'ho visto in corridoio dietro a lei con la spranga. Ho capito le sue intenzioni, voleva ucciderla. Se non fosse morto l'avrebbero rinchiuso in un ospedale psichiatrico. Già, é morto. Natasha sempre abbracciata a me mi sussura un "grazie" quasi inudibile e impaurito.
Ancora ha paura di me. Se penso che anche io la picchiavo e lui la stava per ammazzare, beh, mi sono reso conto di essere un mostro.
Non voglio che abbia paura, così l'abbraccio anche io. Inizialmente ha un sussulto per lo spavento/sorpresa. È tesa e poi si scioglie.

NATASHA POV

Un abbraccio caldo, tutto ciò che volevo. La prima dimostrazione di affetto da parte di Dylan, oddio.
Passiamo 5 minuti cosi, con le sirene delle ambulanze, urla, pianti e poliziotti che interrogano i presenti.
Dylan presumo sia già stato interrogato prima quando c'erano i paramedici.
"Ei p-piccola... andiamocene..." mi ha chiamata picccola?
Ancora scossa annuisco e ce ne andiamo da quel postaccio.
Camminiano per 10 minuti fino ad arrivare ad una casa. Presumo la sua.
Entriamo.

ANGOLO AUTRICE:
Ecco il secondo colpo di scena. Si ok Robert stava esagerando, bisognava dargli una lezione. Crudele ma meglio per tutti! Eheh ok no.

-Daisy

Vittima Del Mio BulloDonde viven las historias. Descúbrelo ahora