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Dopo essermi levata le scarpe, le getto a terra, senza far caso a dove vanno a posarsi, non mi interessa.
Sbuffo, ancora non riesco a credere alla mia pazienza.
Mia madre aveva da poco concluso un discorso di mezz'ora sulla mia indifferenza e sul fatto che non parlo più con nessuno.
Ma è lei che non vuol capire che io parlo solo quando ho qualcosa di importante da dire, non ha senso parlare senza una ragione.

Prendo il mio libro e, sedendomi a gambe incrociate sul letto, inizio a leggerlo dal punto in cui ero arrivata.
Ma sono troppo triste per leggerlo, appena me ne accorgo memorizzo il segno e lo lancio sulla scrivania accanto il letto.
"Chissá quanto ci vorrá ancora per far fimire quest'incubo" penso. "Ma sinceramente non mi importa nemmeno più di tanto"
Sospiro e apro il cellulare.
Come al solito nessuna chiamata, nessun messaggio e niente di interessante.
Poco dopo realizzo di essere stata sciocca a pensare che qualcuno mi cercasse.

Attacco il cellulare alla presa, poiché è scarico, anche se la mattina non porto mai il cellulare a scuola.
Non credo che i miei me lo permettano.

Guardo il calendario, e noto che a breve sará Natale. Odio le feste, ma non per i festeggi.
Solo perché non ho qualcuno di interessante con cui festeggiare, anche se i festeggiamenti non fanno per me.
Domani sará il penultio giorno prima delle vacanze, e i miei compagni probabilmente chiederanno ai professori di fare qualcosa per divertirsi prima della fine del quadrimestre.

Domani porteró il nuovo libro che sto leggendo, come di solito faccio.
E solitamente mi metto a leggere all'intervallo o nelle ore buco, e se possibile anche fra il termine di una lezione e l'inizio di un'altra.

Quest'anno ho gli esami di terza, sono molto in ansia e so che se prenderó un voto inferiore ad otto i miei mi uccideranno, vorrei avere i genitori dei miei compagni.
Sarebbe meglio non pensarci ora.

Mio padre è da poco uscito, era arrabbiato poiché non gli parlo mai.
Vorrei sapere perché cinque minuti prima mi dica di stare zitta per poi lamentarsi del mio silenzio, non vedo l'ora di andarmene da qua.

Mia sorella si crede la sapientina della situazione, e fa osservazioni dispregiative sul mio conto.
Se non ci fossero i miei l'avrei giá schiaffeggiata come si merita.
Prima o poi la faccio fritta.

Nonostante tutto cerco di essere il più positiva possibile, ignorando i miei sentimenti e stapandomi un sorriso in faccia, vorrei essere più aperta, più allegra e piena di Amici, ma non sto incolpando nessuno, la colpa è solo mia.
Ma amo stare da Sola ogni tanto.

Rifugiarsi nel propio mondo è fantastico, lí sono felice, e non vorrei mai uscire da quella stanza della felicitá, ma ormai ho il divieto di respirare.

Non che io non abbia persone con cui parlare, nella mia classe ogni tanto mi metto a discutere con qualcuno, o a ridere delle battute altrui.
Ho tante persone intorno.
Sono solo io che sono troppo... Troppo io.

A volte maledico quel giorno in cui il Fandom è entrato nella mia vita.
Altre volte sono fiera di essere una Fangirl.
Io so di esserlo, non come le mie compagne che si credono "Fangirl" solo per aver visto tutti i film di una saga o essersi innamorate di un bel personaggio famoso; a volte vorrei strozzarle.

Ma io mi arrabbio difficilmente, sono una ragazza tranquilla, e anche pigra a volte.
Mi piace la tranquillitá, ma allo stesso tempo riesco ad essere una fangirl pazzoide.
Mi piace troppo questo mio lato.

Vorrei essere capace di mostrarlo, ma quel "Muro" me lo impedisce...
C'è sempre quel muro a complicarmi le cose, quel muro che ho costruito inconsapevolmente con le mie mani, e che a volte vorrei distruggere.
Ma è diventato parte di me, e nessuno è mai riuscito ad oltrepassarlo, e sto ancora aspettando qualcuno che ci riesca.

Ma sarebbe un suicidio per chiunque.

Forse è meglio andare a riposare...

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⏰ Last updated: Dec 21, 2016 ⏰

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Essere ed EsistereWhere stories live. Discover now