Capitolo 2

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Io mi guardai intorno è vidi una ragazza tutta tatuaggi seduta da sola a un tavolo, io mi sedetti vicino a lei, dal suo sguardo si capiva subito che non le stava bene, io per incominciare una conversazione le dissi « Ciao mi chiamo Katherine » porgendogli la mano, lei titubante me la strinse dicendo « Piacere Caroline » « Non vorrei essere indiscreta; ma perché sei qui? » Caroline rispose « Per aver svaligiato una banca, invece tu perché sei qui? » e le risposi « Sono stata rinchiusa qui per avere ucciso delle persone e dei bambini, ma hanno sbagliato persona, io non ho fatto niente di tutto questo, sono innocente » Caroline fermò ogni suo movimento smettendo di mangiare, io invece non avevo fame quindi avevo lasciato il piatto che mi avevano dato intatto, Caroline si girò guardandomi seriamente e disse « Allora perché sei ancora qui? Perché quando sei andata dal direttore non gli hai detto niente! » risposi « Perché non mi ha lasciato parlare! » Caroline mi disse « Io ti consiglio di fare in fretta prima che succeda l'irreparabile. »
Finito il pranzo continuo a parlare con Caroline e scopro di avere molte cose in comune lei abita a New Orleans come me e ha 20 anni.
Poi le guardie ci chiamano per andare a lavarci, mi incammino e fortunatamente trovo solo le donne quindi vuol dire che abbiamo le docce separate, entro in doccia e cerco di togliermi la preoccupazione con l'acqua calda che scorre su di me finito mi tampono i capelli con l'asciugamano e mi guardo allo specchio e mi spavento del mio riflesso i miei lunghi capelli scuri e i miei occhi cerchiati da delle profonde occhiaie fanno contrasto con la mia pelle bianca cadaverica e le labbra rosse per le troppe volte morse.
Finito ritorno nella mia cella e dopo mezz'ora delle guardie aprono la mia cella dicendomi che mi avrebbero interrogata, mi portarono in una stanza con dentro tre sedie, due da una parte, una dall'altra, mi misi seduta e mi legarono i polsi con delle manette legate ai piedi della sedia, arrivarono due agenti il primo è quell'uomo che mi ha parlato male, il secondo era la guardia giovane che mi aveva accompagnato alla mensa e dissi « Io non ho fatto niente » l'uomo mi prese in giro dicendo « Guarda ha paura comunque è impossibile abbiamo trovato le tue impronte digitali », mi fecero vedere dei fascicoli con delle foto tra cui quelle dei cadaveri e le prove e una data 27 / 01 / 17.
« Cos'è? » chiesi « La tua morte! Se ammetterai sarà meno dolorosa » mi misi a piangere « Io non ho fatto niente! » e quell'altro disse « Dan basta, smettila! » mi prese e mi slegó mi riportarono alla cella e nell'orecchio disse « Mi chiamo James e ti farò uscire da qui! Non credo che sia stata tu » « Tu mi credi! Grazie! » lui se ne andò, chiuse la cella e mi lasciò con la mia solitudine.

Una Strana VicendaDonde viven las historias. Descúbrelo ahora