La prima volta sull'Etna

Capitolo I

Nicole è abituata al turismo. È il suo lavoro.
Ma non è abituata alla Sicilia.
Nicole ama molto viaggiare, non si troverebbe altrimenti a Londra, dall'Australia: da una terra asciutta e rossa, all'umida e bianca Inghilterra. Nicole adesso è in piazza Stesicoro a Catania, in attesa di scoprire qualcosa di nuovo di cui ha solo sentito dire. Non sa cosa aspettarsi. Veste un comodo abito autunnale, nulla di impegnativo. I folti capelli rossi sono liberi. Osserva le macchine e i passanti sperando che l'attesa non sia troppo lunga. Forse, nel breve periodo in cui si è trovata in questa strana ma bella città italiana, ha già capito che i suoi abitanti la prendono comoda.
Spera che non facciano ritardo. L'Etna la intravede appena, lì, oltre le nuvole che la nascondono, affacciandosi dalla nera strada lastricata che punta in sua direzione. Via Etnea, sa chiamarsi, ma come è facile che accada la prima volta che si visita una città straniera, ne dimentica presto il nome.
L'appuntamento è per le nove. Ma l'anticipo è sempre una buona abitudine, così è lì ad aspettare, quando...

* * *

"Due ore e mezzo.

Due ore e mezzo e la sorpresa che ho organizzato andrà a buon fine."
Delia, guardando fuori dal finestrino della macchina, pensava alla faccia che avrebbe fatto lui quando avrebbero raggiunto la Stazione.
Avevano lasciato da poco Palermo, la quale ancora sbadigliava con gli ultimi strali della notte. Poche vetture in giro a quell'ora, un piacevole profumo di umido e foglie nell'aria. Non è il caso di vestirsi troppo pesanti, pensava tra sé e sé, non vorrei farglielo capire. Capire che andremo sul vulcano.
Il suo ragazzo aveva già festeggiato il suo compleanno la settimana passata - forse anche troppe volte - ma una vera sorpresa, lei, non era riuscita a organizzarla, non ancora.
Lo sguardo si rivolse alle nuvole verso est, speranzoso che la sorpresa non gliela tirasse il maltempo.
Guardandolo un momento, Delia regalava ancora un bel sorriso al suo ragazzo, mentre la vettura si immetteva nella A19.

* * *

Sono le 7:05 quando avvio la macchina. So che partire a quest'ora, nonostante il traffico che incontrerò, mi permetterà di raggiungere l'agenzia in orario.
Non è tanto per evitare il ritardo, so già che sarò lì prima di - come ha detto che si chiama? Ah, giusto! - Luca, ma il traffico delle scuole è davvero insostenibile. Amo il mio lavoro di guida naturalistica proprio perché non devo imbottigliarmi nella confusione della città, nello smog, nel nervosismo, ma svolgo la mia attività nell'unica dimensione rimasta che ha il respiro dell'Universo: la Natura.
Ma guarda quel tizio con le luci spente! Che diamine! Con questa nebbia fitta dove crede di andare?!
Natura, boschi, silenzio.
Hai lo stop! Fermati! Mizzica, per poco non mi tamponava...
Boschi, silenzio, natura.
Ma che poi non è che ci sia tanto traffico, noto, è che non hanno molta intenzione di camminare. Che ore sono? Mah. Ancora le 7:45 e siamo quasi in città. Se tutto va bene, tra una decina di minuti sono sul posto.
Che poi, il problema sarà anche trovare parcheggio. Senza stalli a pagamento e senza parcheggiatori abusivi. La prossima volta che faccio un affiancamento, vado direttamente al deposito: lo raggiungo tramite la Tangenziale, c'è il parcheggio, mi incontro già lì con la guida che devo affiancare. E non trovo traffico.
Ma usale le frecce! Sono in omaggio col tuo veicolo!!! Non paghi un extra ogni volta che le usi...
Silenzio, natura, boschi.

* * *

Il Ducato procede frizzante, tra le strade che da San Giuseppe la Rena portano al centro. La lancetta del gasolio non è incoraggiante, però. Avremo carburante a sufficienza per oggi, ma al ritorno saremo in riserva di sicuro, pensa Luca, meglio fare il pieno non appena possibile. Oggi dove si va? Etna sud.
Bello. Mezza giornata, perfetto. Questo pomeriggio sono libero.
Luca sorride da sotto la falda del suo cappello Safari. Sa già che anche se il tempo non sembra dei migliori, la giornata reggerà a sufficienza.