Dal capitolo 6

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Ho appena conosciuto il mio capo, Michele ci ha presentati quando è arrivato. Abbiamo scambiato due parole poi si è infilato nella sua stanza. Come risultava dalle mie informazioni, Riviera junior è un uomo davvero attraente, forse più del suo collega Claudio, e, con i suoi tratti mediterranei, molto diverso da lui che, invece, ha un aspetto da nordico. Giorgio è perfetto per indurre in tentazione chiunque. A parte me, che sono qui per un motivo ben preciso e non ho nessun interesse per certe faccende, anzi.

Riprendo a occuparmi del file su cui sto lavorando quando il telefono sulla scrivania di Michele squilla. Lui risponde: «Va bene, glielo dico.»

Si rivolge a me: «Giorgio ti vuole.»

Salvo, chiudo il file e mi dirigo verso l'ufficio del capo. Passando davanti alla scrivania di Melissa mi sembra di cogliere uno strano lampo nei suoi occhi e questo accende un allarme nella mia testa.

Busso ed entro. Lui mi fa cenno di chiudere la porta e l'allarme resta ben acceso.

«Ho letto il tuo curriculum, sei davvero in gamba a quanto pare. Spero che ti troverai bene con noi» esordisce squadrandomi con i suoi occhi scuri. Noto che è già passato al "tu", che del resto ha usato nel salutare i miei colleghi; anche nella mia azienda ci diamo tutti del "tu", non è un dato significativo. La frase, però, suona come una scusa per avermi convocata.


La scommessa - Doppio gioco * Estratti dal romanzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora