2. Amici

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Hinata aprì lentamente gli occhi, nonostante non volesse svegliarsi.
Non voleva nemmeno provarci, non voleva svegliarsi e rendersi conto che quello non fosse solo un brutto incubo. Ma fu comunque costretto a farlo quando la porta della stanza si aprì.
Shoyo, che era rivolto verso il muro, non gli diede importanza, ignorando chiunque si trovasse lì con lui in quel momento.
«Ehi?»
Una voce lo costrette a mettersi seduto composto con un piccolo sbuffo. Alzò lo sguardo, incontrando due occhioni verdegnoli.
Il ragazzo davanti a lui accennò un sorriso, provando poi ad instaurare una conversazione.
«Io sono Yamaguchi Tadashi. Tu sei?»
Il rosso lo guardò con occhi spenti, non riuscendo nemmeno a sorridere.
«Scusa, non ho voglia di fare conoscenze.»
«Andiamo... Ti farai solo del male a stare da solo.»
Shoyo non rispose, sospirando. Lo sapeva, lui era emotivamente instabile, aveva sbalzi di umore enormi, la lacrima facile, la risata contagiosa.
«Riproviamoci, okay? Io sono Yamaguchi e sono il tuo compagno di stanza, tu come ti chiami?»
Disse con un tono dolce, dolcissimo, sedendosi poi affianco al ragazzo nuovo che finalmente rispose quasi in un susurro.
«Mi chiamo Shoyo.»
«Che nome carino, ti rispecchia.»
Lo complimentò, sorridendo. Hinata si sentì sciogliere dal suo sorrisone, così decise di ricambiarlo con uno molto più piccolo, Tadashi pensò che fosse comunque un buon inizio.
«E sei ancora più carino quando sorridi! Scommetto che ti adoreranno tutti.»
«Tutti?»
«Si, ci sono altri quattro ragazzi. Ti va di conoscerli?»
«Preferirei rimanere qui in realtà.»
Sussurrò flebilmente il ragazzo, abbassando il capo.
«Sono simpatici, dai. Ti farà bene staccare un po' dai tuoi pensieri.»
E di nuovo Hinata si ritrovò a dar retta al ragazzo appena conosciuto, che cercò in tutti i modi di tirargli su il morale. Aveva capito subito che non aveva passato una bella notte: gli occhi erano tristi, contornati da occhiaie, il viso era piuttosto pallido, la voce quasi tremava. Voleva davvero aiutarlo, dato che lui stesso si era trovato in una situazione simile due anni fa e avrebbe tanto voluto avere qualcuno al suo fianco.
Convinse Shoyo ad uscire dalla stanza, iniziando a spiegargli la struttura dell'istituto.
«Al primo piano ci sono la mensa, la classe, un salone, l'infermeria e l'ufficio. Al secondo piano ci sono solamente le camere con i bagni in comune e le docce sempre in comune, mentre il personale dorme al piano interrato, noi non possiamo andarci.»
Spiegò Yamaguchi, gesticolando e ridacchiando ogni ad ogni due sillabe, era un ragazzo davvero solare.
«Andiamo a trovare Yachi! Vieni!»
Lo prese per mano, conducendolo davanti ad una porta che dava sulla stanza di questa Yachi.
«Su su, bussa pure.»
Shoyo si mordicchiò il labbro nervosamente, per poi bussare piano contro la porta.
Dopo pochi secondi venne aperta, mostrando una ragazzina poco più bassa di me. Shoyo la guardo, aveva i capelli biondi legati in due codini, indossava un pigiama color rosa confetto, assomigliava ad una principessa che si trova nei film disney, pensò il ragazzo.
Cosa ci fa una principessa in un posto simile?
«Yams- ciao! Piacere io sono Itoka Yachi.»
Disse lei con un sorriso entustiasta sul viso.
«Ciao, sono Hinata... Piacere mio.»
Piano piano il suo buon umore stava iniziando a tornare, a causa della sua bipolarità.
«Sei così carino! Cosa ci fa qui un bambino con il viso di un angelo?»
Disse lei, invitandoli ad entrare e a sedersi sul morbido materasso del letto.
Questa sua ultima frase fece arrossire Hinata, che si sentiva lusingato.
«Non.. Non sono un bambino, tanto meno un angelo.»
«Ci assomigli molto, allora.»
La ragazza gli sorrise dolcemente.
«Sono qui per errore... Pensano che io spacci droga.»
Il rosso riassunse brevemente la sua storia, mentre i due ragazzi lo ascoltavano attentamente.
«Ci dispiace moltissimo Hinata... Sappiamo bene cosa vuol dire.»
Yamaguchi annuì, prendendo a giocherellare con le proprie dita.
«Sai, anche io sono qui in parte senza colpe.»
A quella frase l'attenzione di Hinata fu completamente rivolta al ragazzo.
«Il mio migliore amico mi raccontò di un ragazzo che continuava a fare il gradasso con tutti, specialmente con la ragazza per cui aveva una cotta. Mi chiese un favore: mentre lui picchiava il ragazzo io dovevo avvertirlo se fosse arrivato qualcuno. Non conoscevo le conseguenze delle mie azioni. I due iniziarono a darsele di santa ragione, mentre io rimanevo a guardare e fare il palo. Poi ad un tratto il ragazzo tirò fuori dalla tasca un coltellino, rigirandolo contro il mio amico. Io andai nel panico e corsi ad aiutarlo, ma quando li raggiunsi era già tutto finito: il mio amico gli aveva rubato il coltellino, puntandoglielo al petto. Fu in quel momento che arrivò la polizia.»
Shoyo rimase sconcertato.
«Ora il mio amico è qui anche lui per tentato omicidio.»
«Oddio... È una storia incredibile, davvero...»
Hinata era senza parole, davvero. Era difficile trovare qualcosa da dire in quel momento che non mettesse tutti a disagio.
«Yachi, racconta pure la tua di storia ora.»
La ragazza si sistemò uno dei due codini, guardando poi Shoyo e rivolgendosi direttamente a lui con tono dolce.
«Sono qui per traffico di droghe pesanti. Dei ragazzi un giorno mi fermarono, chiedendomi se ero interessata ad aiutarli in questa cosa. Dovevo solamente portare della cocaina o a volte dell'eroina fino all'aeroporto. Mi dissero che non dovevo preoccuparmi dato che nessuno avrebbe sospettato di me. Continuammo così per circa tre mesi, quando un cane della cinofila fiutò ciò che avevo nello zaino.»
La mattinata passò così, tra racconti e chiacchiere, Shoyo riuscì a ridere, dimenticandosi completamente del luogo in cui si trovava.
Ad un trattò qualcuno fece irruzione nella stanza, un ragazzo molto alto, con i capelli castani perfettamente sistemati.
«Yachi andiamo a mangiare.»
Il suo sguardo si posò sul corpicino di Hinata, subito il ragazzo si avvicinò a lui, porgendogli una mano e un caldo sorriso.
«Ciao, io sono Tooru.»
Si presentò subito lui, continuando a sorridere al rosso. La prima impressione di Hinata su di lui fu molto buona.
Dopo qualche domanda di circostanza tutti e quattro lasciarono la stanza della ragazza, dirigendosi nella mensa per pranzare a differenza di Hinata, che scappò un attimo in camera. Una volta dentro prese qualche profonda boccata d'aria, il suo cuore stava per esplodere, troppe nuove esperienze ed emozioni in troppo poco tempo.
Per il corridoio si udì il frastuono di una porta sbattere bruscamente e Shiyo, incuriosito, si avvicinò per sbirciare.
Nella fretta del momento non si accorse di uno zaino gettato a terra e inciampò in esso, rotolando e cadendo come un salame.
«Oi oi... che botta.»
Mormorò tra se e se, mugolando leggermente per il dolore.
«Sei scemo?»
Il rosso alzò velocemente lo sguardo nel sentire una voce nuova. I suoi occhi nocciola vennero intrappolati in due occhi blu notte, bellissimi. Hinata adorava gli occhi blu, quelli in particolare.
«Che hai da guardare?»
Sbottò il ragazzo dagli occhi azzurri contro di lui, che subito prese a balbettare e biascicare parole senza senso per l'imbarazzo.
«Io-Io- sono.. Eh?»
«Tch, idiota.»
Shoyo seguì la figura del ragazzo fino a che non scomparve dietro alle scale, completamente incantato.
Si posò una mano sul cuore, tentando di calmarsi. Non aveva mai visto due occhi così belli. La voce poi era... fredda, ma attraente. La sua figura slanciata era perfetta, il suo viso lo era. Quel ragazzo era un piacere per i suoi occhi.
E Hinata credeva nel colpo di fulmine, eccome se ci credeva.

My space ✈️
Chiedo umilmente perdono se alcune cose vi saranno poco chiare dai prossimi capitoli e se  il mio modo di scrivere sarà completamente diverso, ho deciso ieri di revisionare la storia, scrivendola in terza persona e cambiando qualche piccolo dettaglio per renderla più verosimile.
Sof🌱🐝

Prison [KageHina]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora