XVI

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Io sono dei giovani e dei vecchi, degli stolti e dei saggi, incurante degli altri, eppure pieno di attenzione per gli altri, materno non meno che paterno, bambino non meno che uomo, pieno di ciò che è volgare e di ciò che è fine, uno della Nazione di molte nazioni, delle più piccole e delle più grandi, uno del Sud e uno del Nord, un piantatore indifferente e ospitale sono, che vive presso l'Oconee, uno Yankee diretto per la sua strada e pronto a commerciare, le mie articolazioni sono le più flessibili e le più robuste articolazioni sulla terra, uno del Kentucky che cammma per la valle dell'Elkhorn sono, nei miei gambali di pelle di cervo, uno della Louisiana o della Georgia, un battelliere sui io le baie lungo le coste, uno Hoosier, un Badger, un Buckeye, a casa sulle racchette da neve canadesi o nella boscaglia o coi pescatori di Terranova, a casa sulla flotta dei rompighiaccio, veleggiando e bordeggiando con gli altri, a casa sulle colline del Vermont o nei boschi del Maine, o in un ranch del Texas, compagno dei Californiani, compagno dei liberi abitatori del Nord Ovest, (amo le grandi proporzioni dei loro corpi) compagno di chi guida zattere, di chi scava carbone, di tutti quelli che tendono la mano per darti il benvenuto e offrirti da bere e da mangiare, scolaro con i più semplici, insegnante con i più profondi, novizio che comincia eppure ha esperienza di miriadi di stagioni, di ogni colore e di ogni casta io sono, di ogni rango e di ogni religione, agricoltore, meccanico, artista, gentiluomo, marinaio, quacchero, prigioniero, protettore, teppista, avvocato, medico, prete. A tutto resisto meglio che alla mia diversità, respiro ma lascio tanta aria per chi viene dopo, e non sto tronfio, sto al mio posto. (La tarma e le uova di pesce sono al loro posto, il sole splendente che io vedo e i soli oscuri che io non posso vedere sono alloro posto, il palpabile è al suo posto, e l'impalpabile è al suo posto.)

Canto Di Me Stesso.Where stories live. Discover now