capitolo secondo

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Il lunedì della partenza arriva in fretta. Saluto mia madre che rivedrò tra un paio di mesi.

- Mi mancherai figlia mia! !

- Anche a me mamma.  Ti voglio bene ricordatelo. Ciao mà.

- A presto. .

Sentii mio cugino suonare il clacson da sotto.
Salutai mia madre, scesi le scale e salii in macchina salutando il mio cugino preferito.

Era felicissimo di avermi vista, così come lo ero io di vedere lui.
Ha addosso un profumo buonissimo.

In questo momento mi ritornano in mente quante volte beviamo giocato insieme in qualsiasi luogo, a qualsiasi gioco. La felicità si prendeva gioco di noi.

È stato lui a insegnarmi a camminare, ad andare in bicicletta e a non avere paura dei cani.

Ogni volta che sono con lui mi sento bene.

A parte quando ascolto la musica....

La musica è la mia vita. Nei momenti tristi non faccio altro che ascoltare musica di qualsiasi genere, rap, Trap, pop e hip hop, anche rock quando ho bisogno di sfogarmi veramente.

Mentre sono immersa nei miei pensieri Emiliano mi raccomanda di non fare scenate quando incontro Cosimo. Perché ovviamente l'ha saputo anche lui della litigata con Cosimo. Gli dico ovviamente tutto.

Che poi con il suo carattere testardo e rompi palle veramente non si sopporta. Ti salgono i nervi solo rimanere 5 minuti con lui.

Che poi si sente così capo che neanche il capo dei capi lo raggiungerebbe.
(PERCHÉ LUI È IL CAPO DEI CAPI)
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Ci sono voluti almeno 2 ore per arrivare in montagna. Poi con questo caldo bestiale stare in una macchina per 2 benedettissime ore non è una gran cosa eh.

Quando entriamo sentiamo il fresco che c'è in questa casa. Fuori c'è caldo, in questa casa fresco.
GRAZIE EMILIANO.

Ci sistemiamo nelle nostre stanze e aspettiamo che arrivino gli altri.
Per primo arrivano Don Joe e sua moglie, la moglie è molto simpatica.

La moglie mi ha fatto vedere tutti i vestiti che ha messo nella valigia. Inoltre, mi ha portato due regali:
Il primo è un abito nero nero con il collo a U e le bretelle e la gonna che arriva fino alle ginocchia. Il secondo è una scatola che contiene una collana con un diamante.

Troppo bello.

I miei genitori non mi hanno mai regalato cose del genere, tranne Emiliano, ovviamente. Mi sembra ovvio.
Lui è il cugino perfetto che ognuno vorrebbe avere.

Dopodiché, ci prepariamo per pranzare. Ognuno di noi si lava le mani nel bagno per gli ospiti.
Il tavolo è lungo con mio cugino a capotavola, io alla sua destra,  la moglie accanto a me e Don Joe a capotavola.

Mangiamo l'insalata di riso con la frutta. Qualcosa di fresco, no?

Emiliano mi ha avvisato che Fabio, Cosimo l'insopportabile e Jake arriveranno verso le quattro. Per fortuna così posso stare un po' in pace.

Finito di mangiare leviamo le cose dalla tavola.
Dopo io mi vado a lavare i denti e mi rifugio nella mia stanza. Ho ancora il vestito che mi ha regalato la moglie di Don Joe steso sul mio letto, lo poso.

Manca ancora un'ora e mezza per l'arrivo dell insopportabile, Fabio e Jake.
Speriamo che questa vacanza vada a finire bene.
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-No, io non ci vado con lui a fare la spesa. Ve lo potete togliere dalla testa!
Grido mentre Emiliano non vuole sentire spiegazioni.

Cosimo è arrivato e mio cugino pretende che io debba andare con lui a fare la spesa. Ma che se lo scordino.

In questo momento la moglie di Don Joe sta parlando con sua madre, che dalla faccia sembra preoccupata, e non poco.

-Adesso tu entri nella macchina con lui e vai a fare la spesa.
Dice Emiliano.

-Ma io non ci vado con lui. Vacci tu che io con questo perdo solo tempo.
Reclamo io.

-Va be, vado io con lui.
Annuncia Fabio.

TI AMO FABIOOOOOO.

-Ecco bravo Fabio, ora potete andare pure.
Dico.

Quando Cosimo e Fabio escono dalla porta ovviamente non poteva mancare la ramanzina di Emiliano.

-Ma cosa ti pende? Sei impazzita? Cosa te ne frega se avete litigato. Avevi lo scopo di andare a fare la spesa non di non ignorarlo.

-Io non lo sopporto, okay? Non me ne frega niente se pensano che sono una bambina, ma io con lui non ci vado. Se ne può pure andare a fare in culo.
Rispondo bruscamente.

-Vai nella tua stanza immediatamente.
Mi ordina.

-Ma col cazzo che me ne vado in camera.
Ribatto.

-In questa casa e in questo caso fai quello che ti dico io.

-Emiliano, vattene a fanculo. Ormai sono maggiorenne e quindi posso fare ciò che voglio di me e della mia vita, e delle idee degli altri non me ne frega niente. Capito?
Forse non ha ancora capito quello che voglio dire.

-Te lo devo ridire in un'altra lingua per caso? Casomai in arabo, oppure in aramaico antico.
Continuo gesticolando.

-Lara!
Mi guarda chiamandomi e inclinando la testa in un lato.

-Che problema c'è ora?
Chiedo.

-Per favore, non fare queste scenate.
Mi supplica.

EQUILIBRIO [GUE P.][FAN FICTION]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora