CAPITOLO 2- LA SCHIAVA DELLE TENEBRE

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Jamie osservava la ragazza accucciata ai suoi piedi, immersa in una pozza di sangue demoniaco che andava allargandosi. Non aveva mai visto nessuno dare una pietra in testa ad un Demone prima. Era affascinato da quella prontezza e anche dalla calma della ragazza; neppure lui era certo che sarebbe stato così tranquillo se due demoni lo avessero attaccato.

-Stai bene? - chiese lei a sorpresa e Jamie per poco non si lasciò sfuggire la spada sporca e viscida di mano. Sbatté le palpebre, senza sapere come reagire. La ragazza si alzò, pulendosi le mani sporche di sangue nella tonaca bianca e lacera. Era bassa, notò Jamie, molto bassa, forse meno di un metro e sessanta, tanto che la sua testa sfiorava appena un punto qualche centimetro sotto la sua spalla ed aveva l'aria malaticcia, molto fragile, come una voluta di fumo. Era pallida e i suoi lunghi capelli erano talmente ingarbugliati che il ragazzo si chiese se fosse possibile passarci le dita attraverso. Scosse il capo.

-Io...Dovrei essere io a chiedertelo-disse alla fine l'Armato. -Cosa volevano quei due?

La giovane si strinse nelle spalle. -Riportarmi a casa... ad Edom.

-Edom? Tu arrivi da Edom? -sussurrò Jamie sorpreso. -Gli umani non possono viverci. Ma.- continuò e sospirò, fissandola e cercando di incontrare il suo sguardo.- Immagino che se puoi vedermi, tu non lo sia. Allora?

. -Sono una Guardiana.

L'Armato lasciò cadere la spada, indietreggiando di un passo, mentre la sua mente correva al ricordo di un nome letto solo nei libri di testo anni prima.

-Dio mio. Sei una Guardiana? - chiese sgomento. Erano poche, veramente poche, le cose in grado di stupirlo, dopo  anni passati nel mondo dell'Ordine. Ma che una Guardiana riuscisse a scappare da Edom e bussasse alla porta della Casa era un evento a dir poco unico. Una Guardiana. Un essere quasi mitologico, una creatura in grado di evocare a bandire Demoni potenti oltre ogni immaginario, provenienti da mondi che perfino Lucifero non riusciva a controllare. Ed era davanti a lui, sorridente, come se fosse divertata dalla sua reazione sgomenta.

-Sì. Mi chiamo Beth.

Jamie scrollò le spalle, scrutando con maggiore attenzione la ragazza. Ora vedeva con chiarezza maggiore il viso della giovane, le ombre sotto gli occhi nocciola e i lividi scuri sugli zigomi. Ebbe un fremito; sembrava che quelle ossa fossero molto fragili.

- Jamie –si presentò il ragazzo, chinandosi e raccogliendo la spada. -E forse avrai intuito che sono un Armato.

Beth sorrise, alzandosi in punta di piedi e sbirciando la Casa oltre la spalla del ragazzo, che trovò affascinante il modo in cui gli occhi si illuminavano, come quelli di un bambino messo davanti ad uno spettacolo straordinario.

-Lo avevo sospettato quando hai saltato il cancello con un balzo. È stato fantastico. Mai visto nessuno fare una cosa del genere...

Jamie sorrise. Non riuscì a farne a meno e per un istante avrebbe voluto ridere per l'ammirazione della ragazza. Poi scrollò le spalle.

-Andiamo. Credo di doverti portare dentro. Non so se Marie sia sveglia...-si avvicinò al cancello ed estrasse il medaglione che portava al collo, nascosto sotto la camicia, ora sporca di sangue nerastro. La spada gocciolava sul marciapiede, così la rinfoderò, piuttosto schifato.-Perché perdono così tanto sangue?

Beth gli mise al fianco incuriosita. -Cosa è quello?

-Il medaglione degli Armati, il mio simbolo di appartenenza all'Ordine...E la chiave del Cancello. - sfilò la catenina dal collo e la fece scivolare in un incavo liscio nel ferro, dove avrebbe dovuto trovare posto la maniglia. Sentì Beth trattenere il fiato mentre la serratura scattava e il cancello cigolava sui cardini, aprendosi.

EPOH- Tu sei miaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora