Capitolo 4: Desiderio e vapore

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Pov Rowen

Dopo qualche secondo quella piccola donna con le sue esili dita sfiorò appena il vetro incantata dalle luci.

Il problema che persisteva nei pantaloni a quanto pare si faceva sentire sempre di più e tra l'altro, ero ancora bagnato ed infreddolito.

Con calma iniziai a spogliarmi, lei era ancora lì, a guardare fuori il bagliore della città.

Il suo piccolo e formoso corpo sembrava quasi ingabbiato in quegli abiti troppo succinti per lei, non rendevano giustizia alla sua bellezza e alla sua dolcezza.

Mi tolsi la camicia, la lasciai scivolare lentamente giù dalle spalle mentre la guardavo sognare ad occhi aperti davanti alla grande finestra, sorrisi.

Poi fu il turno dei pantaloni, scivolarono piano giù dalla vita, dai boxer si poteva notare in modo molto evidente l'erezione.

I pantaloni erano caduti rumorosamente sul pavimento in marmo bianco, fu allora che Caroline si girò e gli occhi che prima erano pieni di meraviglia erano cambiati, lo stupore, l'imbarazzo e la paura li riempivano.

Le sue guance erano rosse, tutto in lei suggeriva dolcezza.

E io non potevo fare a meno di desiderarla.

Dovevo averla. Doveva essere mia.

L'erezione pulsava più forte e il dolore aumentava come l'eccitazione.

Lei restava ferma, le labbra dolci e sottili si schiusero come per proferire parola, ma rimase un attimo in silenzio, forse per il troppo imbarazzo.
"Ho un secondo bagno, è vicino alla camera da letto", dissi in modo caloroso, lei annuì arrossendo e con voce flebile e dolce rispose:"grazie, sei molto gentile", l'accompagnai verso il bagno e le lasciai degli asciugamani puliti.

Mi accesi una sigaretta per cercare di calmare i bollenti spiriti, inutilmente.

La sentivo canticchiare dolcemente, percepivo l'acqua scorrere, dalla porta in vetro del bagno si vedeva il vapore che appannava tutto.

Il desiderio nel basso ventre non accennava a diminuire.
Mi morsi il labbro inferiore cercando di calmare il respiro e cercavo di togliermi dalla testa quella piccola donna.

Non dovevo pensare che ora era nuda, nella mia doccia, non dovevo immaginarla mentre la schiuma le scivolava lentamente via dal corpo insieme all'acqua... oh cazzo!

Non la devo pensare!

Però... se non se ne accorge potrei pur sempre spiarla, basta solo che non mi veda.

Mi diressi verso la porta del bagno con una mano nei boxer per cercare di soddisfare il desiderio che mi stava logorando.
Aprì appena la porta, una fonata di vapore caldo mi colpì in pieno viso, ora riuscivo appena a vedere la sua sagoma, dovevo avvicinarmi di più.
Lentamente presi appena la maniglia e aprì di poco la porta del box doccia, l'eccitazione aumentava e l'adrenalina scorreva nel mio corpo, appena la vidi avvolta dalla schiuma e dal vapore, le fantasie presero il sopravvento, la desideravo ardemente.

Volevo dominarla, volevo sentirla gridare il mio nome, volevo toccare ogni suo centimetro di pelle, ogni imperfezione e smagliatura.
Non posso non fare a meno di guardarla mentre sto ben attento a non farmi vedere.
L'erezione pulsava ancora più forte e non sapevo per quanto mi sarei potuto trattenere ancora.

Angolo autrice:

Bene questa è la fine del capitolo quattro! Chiedo scusa se ci ho messo tanto a scriverlo ma ho avuto molti impegni!
Ditemi che ne pensate e ci rivedremo nel prossimo capitolo di Amore di strada!

Amore di stradaWhere stories live. Discover now