13. Trasferimento

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Un'altra?!
Seriamente? Ma cos'era, uno scherzo? Prima la mia Error e poi la mia Ink?
"Arriverà quel momento in cui apriranno l'industria in cui vendono direttamente le tue bambole, tipo Barbie in tutte le sue versioni. "
"...Forse è probabile...ma guarda il lato positivo! Io guadagnerò moltissimo!"
"Nah, non penso che le comprerebbe qualcuno, Ahahahahahaha."

Ink Sans: Ehm...Pap...è meglio se parliamo in privato...

Sans sembrava sul punto di esplodere dalla rabbia, Papyrus non ebbe neanche il tempo di rispondere che il fratello lo trascinò per la sciarpa dentro a cucina.
Poi Sans cominciò a sfidare per bene, fossi stata nei panni di Pap sarei scappata all'istante.
Guardai lo scheletro.
Aveva una strana stella rossa nell'occhio destro che mi fissava in modo curioso.

Ink Shinju: Tu fai parte di Undertale, vero?

Io: Veramente io non faccio parte di nessun Au.

La mia Ink scosse la testa sorridente.

Ink Shinju: No, no, io lo sento, io riesco a capire le Au a cui appartengono i mostri e posso assicurarti che tu fai parte di Undertale.

Non sapevo se crederle, insomma, ero scappata da quel posto e di certo non avevo intenzione di ritornarci.
Ink Shinju si avvicinò a me e rivolgendomi una smorfia di rabbia.

Ink Shinju: Non può essere! Sono più bassa di te! Non è giusto!

Risi. In effetti anche Ink Sans era più basso di...mio...di Sans.
Guardai di lato e sbuffai.

Ink Shinju: Chi è la ragazzina accanto a te?

Ma di che stava parlando?

Io: Ma di chi parli?

Ink Shinju: Della ragazzina dall'occhio rosso, a pensarci bene fa leggermente impressione...

Lei riusciva a vedere Akane? Ma come faceva?

Io: Eh, eh...sarà la tua immaginazione...eh...eh.

Lo scheletro mi prese per il maglione, molto, ma molto arrabbiata.

Ink Shinju: Senti tesoro, non dirmi cavolate o giuro che avrai un'incontro ravvicinato col mio pennello!

Tale fratello, tale sorella, hanno proprio lo stesso caratterino...

Io: Lei si chiama Akane, è una mia...amica?

Ink Shinju mi lasciò e assotigliò le orbite, come se non fosse del tutto convinta della mia risposta.

Ink Shinju: Va bene...

Sospirai, non era male quella strana famiglia in cui ero capitata, eppure avevo il presentimento che non sarebbe durata a lungo.

Passarono tre anni, avevo festeggiato i miei undici e dodici anni con gli Ink, io e la mia Ink eravamo diventate come sorelle. Ci piaceva disegnare le caricature delle nostre emozioni per poi mandarle di nascosto nei vari Au, io e l'altra me eravamo più che convinte che se Sans ci avesse scoperte ci avrebbe fatto fritte.
Osservavamo dagli schermi dimensionali, gli Au, come reagivano all'arrivo di una me nel loro mondo.
Ink Shinju aveva imparato a combattere grazie agli insegnamenti dei fratelloni e qualche volta la mia Error veniva a trovarci per parlare, visto che gli Error erano sempre impegnati a distruggere gli Au e i fratelloni a fermarli. Era curioso come la mia Ink e la mia Error andassero d'accordo, certo se Ink Shinju o Error Shin si arrabbiava erano capaci di scatenare l'inferno, ma cercavo di tenerle a bada tutte e due per evitare qualche specie di guerra mortale.
Tra pochi mesi sarebbe arrivato il giorno del mio tredicesimo compleanno, ma, sentivo sempre, che io non apparteneva a quel posto, non c'era giorno in cui non speravo di ritrovare mio padre. Ink Sans mi ripeteva di continuo che ormai era meglio dimenticarsi di lui, ma era inutile.
C'erano notti in cui non riuscivo completamente a dormire per questo pensiero, e fu proprio una di quelle notti senza sonno che sentii una voce.
Una voce straziata, disperata quasi.
Mi alzai e in punta di piedi e uscii dalla camera mia e di Ink Shinju. Notai un corridoio che non avevo mai visto. Sapevo perfettamente che avrei potuto perdermi per sempre, ma rischiai lo stesso.
E poi lo vidi. Le ossa mi tremarono e le orbite mi si riempirono di lacrime per la gioia. Cominciai ad esalare il mio solito fumo dall'orbita.
Io non potevo credere a quello che stavo vedendo.

The secret sisterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora