Tommy lo osservò confuso, per poi mormorare un leggero "No".

In quel frattempo, un medico affascinante quasi quanto lo sconosciuto, con tanto di cartellina in mano e occhiali da vista che nascondevano gli occhi color nocciola, fece il suo ingresso, portandosi dietro un sorriso da togliere il fiato.

«Cosa-cosa è successo?» chiese Tommy, lasciando che il dottore gli controllasse le pupille, armato di torcia e, la pressione cardiaca, tenendo il pollice stretto sul suo polso sinistro.

«Ricordi come ti chiami?» gli domandò il medico, mantenendo il suo sorriso.

«Io...Tommy. Sono Tommy. Vi prego, ditemi cosa è successo.» continuò a chiedere, più confuso che mai.

Il medico gli poggiò la confortante mano sulla spalla, costringendolo tacitamente a rilassarsi, poi, iniziò a parlare.

«Tommy, questa mattina hai avuto un brutto incidente. Sei finito con la tua bicicletta in una strada a senso unico...dalla parte sbagliata.» sorrise, e Tommy venne catturato dall'uomo seduto alla sua sinistra, che continuava a osservarlo preoccupato.

Preoccupato di cosa, poi?

«Sei finito dritto sulla macchina di questo signore.» continuò ironico, e Tommy capì il perché della sua presenza e, soprattutto, di tanta preoccupazione, voltandosi immediatamente verso l'uomo che, sorridendo, stavolta, alzò le braccia in alto, come a prenderlo in giro.

Tommy aprì la bocca, incredulo e, pian piano, flashback dell'incidente, si fecero vividi nella sua mente.

«Per fortuna non hai avuto alcun trauma cranico. L'unica ferita da considerare importante, è la frattura alla gamba. Dovrai tenere il gesso per sei settimane e poi, probabilmente, dovrai proseguire con un po' di fisioterapia, per far riprendere il muscolo. Normale routine.» concluse il medico.

Tommy si osservò la gamba, esausto nonostante avesse dormito almeno otto ore dopo l'incidente e poi riportò gli occhi sul dottore che, ancora, sorrideva. Aveva un aspetto cordiale e ti metteva a tuo agio, ma il giovane sentiva una strana tristezza nel petto, come se avesse dimenticato qualcosa.

«Non siamo riusciti a contattare nessuno dei tuoi parenti perché il tuo cellulare è andato distrutto nell'incidente e, considerando che hai perso anche il portafogli, con la caduta, non eravamo neanche a conoscenza del tuo nome. Quindi abbiamo semplicemente aspettato il tuo risveglio.»

I pensieri di Tommy andarono a sua sorella Maddie e a come avrebbe potuto reagire sapendo che suo fratello, unico membro della sua famiglia, si trovasse in un letto d'ospedale a miglia di distanza.

«Oh meno male.» mormorò, inconsapevole.

Sentì gli occhi dei due addosso e cercò di giustificarsi.

«Mia sorella si sarebbe preoccupata molto se fosse stata chiamata dall'ospedale. Si trova in Arizona, per questo sono contento che non siate riusciti a contattarla. D'altronde è solo una gamba rotta.» disse, facendo spallucce.

Improvvisamente, il suo sguardo venne catturato dal cognome scritto sul camice del dottore.

Wayward, Wayward....

«WAYWARD! OH MERDA!» esclamò, cercando, ancora una volta invano, di alzarsi.

«Ehi calma Tommy, ti farai male!» dissero i due uomini, quasi all'unisono, cercando di farlo sdraiare ancora una volta.

«No, no, no!» si lamentava Tommy, sotto lo sguardo stranito dei due.

Tommy li osservò per qualche secondo, passandosi poi una mano sul viso.

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