...And Then

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Reisi camminava per i corridoi dell'ospedale, con solo il rumore dei suoi passi a rompere il silenzio di quei luoghi.

Si fermò davanti alla stanza, la mano a pochi centimetri dalla maniglia.

Solo una porta a dividerli.

Finalmente lo rivedrò.

Aprì la porta con cautela.

Se dorme non lo voglio svegliare, si disse.

Il rosso sembrava addormentato.

Lì, in quella stanza troppo spoglia e asettica per uno come lui, riposava quello che un tempo era stato il Re Rosso, il Re del Fuoco.

Sì avvicinò al letto e, cercando di fare il minimo rumore possibile, si sedette sul bordo.

Passò la mano tra i capelli spettinati del rosso, godendosi ogni istante di quella tenera carezza.

"Suoh..." Fu solo allora che il rosso si decise ad aprire gli occhi, rivelando lo sguardo vigile di chi sveglio lo era già da tempo.

Che bastardo, era sveglio, pensò Reisi rispondendo al ghigno stanco del rosso.

"Suoh." glielo sussurrò di nuovo, avvicinando il viso a quello del maggiore.

"Reisi." rispose l'altro.

Le loro labbra a un soffio di distanza.

Il blu si sporse ancora di poco, giusto un soffio, per far combaciare quelle labbra che si erano cercate una vita intera.

Ti amo.

Ma serviva realmente dirlo ad alta voce?

Per due come loro, no.

Loro non erano semplicemente due innamorati.

Erano due soulmates.

Non importava in quante vite si ritrovassero o quanto lontani fossero perchè, lo sapevano entrambi, al loro mignolo sinistro era intrecciato un piccolo filo rosso che li avrebbe sempre portati uno fra le braccia dell'altro.

Nell'unico vero posto che potessero chiamare casa.

Nell'unico vero posto che potessero chiamare casa

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