Beginning...

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Non gli rimaneva molto tempo.

No.

A Mikoto non rimaneva più molto tempo.

E lui stava ancora cercando quella persona, che poi, in mezzo a sette miliardi di abitanti, quante possibilità aveva lui, Izumo, di trovarlo?

***

"Perché dovrei venire anche io dal medico, scusa?" chiese il biondo.

Il rosso sbuffò, come se non si aspettasse tanta resistenza da parte dell'amico.

"Punto primo: Tu hai la macchina.
Punto secondo: fallo e basta."

Lì per lì Izumo aveva guardato Mikoto stralunato. Poi scelse di accettare.

Del resto, non capitava mai che l'amico gli chiedesse di accompagnarlo ad una visita medica.

Col sennò di poi, Izumo avrebbe dovuto farsi due domande già quel pomeriggio di settembre.

*

"Ah, Mikoto, vieni." l'uomo li fece sedere.

Mikoto si sedette davanti alla scrivania del medico, le mani in tasca e l'espressione di chi sa cosa gli stanno per dire.

Strano, pensò Izumo.

"A quanto pare non le rimane molto da vivere." iniziò l'uomo.

"Che cosa?!" urlò Izumo.

Che cosa?!, si ripetè.

"Ha ragione lui, Izumo. Non mi rimane molto da vivere."

Mikoto era sempre stato bravo a non far trasparire le proprie emozioni.

Izumo guardò con espressione attonita l'amico di sempre.

Sembrava lo stesso Mikoto di sempre.

Ma non lo era.

Perché stava morendo.

"È...è v-vero?" balbettò rivolto all'uomo dall'altro lato della scrivania.

L'uomo abbassò il capo e annuì.

Conoscevano quel medico da tutta una vita, li aveva visti crescere, non poteva mentire.

Quindi era vero.

Mikoto stava morendo.

*

"E così...Non ti rimane molto tempo da vivere eh, amico?" Izumo si decise a parlare nuovamente solo verso sera inoltrata.

"A quanto pare." scrollò le spalle l'altro.

"Ho bisogno tu faccia qualcosa per me." aggiunse, poi.

"Cioè?"

"Trovami una persona." aveva detto.

Poi si era alzato ed era andato a prendere il suo blocco da disegno.

Tolse i disegni dei paesaggi, gli schizzi, le bozze, i ritratti degli amici, poi li trovò.

Un plico sostanzioso di fogli, tutti ritraevano il medesimo soggetto nelle più diverse sitazioni.

"Lui." disse infine.

Izumo guardò il disegno, poi l'amico, portandosi una mano a sfregarsi la nuca soffocando una risatina nervosa

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Izumo guardò il disegno, poi l'amico, portandosi una mano a sfregarsi la nuca soffocando una risatina nervosa.

"Ma..amico...é un disegno...in bianco e nero per di più...Io, come faccio a ritrovarlo, non so nemmeno dove possa essere." balbettò.

'E, detto fra noi, non so nemmeno se esite.' avrebbe voluto aggiungere, ma se lo tenne per sè.

"Trovalo." disse guardandolo negli occhi.

"per favore." aggiunse.

Mikoto credeva in lui.

Gli stava affidando il suo ultimo desiderio.

Chi era lui per non accontentarlo?

"Va bene." sorrise.

*

"Mikoto... sono io." parlò piano, entrando nella stanza d'ospedale del rosso.

L'amico stava guardando il cielo serale, seduto sul letto.

Poi si voltò a guardarlo.

"Sai... non ti ho chiesto i colori di quel ragazzo."

"Ha.." il rosso guardò avanti a sè, come se potesse vederlo lì, davanti a lui, in quel momento.

"Mikoto?" Tentò di richiamarlo alla realtà.

"...i capelli blu e gli occhi viola." disse, poi parve riprendersi.

"Capelli blu occhi viola, ricevuto!" sorrise Izumo.

Mikoto ricambiò il sorriso, stancamente.

L'avrebbe fatto, per Mikoto, anche a costo di girare tutto il globo.

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