Dolorosi ricordi

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Inizio a prendere roba varia e a buttarla sul letto, credo un tre valige bastino... In fondo ci entra quasi tutto l'armadio!
Sbuffo piegando felpe e maglioncini, T-Shirt e pantaloni.
Sento un vociare alle mie spalle e suppongo sia mio fratello.
F: <<Che casino!>> dice ridendo.
P: <<Sei ancora a zero Piè, e partiamo domani!>> mi rimprovera lui che non avevo neanche notato.
Io: <<Faccio in fretta... Come al solito.>> ribatto deciso.
P: <<Lo so. La mia è già pronta.>>
Io annuisco e non aggiungo altro, devo concentrarmi su qualcosa che non siano loro.

Franz mi passa una maglia e mi guarda di sottecchi.
F: <<Tutto okay?>> mi limito solo ad annuire.
F: <<Vuoi parlare un po'?>> mi chiede continuando a passarmi le maglie.
Io: <<Non c'è niente di cui dover parlare...>> sussurro.
F: <<Stai per affrontare un tour mondiale, e lo hai schiaffeggiato...>>
Io: <<Se lo è meritato quello schiaffo.>> dico duro.
F: <<Sì, ma...>>
Io: <<Ma niente Franz.>> chiudo il discorso io.
Sento lo sguardo di mio padre addosso e fingo di non pensarci.
Io: <<Non vuoi proprio venire a nessuna tappa, Franz?>>
F: <<No... Scusami.>> non gli chiedo neanche spiegazioni, le conosco già le sue risposte, so quanto gli dia fastidio, soprattutto all'estero, passare per il "fratello di Piero".
Io: <<Okay...>>
F: <<Ti chiamo su Skype.>>
Annuisco piegando l'ennesimo jeans, mi fa male sapere che non verrà a nessuna data, lo vorrei con me, almeno a qualcuna.
P: <<Io non ti basto?>> domanda con una punta d'ironia.
Io: <<Ma ti pare?>> rido.
Franz mi passa i vestiti dei concerti, la camicia bianca che avevo preso con lui, la stringo un po' di più tra le mani e la stropiccio.
Io: <<Franz...>>
F: <<Sì?>>
Io: <<Se ti dovessi annoiare troppo puoi anche chiamare la tizia con i ricci in testa... Milano-Bologna non è distante!>> rido ricevendo una maglietta in faccia.
F: <<Preferirei sotterrarmi vivo.>> ride anche lui.
P: <<Francesco... E non dargli corda anche tu>> quasi ci rimprovera.
F: <<No pà, tu non hai visto cosa faceva quando era accanto a me... Non puoi capire.>> rabbrividisce evidentemente al solo ricordo.
Vedo mio padre trattenere una risata, mi siedo sul letto e guardo la mia camera.
Io: <<Mi mancherà tutto questo.>> sussurro.
F: <<A me mancherai tu.>>
Io: <<Saprai come distrarti!>> rido alla sua faccia disgustata.

Mio padre prende la sedia e si siede davanti a me e mio fratello.
P: <<Dobbiamo parlare, lo sai? Ho notato delle cose...>> io trattengo il respiro perché non so cosa possa aver notato.
Io: <<Dalla psicologa non ci vad...>>
P: <<Non è questo che volevo dirti.>> mi interrompe lui.
Franz mi accarezza per un istante la gamba quasi a dirmi di star tranquillo.
P: <<In auto sei stato sul punto di star male... Non possiamo permettere che accada così spesso.>> mi dice schiettamente ed io non so neanche come controbattere.
Io: <<Non accadrà in America.>>
P: <<Non puoi saperlo, anche io spero non ti succeda, ma devi almeno dirmi quando inizi a sentirti male.>>
Io: <<È complicato papà. Ci sono momenti in cui so gestirla da solo, altri momenti in cui non riuscirei neanche a reagire...>> sussurro, poi penso ad una cosa.
Io: <<E se prendessi qualcosa?>>
Mio padre e mio fratello mi guardano.
P: <<Cosa?>>
Prendo dal cassetto del comodino una boccetta ancora integra dei tranquillanti naturali presi in erboristeria e glieli do.
F: <<Piero...>> mi sussurra spaventato.
Io: <<Sono erbe, sta tranquillo.>>
P: <<Li hai presi?>> annuisco debolmente senza guardarlo.
F: <<E minchia Piè, perché non mi hai detto niente?>>
Io: <<Non era il momento giusto...>>
Lui sbuffa e si alza allontanandosi un po'.
Io fisso il pavimento e appoggio i gomiti sulle ginocchia.
Io: <<E' solo colpa mia...>> sussurro, ma mio padre mi sente.
P: <<Non dirlo neanche per scherzo, tuo fratello è solo un po' preoccupato e non ama questi viaggi che ti portano lontano da casa per molto tempo.>> mi dice scontato lui.
Io annuisco, ma mi dispiace, non voglio che lui stia male a causa mia.
Io: <<Franz...>> ma lui mi interrompe sul nascere.
F: <<Quando sei stato male in tour, che Ignazio ti è stato accanto, quando hai avuto la crisi, le avevi prese?>> domanda severo.
Io: <<No, non ne avevo. Lei... Non so come li abbia scoperti, ma quando abbiamo discusso nel mio camerino è riuscita a sottrarmeli e io... -poggio le mani sul viso- Mi dispiace non avervi detto niente, solo che non volevo farvi preoccupare più di quanto già non foste...>>
P: <<Devi dirmi tutto quello che ti accade Piero, se non conosciamo i sintomi non riusciamo a trovare i rimedi, chiaro?>> mi dice lui quasi incurante di quei tranquillanti, mentre Franz calca solo quell'argomento.
F: <<Quando li hai presi come stavi?>>
Io: <<Fin troppo calmo... Non credo facciano al caso mio.>> mi ritrovo ad ammettere.
Mio fratello si siede nuovamente al mio fianco.
F: <<Okay... Meglio così.>> mi da una pacca sulla spalla.
Mio padre dopo aver ottenuto il silenzio riprende a parlare.
P: <<Se riescono ad eliminare l'ansia pre-concerto meglio, ma non voglio che tu sia schiavo di queste cose. Ti starò accanto, te l'ho detto, come ho anche detto che non andrai a nessun incontro con la psicologa, ma devi sapere che lei presiederà alle riunioni, quindi verrai comunque studiato.>>
Io strabuzzo gli occhi, non ci posso credere, non è vero...
Non gli rispondo, sbuffo cercando di posizionarmi meglio sul letto.
Io: <<Se avete già deciso...>>
P: <<Non voglio nessuno che ti giudichi, sono più dell'idea che possiamo gestirla noi la situazione.>>
Annuisco anche se non ne sono convinto, Franz mi stringe debolmente la spalla.
Io: <<Se mi prende come l'ultima volta... Non riesco a gestire un bel niente e nessuno di voi sapeva che fare, non era mai successo.>> mio padre non mi risponde subito, lo vedo pensare qualche attimo per poi prender la parola.
P: <<Non è vero che non è mai successo...>>
F: <<Che vuoi dire?>> chiede quasi sbalordito lui.
Lo vedo prendere un respiro profondo, chiudere gli occhi qualche istante per poi riaprirli e cominciare a raccontare.

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