"Ascoltami bene, teppistello, ridai immediatamente indietro il portafogli a mio fratello, altrimenti..." Senza minimamente badare a lui, Randy prese il portafogli, se lo mise in tasca e prese un coltello.

"Oh? E cosa farai?"

Quando finì la frase, Jeff gli diede un pugno sul naso. Appena fece per tenersi la faccia, Jeff gli prese il polso e glielo spezzò. Randy urlò e Jeff gli prese il coltello dalla mano. Troy e Keith caricarono Jeff, ma egli fu troppo veloce.
Gettò Randy per terra. Keith si scagliò verso di lui, ma Jeff lo evitò e lo pugnalò nel braccio. Keith fece cadere il suo coltello e cadde a terra urlando. Anche Troy si scagliò contro di lui, ma a Jeff non servì nemmeno il coltello.
Semplicemente gli diede un pugno dritto nello stomaco, facendolo cadere. Appena impattò a terra iniziò a vomitare. Liu non fece altro che guardare Jeff, stupefatto.

"Jeff, come stai?" disse soltanto. Videro arrivare l'autobus e seppero che sarebbero stati accusati di tutto. Quindi iniziarono a correre più veloce possibile. Mentre correvano guardarono indietro e videro l'autista correre verso Randy e i suoi.

Appena Jeff e Liu arrivarono a scuola non osarono raccontare nulla di cosa era successo. Tutto quello che fecero fu sedersi e ascoltare. Liu pensava soltanto a come suo fratello aveva picchiato i ragazzini, ma Jeff sapeva che c'era dell'altro.
Era qualcosa di spaventoso. Appena sentiva quella sensazione si sentiva potente, aveva solo bisogno di far del male a qualcuno. Non gli piaceva come suonava, ma lo aiutava a sentirsi felice.
Sentì quella strana sensazione andare via, per il resto della giornata.
Persino quando camminava a casa, a causa degli eventi accaduti vicino alla fermata dell'autobus che non avrebbe più preso, si sentiva felice.

Quando arrivò a casa i suoi genitori gli chiesero come fosse andata la giornata, e lui rispose, con una voce un po' inquietante, "È stata una giornata magnifica". La mattina seguente sentì qualcuno bussare alla porta di casa. Scese ed incontrò due agenti di polizia alla porta, la madre lo guardò arrabbiata.

"Jeff, questi due agenti mi hanno detto che tu hai attaccato tre bambini. Non è stato un combattimento regolare e sono stati accoltellati. Accoltellati, figlio!" Lo sguardo di Jeff si fissò sul pavimento, mostrando alla madre che era vero.

"Mamma, sono stati loro quelli che hanno puntato un coltello contro me e Liu."

"Figliolo" disse un agente, "abbiamo trovato tre ragazzini, due dei quali accoltellati, ed uno con un livido sullo stomaco, ed abbiamo dei testimoni che provano che tu sei fuggito dal luogo. Ora, che hai da dire in tua difesa?" Jeff sapeva che era inutile. Avrebbe potuto dire loro che lui e Liu erano stati attaccati, ma non c'erano prove per dimostrare che erano stati i teppisti ad attaccare per primi. Gli agenti erano a conoscenza del fatto che i due erano scappati, ed è ciò che è successo veramente. Perciò Jeff non poteva difendere né Liu né sé stesso.

"Ragazzo, chiama tuo fratello." Jeff non poteva farlo, visto che era stato lui a picchiare i ragazzini.

"Signore, sono... sono stato io. Sono stato io l'unico a picchiare i ragazzi. Liu ha provato a trattenermi, ma non ci è riuscito." L'agente guardò il collega ed entrambi annuirono.

"Bene, ragazzo, sembra che un anno al centro di detenzione minor..."

"Fermi!" disse Liu. Tutti videro che Liu aveva un coltello in mano. Gli agenti estrassero le loro pistole e le puntarono contro il ragazzo.

"Sono stato io, ho picchiato io quei teppistelli. Ne ho le prove." Alzò le sue maniche rivelando tagli e lividi, come se avesse lottato.

"Ragazzo, abbassa il coltello." disse l'agente. Liu lasciò il coltello e lo fece cadere per terra. Alzò le mani a si avviò verso i poliziotti.

Le origini delle CreepypastaDär berättelser lever. Upptäck nu