Lift Off - One Shot

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Iniziava una nuova giornata di scuola.
Una nuova giornata in cui l'avrei visto ma sicuramente lui non avrebbe visto me.
Erano ormai due anni che avevo una cotta per Conor Maynard. Ma ovviamente non si era mai accorto di me, semplicemente per il fatto che lui era uno dei ragazzi più popolari della scuola e poteva avere tutte le ragazze che desiderava, perché mai avrebbe dovuto perdere tempo con me:
Cassie Adams, la ragazza timida che a scuola solo in pochi conoscono e non aveva nemmeno una media spettacolare.
Esatto, ogni cosa girava sempre intondo a questa realtà dei fatti, eppure continuavo a sperare, e sperare e sperare, anche se mio fratello continuava a dirmi di lasciar perdere in quanto suo grande amico.
Sentivo spesso dirmi: Non smettere mai di credere e Non perdere tempo a sognare, ma ormai avevo smesso di ascoltare, ero racchiusa in una barriera di indifferenza e rammarico.
Se c'era una cosa che sapevo meglio dei testi di canzoni dei miei idoli e di citazioni di alcuni film o libri era che se una cotta durava più di quattro mesi poteva definirsi amore...ma ovviamente questa era solo una diceria che le donne di una certa età di mia madre amavano ripetere quasi come matra o vecchi saggi su una montagna desertica.
Osservai ancora per alcuni secondi l'entrata della mia scuola prima di decidermi a camminare.
Controllari il perimetro, stringendomi nel mio giubbotto quando il vento freddo di novembre mi colpì. Non era uno dei migliori momenti di Brighton, con il cielo plimbeo e grigio, l'umidità che si alzava e increspava i capelli e l'asfalto bagnata e scivolosa.
Pochi ragazzi erano rimasti fuori, direi i più coraggiosi, perché la temperatura alle otto in punto di mattina era poco sopportabile in quel periodo dell'anno.
Salii tre scalini e poggiai la mia mano sulla maniglia della porta, fredda a contatto con le mie mani riscaldate dalle tasche della giacca, e con un movimento deciso la abbassai. Il caldo mi investì subito, confortante e con un leggero tanfo di aria consumata e chiusa. Il corridoio era pieno di studenti che ridevano e parlottavano animatamente tra loro.
Mi diressi verso il mio armadietto. Zigzagando tra la folla e cercando di schivare alcuni ragazzi che occupavano quasi tutta la parte iniziale del corriodio, con i loro scherzi e movimenti bruschi. Arrivai al mio amadietto, quasi alla fine del corridoio, vicino alla classe di biologia e inserii la combinazione. Ormai ero così abituata a fare quei movimenti, che non gli diedi tanta imprtanza e agii macchinamente: un automa più simile a una studentessa con le occhiaie. Una cosa, però, mi lasciò perplessa. Dall'armadietto di un blu cobaldo arrugginito cadde un piccolo foglietto piegato in modo molto accurato e di un bianco candido. Mi guardai attorno, pensando che forse era uno scherzo stupido dei miei stupidi compagni di scuola, ma nessuno sembrava prestarmi attenzione, continuavano a ridere per fatti loro. Allora loo raccolsi e lessi sul retro una scritta con una calligrafia assolutamente perfetta e lineare: "per Cassie" La fissai, analizzandola, qualche altro istante prima di decidermi ad aprirla. Osservai attentamente la carta: era bianca, con dei righi viola anche all'interno oltre che all'esterno. Aveva l'aspetto di essere completamente intonso, nonostante fosse stato strappato da un quaderno, cosa che non si riusciva a notare subito. Scossi la testa stralunata, sgranando impercettibilmente gli occhi man mano che andavo avanti nella lettura.
Sul biglietto c'era scritto, sempre con quella calligrafia ordinata, che alla pausa pranzo questo ragazzo anonimo mi avrebbe aspettato nel cortile dietro la scuola.
Setacciai ancora una volta tutti gli studenti prima che suonasse la campanella, per poi soffermarmi su uno in particolare: Conor.
I suoi occhi celesti si incontrarono con i miei verdi per una frazione di secondo ma questo bastò per far andare il mio cuore dritto alle Olimpiadi per stracciare di brutto Bolt e vincere l'oro. Sembrava voler scappare e abbattere a pugni le mie costole per fiondarsi nelle braccia del ragazzo. Distolsi lo sguardo in fretta.
Una testolina bionda mi fece sussultare mettendosi di fronte a me, sempre con uno dei suoi sorrisi che mi rallegravano la giornata dalle elementari.
Allyson Forbes, la mia migliore amica da 10 anni.
«Ehi, Cass, cos'hai ora?»mi chiese sprizzando gioia come suo solito. Anche di mattina, un giorno scolastico per di più, sapeva essere allegra e vivace come non mai. La invidiavo un po', con i capelli lisci che nonostante l'aria umida rimanevano tali, gli occhi simili all'oro fuso e un sorriso che avrebbe potuto scintillare.
«Adesso ho la cosa che odio di più fare alle prima ora: Matematica» risposi con tono drammatico, mettendomi una mano sul viso teatrale, imitando una possibile tragedia greca. Chissà perché la matematica alla fine si era sviluppata in Grecia.
«Perfetto, anche io ho matematica» Allyson saltellò sprizzando sempre più gioia, rallegrata da questa notizia e ovviamente non badando al mio finto tono drammatico degno di oscar.
Il nostro dialogo venne interrotto dal suono della campanella.
Chiusi con uno scatto veloce il mio armadietto e seguii Allyson verso l'aula di matematica ma prima riposi il bigliettino nella tasca inferiore del mio zaino verde acqua con delle spille rosse e celesti. Un accozzaglia di colori, ma alla fine esprimevano i sentimentri contrastanti che provavo quasi ogni giorno.

Lift Off [Conor Maynard OS]Where stories live. Discover now