alexandra. »
mi richiusi la porta alle spalle con fare discreto. nonostante fossi sola in casa mi comportavo sempre come se da qualche parte ci fosse qualcuno a cui avrei potuto arrecare disturbo anche con un semplice sospiro.
tolsi le scomodissime scarpe che portavo al piede da quella mattina riponendole nel loro apposito mobiletto posizionato all'ingresso del mio monolocale.
infilai le mie comode ciabatte e mi spogliai poi del cappotto, per infine dirigermi verso la cucina intenzionata a prepararmi qualcosa da mettere sotto i denti per cena.
mentre l'acqua messa su per la pasta si riscaldava decisi di indossare un pigiama comodo e di accendere il computer, avevo ancora delle cose lasciate in sospeso, ma per non lasciare l'ufficio tardi anche quel giorno avevo deciso di portare quel po' di lavoro rimasto a casa.
da quando quel giorno avevo deciso di smaterializzarmi lontano dal mondo che avevo sempre conosciuto come casa erano cambiate tante cose, forse se non mi conoscessi direi di non essere nemmeno più la stessa persona.
avevo deciso di lasciarmi ogni cosa alle spalle e di iniziare a condurre una vita normale o anche, se vogliamo essere più precisi, una vita da babbana.
non che mi entusiasmasse, agli inizi avevo trovato immani difficoltà ad adattarmi al non utilizzo della magia, tanto da rendermi conto quanto ne fossi dipendente: quando non avevo voglia mi muovermi mi bastava mormorare un accio ed il resto era storia.
scossi la testa pensando a quanto in quel momento tutto ciò mi sembrava completamente folle.
dopo essermi ripresa dalla spaccatura riportata alla coscia (causata dalla mancata concentrazione avuta nell'atto di smaterializzarmi) mi ero trasferita non lontano da Londra ed avevo intrapreso una carriera come operatrice turistica e dopo qualche anno ero finalmente riuscita a scalare le classifiche e diventare una delle migliori tra i maggiori operatori inglesi.
impegnata a riportare a galla quei pensieri non mi accorsi che l'acqua stava bollendo e che avrei dovuto calare all'istante la pasta che avevo precedentemente pesato e lasciato in un piatto sul ripiano in finto marmo della cucina.
regolai il timer e lo feci partire non appena l'acqua riprese a bollire, tirai poi fuori il pesto dal frigo e lo misi da parte in attesa che la pasta cuocesse.
non avevo mai amato stare ai fornelli, ma per forze maggiori avevo dovuto anche imparare e soprattutto senza l'aiuto della magia, il che mi rese la vita un inferno.
le prime settimane avevo rischiato di mandare a fuoco l'intero appartamento, per poi alla fine rassegnarmi ad usare la mia bacchetta alla quale ero riuscita pian piano a fare a meno.
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𝐂𝐚𝐧 𝐖𝐞 𝐊𝐢𝐬𝐬 𝐅𝐨𝐫𝐞𝐯𝐞𝐫?
Fanfiction❝ 𝖾𝗋𝖺 𝗎𝗇𝖺 𝗇𝗈𝗌𝗍𝗋𝖺 𝖺𝖻𝗂𝗍𝗎𝖽𝗂𝗇𝖾: 𝗀𝗎𝖺𝗋𝖽𝖺𝗋𝖼𝗂 𝖾 𝗌𝗈𝗋𝗋𝗂𝖽𝖾𝗋𝖼𝗂 𝗇𝗈𝗇𝗈𝗌𝗍𝖺𝗇𝗍𝖾 𝗌𝗍𝖾𝗌𝗌𝗂𝗆𝗈 𝗌𝖺𝗇𝗀𝗎𝗂𝗇𝖺𝗇𝖽𝗈, 𝗉𝖾𝗇𝗌𝖺𝗋𝖼𝗂 𝗌𝖾𝗆𝗉𝗋𝖾 𝗌𝖾𝗇𝗓𝖺 𝗌𝖺𝗉𝖾𝗋 𝗆𝖺𝗂 𝖼𝗈𝗆𝖾 𝗏𝗂𝗏𝖾𝗋𝖼𝗂. 𝗇𝗈𝗇 𝗅𝗈...