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Terrorizzato all'idea che qualcuno, o qualcosa, stesse tentando di farmi del male e addirittura di uccidermi; mi chiusi in camera ed uscii soltanto il pomeriggio seguente. Telefonai ai miei amici per raccontare quello che era accaduto durante la notte e per sapere se, anche a loro, era successo qualcosa. Daniel mi raccontò che i cassetti del suo comodino si aprivano da soli e tutto ciò che c'era dentro veniva lanciato fuori; lui prontamente, rimetteva tutto in ordine ma pochi minuti più tardi accadeva nuovamente e, nonostante cercasse di incastrare i cassetti in modo da bloccarli, questi continuavano ad aprirsi misteriosamente. Giorgio, invece, mi rispose vagamente su ciò che gli accadeva; dal tono della sua voce capivo che faceva fatica a parlarne, percepivo una profonda angoscia nelle sue parole. Quello stesso giorno, mi presi un pomeriggio di relax, solo per me... anche se continuavo a pensare agli spettri e, soprattutto, ai miei due amici: eravamo chiaramente in pericolo e la colpa era soltanto mia, dovevo fare qualcosa prima che la situazione precipitasse.

Nei giorni seguenti, nonostante gli attacchi si facessero sempre più pericolosi, io, Daniel e Giorgio decidemmo di trascorrere alcuni giorni insieme. Era quasi l'alba quando fui svegliato da uno scossone. <<Vieni di la, svelto!>> Urlò Daniel scuotendomi con forza per farmi svegliare. Lentamente mi alzai e lo seguii. <<Gu... guarda...>> Disse indicandomi il balcone. Sbirciai dalla porta e vidi Giorgio, seduto su di una sedia, con lo sguardo perso nel vuoto. Prontamente, aprii la porta ma prima di riusce a raggiungere il mio amico, Daniel mi afferrò per un braccio e mi tirò a se. <<No! Lascialo stare...>> L'osservai stupito. <<Lui è... è....>> <<è? è cosa? Parla!!>> Gli gridai afferrandolo per le spalle. <<è posseduto...>> disse cupo lui, abbassando lo sguardo. Velocemente, cercai di realizzare quanto appreso poi, guardai in direzione del balcone e vidi Giorgio in piedi, sulla sedia, con un piede poggiato sulla ringhiera: era pronto a lanciarsi nel vuoto.

<<Noo!!>> Gli gridai precipitandomi da lui, Daniel mi seguì a ruota e prima che Giorgio si sporgesse oltre, riuscimmo ad afferrarlo per le braccia. Lo trascinammo dentro casa e serrammo la porta che da sul balcone. Lui sembrò risvegliarsi da un incubo, si guardava intorno spaventato, ad un certo punto si portò le mani sulle orecchie. <<Basta!!!>> Urlò dimenandosi. Ci sedemmo tutti e tre sul divano. <<Che cazzo ti passa per la testa?>> Gli chiesi ansiosamente, lui mi guardò sconvolto. <<Non sono stato io...>> Sussurrò. <<Chi è stato, allora?>> Gli chiese Daniel. <<Non lo so, non lo so!!! Una voce mi ha detto di buttarmi giù!! Mi ha costretto a farlo!>> Disse disperatamente cominciando a singhiozzare. Io e Daniel ci guardammo perplessi, cercando di non andar fuori di testa. Dopo poco, mi alzai facendo un profondo respiro. <<Ragazzi... questa cosa non può andare avanti. Prima di scervellarci per trovare una soluzione, volevo chiedervi scusa per tutto questo... è colpa mia...>>

<<Stai sereno Lore, anche noi abbiamo fatto la nostra parte... Pensiamo ad uscirne vivi piuttosto...>>

OtherWorld || Lorenzo Ostuniजहाँ कहानियाँ रहती हैं। अभी खोजें