2. All I know is we said hello

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PRESENTE

« Pronto? »

« Hailey. Sono io » La voce dell'altra parte dello schermo era debole come se la persona che la stava chiamando fosse a una certa distanza dal microfono.

Malgrado ciò, la fronte di Hailey si distese impercettibilmente, quasi fosse sollevata di sentirlo: sapeva a chi apparteneva quella voce e sopratutto conosceva l'uomo che stava parlando.

Suo padre.

« Papà, ciao! Mi fa piacere sentirti » attaccò a dire, cercando di fare mente locale sull'ultima volta che l'aveva sentito. Dovevano essere passate due settimane, durante le quali Hailey non aveva trovato un singolo instante per chiamarlo a sua volta. A causa dei turni serali sfiancanti del ristorante, alle varie commissioni e al dover seguire Ben quando lui non era all'asilo, non era riuscita a ritagliarsi nemmeno un secondo. Perciò era davvero felice di quella piccola sorpresa che le stava permettendo di staccare un attimo la spina dalla routine.

« Non indovineresti mai cosa è appena successo! A Ben è caduto il primo dente » continuò mentre sul suo volto si distendeva un sorriso. « Pensa un po', credeva che qualcuno glielo avesse staccato durante la notte » aggiunse, ridendo tra sé e sé. Suo figlio sapeva come intrattenerla, molto spesso involontariamente.

« Ah, sì? »

Hailey mosse la testa su e giù un paio di volte – anche se suo padre non poteva vederla – mentre recuperava l'ultimo paio di calzini dall'asciugatrice, mettendoli poi nella cesta dei panni puliti. In seguito spostò lo sguardo in basso, sul figlio, il quale era lì al suo fianco, il palmo destro aperto davanti a sé su cui era ancora posato il piccolo dente. Lo stava osservando come se fosse stato qualcosa di alieno, ma abbastanza interessante da scatenare in lui qualche oscura domanda circa la provenienza che, sicuramente, presto avrebbe posto alla madre in cerca di risposte, come sempre.

« Già, e dalla sua espressione credo proprio che non aspetterà molto per iniziare un nuovo Interrogatorio » scherzò, cercando la complicità del padre riguardo all'argomento. Ad esclusione di Allison e della maestra dell'asilo, loro due erano i soli a sapere quanto Ben potesse essere insistente, a volte.

Stava passando per la seconda volta la mano tra i capelli di Benjamin, un suo gesto abituale a cui non avrebbe mai potuto rinunciare, quando Peter, dall'altra parte della cornetta, emise due suoni di gola a un breve intervallo l'uno dall'altro come risposta.

All'istante, nella testa di Hailey scattò un allarme.

Che cosa erano quei due gemiti di assenso? Da quando suo padre rispondeva in quel modo?

Peter Anderson odiava di principio chi emetteva quei versi – che lui attribuiva essere caratteristici di un animale. Secondo l'uomo, una persona non poteva permettersi di cadere in simili banalismi da primato, non quando l'evoluzione millenaria aveva portato l'essere umano in una posizione strategica sulla scala animale. Dopotutto, sempre seguendo le convinzioni di suo padre, un uomo aveva le capacità di emettere dei fonemi che, se messi in un ordine, davano origine a un qualcosa di sensato proprio perché una serie di fortunate mutazioni avevano fatto in modo che l'uomo potesse comunicare sfruttando tale capacità, non per abbassarsi ai livelli dei primati e dei loro versi.

Nel corso della sua vita, Hailey poteva giurare di non aver mai sentito Peter lasciarsi andare a simili barbarie – già, gli studi antropologici di suo padre si facevano sentire in qualche modo.

In casa loro, una delle poche regole a cui la ragazza era sempre stata sottoposta, era proprio il divieto dell'uso di risposte-non risposte. Il fatto che Peter avesse controbattuto in quel modo era la causa dei campanelli dall'allarme nella testa di Hailey, la quale strinse la presa sul cellulare all'orecchio.

When we were youngDove le storie prendono vita. Scoprilo ora