Capitolo 1

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Prendo un grosso respiro e mi lascio cullare dal silenzio di questa calda notte. Nell'aria si può respirare l'odore del mare che danza a suon di onde non molto lontano da casa..

Posso chiamarla casa questa struttura a me così estranea? In realtà devo.
Che mi piaccia o no fra un paio d'ore il sole sorgerà ed inizierò una nuova vita qui in questa casa, in questa città.
Come diavolo ci sono finita qui?
Meno di un anno, 10 mesi, che hanno totalmente stravolto la mia vita. È tutto è iniziato come progetto di un nuovo inizio. Ma chi avrebbe potuto immaginare che sarebbe stato l'inizio di una nuova fine.
Mia madre ha ottenuto un posto di lavoro dei suoi sogni e di conseguenza io, i miei fratelli e mio papà l'abbiamo seguita. In realtà non abbiamo avuto molta scelta, i bagagli erano pronti, la nuova casa era già stata presa e papà aveva già un nuovo dipartimento. Dovevano solo farci salire sull'aereo.
Non c'è molto da raccontare comunque, quel poco è tragicamente teatrale. Ma se devo iniziare a raccontare la mia storia. È proprio da qui che inizierò.
Devo proprio scrivere con affetto?
È già abbastanza stupido da parte mia che io abbia iniziato a scrivere a 17 anni su un diario segreto.
Quindi, beh buona lettura diario!
- Allison.

Di solito non mi dispiaceva tirare fuori la mia valigia perché succedeva in pochi e piacevolissimi momenti: vacanze di Natale a Denver, vacanze estive a Miami.
Alcune volte, come ad esempio in questi ultimi due anni, le tappe erano salite a tre, con Phoenix.
Ogni anno erano diventate ormai tradizione di famiglia e ne ero più che contenta, adoravo ormai trascorrere un paio di settimane in quelle città ma credo che queste mie affermazioni, siano state prese un po' troppo seriamente dai miei genitori.

Chicago l'ho sempre definita la città perfetta, il prototipo esatto di ciò che vorrei dal posto in cui vivo, mi sono sempre sentita di essere nel posto giusto, perdutamente innamorata di ogni sfaccettatura e soprattutto racchiude diciassette anni della mia vita.
E circa un mese fa ho appreso la notizia che presto avremo abbandonato la meravigliosa Windy City.
Tutto il mio mondo quindi, è caduto in mille pezzi nel giro di pochi secondi.
Insomma quanto ci vuole a pronunciare la frase, "dobbiamo trasferirci."?

Ed è successo tutto così in fretta.
Neanche il tempo di rielaborare la notizia che la nostra casa si è trasformata in un appartamento, acquirente delle agenzie.
Tutto troppo in fretta per poter razionalizzare, perché per quanto io sia legata a Chicago le tante, troppe cose successe negli ultimi mesi mi avrebbero dovuto spingere ad abbandonarla subito. Perché in realtà per me questo trasferimento ha segnato, forse, più che una condanna, una liberazione.

Avrei dovuto capirlo comunque.
Sono più che convinta che loro lo avessero deciso molto prima di dirlo a me e i miei fratelli, ma Chloe e Gus non l'hanno presa poi così male, Chloe era addirittura entusiasta!

Quel giorno eravamo in hotel, era l'ultima notte che avremmo trascorso a Phoenix e quindi eravamo tutti riuniti per la cosiddetta cena d'arrivederci.

Se devo ammetterlo era da quando è finita la scuola che notavo alcuni comportamenti dei miei genitori molto strani, soprattutto perché litigavano spessissimo e loro non l'hanno mai fatto. Ero arrivata a credere che si sarebbero lasciati e leggendo le loro facce tese per tutta la serata mi aspettavo che ci mostrassero le carte del divorzio o cose simili. Mi sono decisamente sbagliata e da una parte ne fui sollevata.

Mia madre quando è agitata muove sempre freneticamente le mani e si tocca continuamente i capelli, per non parlare delle sue mega insalatone dove cerca di buttar nel piatto ogni cibo possibile ed immaginabile con la lattuga. Disgustoso. Dice in realtà che è molto leggero, ma forse lo è solo perché gli allieva la pesantezza che ha dentro.
Mio padre invece, è semplicemente più imparlabile del solito e tende a stare in silenzio, anche perché se venisse messo sotto conversazione riuscirebbe solo a discutere brutalmente.
E quella sera erano tutto e due esattamente, così.
Non prospettavo nulla di buono, ma mai niente di così rivoluzionario mi sarei aspettata.

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