Per non parlare del profumo che la avvolgeva quando Carlo Federico si avvicinava a lei.

Era una fragranza maschile, inebriante, una droga olfattiva che le faceva perdere quel po' di raziocinio che forse le restava dopo che lui si accostava così tanto a lei.

Si chiese se questo fosse l'effetto che l'artista provocava a tutti i partecipanti del corso quando si avvicinava a loro per guardare come procedevano le loro opere e dare consigli e suggerimenti o se era qualcosa che sentiva solo lei, se soltanto lei fosse letteralmente stregata dall'uomo.

E per un fugace istante si chiese quanto fosse condizionata in tutto questo dalla fama dell'uomo, dall'aura speciale che si portava dietro e quanto invece dal suo carisma proprio come uomo dall'aspetto virile e sexy, come persona separata dall'immagine del pittore.

«Mi sembra perfetto» commentò l'artista concentrando il suo sguardo sulla tela e Valentina si girò gratificata verso il suo viso, a poca distanza da lei. Sentiva il calore dell'uomo, quasi accostato al suo corpo in una posizione che, se non fosse stato perché erano insieme anche ad altre persone in quella sala, avrebbe potuto sembrare piuttosto intima.

Valentina avrebbe voluto indietreggiare un altro po'con la schiena, fino a sfiorare con la spalla il suo torace, cercando quel contatto che bramava più di ogni altra cosa e che invece finora non si era ancora realizzato.

Lavorare a fianco di Carlo Federico in quelle settimane stava diventando sempre più una tortura per lei e per i suoi sensi sollecitati.

La sua testa non faceva che pensare a lui anche nei momenti liberi, al quel suo fascino carismatico che occupava i suoi pensieri, la sua mente. Il pittore aveva un profumo buonissimo che le stordiva l'olfatto ogni volta che aveva la possibilità di averlo accanto, era diventato la sua droga personale e Valentina si ritrovava spesso ad annusare l'aria quasi come se all'improvviso fosse stata un segugio a caccia di un odore, sperando che la lieve scia la portasse all'artista, la conducesse a lui.

E poi era incuriosita dal suo tatuaggio. Avrebbe dato non so cosa per sfilargli la camicia di dosso e vedere quel disegno snodarsi completamente sulla sua pelle.

Carlo Federico...

Un sogno proibito che aveva quasi rischiato di diventare realtà e che ormai era destinato a volgere al termine.

Ancora pochi minuti di quell'ultima lezione e quel breve corso di pittura avrebbe avuto termine, portando con sé un bellissimo ricordo ed il rimpianto di averle dato molto, ma di non averle dato tutto.

Forse avrebbe dovuto osare di più, far capire al pittore il suo interesse, fosse anche destinato a sfociare in una sola notte di torrida passione.

Del resto, cos'altro si sarebbe potuta aspettare da lui?

Di diventare la sua musa ispiratrice?

O che magari la volesse nella sua vita?

Questi erano soltanto sogni, purtroppo e Valentina era stata da sempre abituata a razionalizzare ogni pensiero, ad incasellare ogni momento della sua vita in base ai criteri di una ferrea logica matematica, non in base ai criteri elastici dell'istinto e della passione.

Si era stupita di essere riuscita, per una volta, a lasciarsi prendere da qualcosa che non fosse rigido e determinato come i numeri, regalandosi quel corso di pittura ad olio.

«Valentina, potresti trattenerti un momento dopo la lezione?» le chiese sottovoce il pittore mentre era ancora chinato su di lei, dopo aver guidato la sua pennellata sulla tela. Era quasi un sussurro roco, una vibrazione che si propagò nel corpo della ragazza come una deflagrazione.

OLIO SU TELA - hot fantasyOnde histórias criam vida. Descubra agora