ʻʻMin Yoongi, stavo proprio cercando te,ʼʼ Yoongi soppresse un sospiro quando sbucò fuori dal nulla il Signor Lee, avvicinandosi a lui. ʻʻNon mi hai consegnato ancora i tuoi compiti, mi avevi detto che gli avevi la scorsa settimana. Dove sono?ʼʼ

ʻʻAl dormitorio, ma―ʼʼ

ʻʻBeh sarà meglio che me li mostri, o li valuto come non classificabili. Hai avuto abbastanza tempo, non ne serve altro per influenzare il tuo voto.ʼʼ Yoongi sospirò, dando unʼocchio al corridoio dietro al prof. Aveva davvero bisogno di vedere Jimin.

ʻʻPosso andare a prenderli dopo che―ʼʼ

ʻʻNo, ci hai già messo troppo. Forza, verrò con te per assicurarmi di vederli.ʼʼ Disse lʼinsegnante mentre iniziava ad avviarsi nella posizione opposta del dormitorio di Jimin. Yoongi gettò un ultimo sguardo in quellʼala prima di sospirare e seguirlo, non volendo finire in ulteriori pasticci.



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Jimin fissò i tagli sul suo polso, guardando come il sangue cadesse dentro lo scarico del lavandino. Le lacrime cadevano dagli occhi mescolandosi con il sangue, e le asciugò con il braccio libero. Il dolore non stava facendo nulla.

Yoongi non ti amerà più con tutti quei tagli. Sei addirittura più brutto ora. Continuò a sussurrargli la voce in testa, facendolo solamente piangere di più. Guardati. Sei grasso, brutto, e i tuoi polsi sono coperti di tagli. Non sei degno dei problemi che hai.

ʻʻVorrei solo che tu te ne andassi via!ʼʼ Urlò Jimin, prendendosi a pugni il lato della testa tirandosi poi i capelli. Il sangue continuò a calare giù dal braccio.

Beh, ci sarebbe un modo... disse la voce e allʼimprovviso lʼattenzione di Jimin fu diretta di nuovo alla scatola. Un modo per farmi sparire... per sempre. Tutti i tuoi problemi, dissolti.

Jimin si accucciò per raggiungere il contenitore, prendendo la piccola confezione di pasticche. Le aveva rubate da sua madre tempo fa, decidendo di conservarle per quando non aveva più scelte. Deglutì, la sua saliva formava un groppo enorme, e svitò il tappo. Fissò le pasticche allʼinterno, i sussurri della voce diventarono sempre più alti fino a quando non udì più nulla.

Coraggio, non farà male. Al contrario, bloccherà il dolore. Forza, prendile.

ʻʻMe lo prometti? Il dolore se ne andrà?ʼʼ Chiese, scuotendo il contenitore.

Ovvio, quando mai ti avrei mentito?



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ʻʻJimin!ʼʼ Esclamò Yoongi non appena fece irruzione nella stanza del ragazzo, guardandosi attorno nella stanza vuota. ʻʻJimin? Dove sei?ʼʼ

Si avviò spedito verso il bagno, dato che non cʼerano altri posti dove poteva essersi nascosto. Notò la pila di libri scaraventati a terra e divenne ancor più preoccupato. Spinse lentamente la porta del bagno già aperta, il cigolio era ancor più amplificato data la quiete.

ʻʻJimin!ʼʼ Esclamò quando lo vide disteso sul pavimento. Il sangue stava ancora scorrendo dal suo braccio, e le pillole erano sparse a terra quando le aveva gettate. Yoongi si gettò affianco a Jimin, il sangue lo preoccupò. ʻʻJimin, svegliati, per favore svegliati.ʼʼ

Quando Yoongi gli colpì piano la guancia, gli occhi del minore sfarfallarono. Sospirò sollevato, stringendogli la mano.

ʻʻJimin, sarò di ritorno presto. Vado a prendere il tuo telefono,ʼʼ disse Yoongi. Si alzò e si precipitò a recuperarlo, tentando di comporre il numero di emergenza. Aspettò che rispondessero, tornandosene subito da Jimin. ʻʻEmergenza, il m‒mio amico. Ha tentato di uccidersi, c‒cʼè sangue ovunque. E‒e credo che abbia anche preso delle pillole.ʼʼ

Chiesero quindi lʼindirizzo, che Yoongi glielo fornì prontamente. Mormorò un oh Dio mentre sbatteva furiosamente gli occhi, non volendo piangere. Esalò lentamente, cercando di focalizzarsi di quello che gli stavano cercando di dire.

ʻʻNon lasciare che si addormenti se riesci, e se non ce la fai mettilo in posizione di rianimazione e controlla il suo respiro.ʼʼ Disse la responsabile e Yoongi gli strinse di nuovo la mano.

ʻʻJimin, devi restare sveglio. Il medico ha detto che non devi addormentarti,ʼʼ gli occhi di Jimin sbatterono, e fissò Yoongi con gli occhi semichiusi. Yoongi poté vederlo ancora piangere, e lo ferì. ʻʻJimin, devi fidarti di me. Per favore, andrà tutto bene. Solo non addormentarti, per favore non lasciarmi. Fidati di me, le cose andranno meglio. Ti fidi di me?ʼʼ

Jimin esitò, avendo difficoltà a respirare. Sentì come se stesse per vomitare, e il dolore non era per nulla svanito. La voce gli aveva mentito. Alzò lo sguardo verso Yoongi, sentendo la sua mano aggrappata con la sua debole.

ʻʻSì.ʼʼ Disse a bassa voce, non distogliendo lo sguardo. La presa sulla sua mano si strinse.

ʻʻGrazie. Adesso, devi restare sveglio, ok? Non importa cosa, non dormire. Andrà tutto bene, i dottori arriveranno...ʼʼ Jimin trovò difficile concentrarsi sulle sue parole, e presto si trovò solo ad ascoltare il suono della sua voce e a concentrarsi sul tocco della sua mano.

ʻʻHyu―ʼʼ

ʻʻJimin, non parlare. Non sprecare le tue energie.ʼʼ Jimin aggrottò la fronte.

ʻʻHyung, io―ʼʼ

ʻʻJimin, qualunque cosa tu voglia dire può aspettare.ʼʼ Sospirò, sperando vivamente di farcela.

Non voleva morire senza dirgli che lo amava.


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