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ʻʻ𝑴amma, sono a casa!ʼʼ Urlò Yoongi non appena varcò la soglia

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ʻʻ𝑴amma, sono a casa!ʼʼ Urlò Yoongi non appena varcò la soglia. Dato che non era riuscita ad andarli a prendere, la Signora Min aveva mandato un taxi per prelevare Jimin e Yoongi. Jimin sembrava essere incredibilmente a disagio durante lʼintero viaggio, a quanto pareva stava evitando di toccare qualsiasi cosa al meglio che poteva, ma alla fine era riuscito a rubare la penna del conducente. Yoongi aveva ridacchiato sotto i baffi, ma si fermò non appena aveva iniziato a pensare che magari avrebbe potuto male intendere il suo divertimento, magari come una presa in giro.

ʻʻSono in cucina.ʼʼ Posò i loro borsoni nel corridoio e fece cenno a Jimin di seguirlo. Lʼodore di biscotti appena sfornati crebbe incredibilmente pian piano che si avvicinavano alla cucina, facendo sentire male il minore. Era riuscito a non vomitare durante il viaggio in taxi, ma non era sicuro quanto a lungo poteva ancora contenersi.

I due entrarono in cucina, accolti dalla visione di una donna che tirava fuori dal forno una teglia di biscotti. La donna ― la Signora Min ― aveva delle strisce di farina sulla guancia e i suoi capelli erano raccolti in una crocchia disordinata. Aveva un sorriso gentile sul viso quando alzò lo sguardo, ma nonostante ciò Jimin era inorridito.

Conosceva quella donna.

ʻʻOh, tu sei quel ragazzo del negozio. Come sta tua sorella?ʼʼ Chiese la Signora Min e Jimin deglutì.

ʻʻSta bene,ʼʼ mentì, lanciando una veloce occhiata a Yoongi. Yoongi sembrava leggermente confuso spostando lo sguardo da sua madre a Jimin. ʻʻSa, il suo periodo è ormai finito...ʼʼ

ʻʻOh,ʼʼ disse Yoongi, avendo in seguito compreso. ʻʻOhh... tu sei quel ragazzo. Ohh, ora tutto ha senso.ʼʼ

Jimin puntò gli occhi sul pavimento, imbarazzato dal fatto che stesse parlando con la donna che lʼaveva beccato rubare dei Tampax, e perché Yoongi ovviamente sapeva di cosa stesse parlando. Il maggiore sorrise leggermente prima di voltarsi verso la signora Min, che si accigliò un pochino.

ʻʻJimin è cleptomane, mamma, probabile non fosse sua intenzione rubare degli assorbenti,ʼʼ guardò quindi Jimin. ʻʻE non credo abbia una sorella...ʼʼ

Il minore rimase in silenzio, fissando il pavimento. Sentì un braccio avvolgergli la spalla e sentì crescergli dentro il disagio, ma non fece nulla per rimuoverla.

ʻʻOh. Ok...ʼʼ la Signora Min non era del tutto sicura su cosa rispondere. Doveva scusarsi per avergli puntato il dito contro quel giorno, o stare in silenzio? Era solo grata che non avesse detto nulla a nessuno quel giorno. Si sarebbe sentita peggio, se fosse accaduto. ʻʻHo sfornato dei biscotti... ne volete un poʼ?ʼʼ

ʻʻOvvio,ʼʼ disse Yoongi mentre Jimin mormorò un no, grazie. Si allontanò dal lato di Jimin per afferrare qualche biscotto, prendendone il più che poteva prima che la Signora Min gli schiaffeggiasse la mano. ʻʻJimin e io andremo in camera mia.ʼʼ

La Signora Min annuì non appena Yoongi guidò Jimin fino alla camera, notando quanto magro fosse quel ragazzo. Aggrottò la fronte, decidendo di cercare su google la cleptomania non appena trovò il tempo di sedersi. Lasciò la cucina e si avviò nel corridoio, inciampando tra i borsoni che aveva lasciato sul pavimento il figlio. Sospirò e scosse la testa, accigliandosi in direzione della sua camera.



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Jimin si mise seduto sul letto, pizzicandosi il polso mentre aspettava il ritorno di Yoongi. abbassò lo sguardo ai polsi, fissando come la pelle si ritirasse sotto le sue dita prima di ritornare alla loro posizione originale una volta rimosse. Continuava a fare così, tanto assorto nellʼattività che non si accorse che era tornato Yoongi.

Questʼultimo guardava, sentendosi triste alla vista di Jimin. Quando si pizzicava la pelle, a malapena riusciva a prenderne. Sembrava come se non ci fosse carne in lui, come se fosse pelle ed ossa. Yoongi si schiarì la gola, non volendo più guardare. Jimin alzò lentamente lo sguardo verso di lui, lʼespressione vuota come al solito. Yoongi alzò un DVD.

ʻʻPreso,ʼʼ disse quando fece un passo verso il letto. Si arrampicò su di esso, gattonando per poi sedersi affianco al minore. Fece un leggero sorriso a Jimin, le cui labbra si contrassero lievemente in risposta. ʻʻVuoi un poʼ di popcorn?ʼʼ

ʻʻNo, grazie.ʼʼ Rispose, e Yoongi annuì, se lʼaspettava quella risposta. Ma ancora, ci sperava...

Azionò il film sul suo portatile e si mise comodo sul letto. Per la maggior parte del film, Jimin guardava il maggiore. Non gli interessava il film, ma gli piaceva guardare le sue reazioni. In più, mentre lo guardava, cercava di capire perché volesse uno come lui, anche come amico. Non aveva senso.



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La fioca luce del suo telefono illuminò il viso di Yoongi, non si rese conto che Jimin non si fosse addormentato quando aveva affermato di essere stanco ore fa. Il minore guardava dalla sua postazione sul letto (Yoongi aveva insistito a farlo dormire lì) e Yoongi aggrottava la fronte, scrollando qualcosa sul telefono. Si assicurò di sembrare di star dormendo quando Yoongi gli riservava alcune veloci occhiate, il che accadeva spesso.

Il ragazzo stava leggendo una cosa sullʼanoressia nervosa, e sembrava proprio ce lʼavesse Jimin. I sintomi sembravano combaciare dai suoi atteggiamenti; comportamenti ripetuti e ossessivi relazionati alla forma del corpo e al peso, tendenze asociali, bassa autostima e perfezionismo.

Sospirò e spense il telefono, sdraiandosi propriamente sul suo letto di cortesia. Guardò dove giaceva Jimin, sentendosi triste. Voleva aiutarlo, voleva davvero. Solo non sapeva come.

Jimin rimase sveglio, fissando il soffitto mentre si pizzicava distrattamente il polso.


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