Capitolo 2

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2 mesi dopo

La vita lì scorreva veloce. Quei due mesi passarono alla velocità della luce. Ma quel giorno cominciò tutto: quello fu il mio primo giorno in università. Mi faceva sentire così adulta. Pensavo già a quando magari mi avrebbero chiesto: "In che scuola vai?" E io avrei risposto fiera: "Io vado all'università ormai!" Mi diressi verso la grande struttura e ad ogni passo che compivo, pensavo che mi stessi avvicinando sempre di più al luogo che mi avrebbe cambiato la vita. Alcuni ragazzi al vedermi così stupefatta, mi fissavano: alcuni avevano sguardi maliziosi, altri preoccupati (probabilmente tesi per il primo giorno in università) ed altri semplicemente spensierati. Vidi un ragazzo. Non so perché notai proprio lui, ma catturò la mia attenzione sin dal primo istante. Era tutto solo ed aveva un cappuccio che gli copriva i capelli. Aveva in mano qualcosa che, avvicinandomi, riuscii a distinguere: era un libro. Leggeva noncurante del rumore attorno a lui. Non conoscevo completamente nessuno, così pensai di fare amicizia con lui. Mi avvicinai.
"Ehm... Ciao! Io mi chiamo Vera!"
"Ciao Vera." Mi disse senza nessun'emozione. Capii che non voleva parlare.
"Ti lascio leggere ciò che stavi leggendo..." Dissi un po' sprezzante.
"No, possiamo parlare." Mi disse, con un lieve accenno di sorriso. "Io mi chiamo Liam. Da dove vieni?" Mi chiese togliendosi il cappuccio; così facendo, mostro i suoi capelli color cioccolato.
"Io vengo dall'Italia e tu?"
"Dall'Italia? Non credevo ci fosse qualcuno in quest'università che venisse da così lontano. Comunque io vengo da Nottingham. Sei del primo anno, vero?" Mi chiese alla fine.
"Sì e tu?"
"Io sono del secondo anno."
"Ok. Ora vado. Non voglio essere in ritardo già dal primo giorno!" Non gli detti nemmeno il tempo di salutarmi che cominciai a correre verso l'ingresso della sala in cui dovevo avere la mia prima lezione. Entrammo in tanti. Un ragazzo dai capelli biondi si sedette accanto a me. Accanto a lui si sedette una ragazza: bionda con gli occhi azzurri anche lei. Poco prima che la lezione iniziasse, lei si voltò verso di me e disse: "Non so chi tu sia, ma non voglio che tu parli con il mio ragazzo." Disse con voce seccata.
"Liam è il tuo ragazzo?" Dissi.
"Sì!"
Stavo per risponderle quando entrò una professoressa. La lezione era noiosa. Non era poi così diverso dal liceo. Dopo quella prima interminabile ora, finalmente uscimmo. Il ragazzo seduto accanto a me, cominciò a parlarmi.
"Hey! Come ti chiami?" Disse con un sorriso che sembrava quasi sproporzionato rispetto alla sua faccia. Non potei far altro che ricambiare il sorriso.
"Io mi chiamo Vera Leone e tu?"
"Io mi chiamo Chris, Chris Martin." Si fermò un secondo, come se stesse ragionando.
"Leone?" Disse con tono enigmatico.
"Sono venuta qui dall'Italia."
"Ecco! Ora si fa tutto più chiaro!" Disse lasciando spazio al sorriso di prima.
"Chris! Cosa stai facendo con quella ragazza? Vieni qui, amore." Disse una ragazza dai capelli neri e gli occhi che erano un castano che poco si allontanava dal colore dei suoi capelli. Non so perché, ma contrariamente a quanto successo con Liam, mi sentivo gelosa. Molto gelosa. Pensai che non dovevo farmi mille problemi: sicuramente avrei incontrato molti ragazzi lì in università. Nel frattempo vidi l'orologio ed era quasi ora dell'altra lezione. Avevo sempre un pallino fisso nella mia mente: Chris. Camminavo a passo molto svelto. Sembrava quasi stessi correndo. Mentre pensavo, inciampai. Tutti i presenti si misero a ridere. Anche Chris, che era lì con la sua ragazza, rise. In quel momento mi sentii sprofondare. Mi alzai, molto arrabbiata, e cercando di mantenere la calma, dissi: "Non pensavo che all'università foste sempre gli stessi del liceo. Ora capisco che mi sbagliavo." Nel frattempo notai che nessuno smise di ridere, tranne Chris; anzi si poteva vedere il rammarico nei suoi occhi.

Un'ora dopo

Un'altra noiosa lezione passò. Ne avevo solo due quel giorno, così decisi di ritornare a casa. Non volevo stare fuori. Capii che in realtà in Inghilterra non erano proprio così tanto diverso che in Italia. Mentre stavo ritornando a piedi, vidi Chris seguito da altri tre ragazzi.
"Ehm... Vera... Scusa se prima ho riso di te. Non volevo. Mi dispiace tanto. Spero che mi perdoni." Mentre parlava, guardavo tutti i suoi movimenti e capii allora che le sue scuse erano sincere.
"Non ti preoccupare, Chris... È tutto okay!" Dissi con un lieve sorriso. Lui sorrise ancora. "Se la tua ragazza ci vede siamo fritti!" Gli dissi per vedere la sua reazione.
"Ragazza? No, io non ho nessuna ragazza! È solo una tipa che mi voleva al liceo." Disse con noncuranza.
"Comunque, loro sono Guy, Jonny e Will." Disse presentandoli.
"Ciao Vera!" Dissero sorridendo ed in coro. Io feci un cenno imbarazzato con la mia mano per salutarli.
"In realtà li ho conosciuti oggi, ma mi sono già simpatici!" Continuò con il suo sorriso.
"È stato davvero un piacere conoscervi ma io devo proprio tornare a casa, ragazzi!" Ci salutammo e ognuno prese le sue strade.

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