Dopo qualche minuto passato in silenzio, James affrontò un altro argomento già chiuso. Solo per me, a quanto pare.

«Accompagnami alle selezioni.»

«Ti ho detto già che preferisco non esserci.»

«Mi avvilisci. Fallirò di sicuro.» Si accasciò con la testa sul mio addome e sospirò teatralmente più e più volte, finché non ottenne la mia attenzione.

«James, non posso dirti sempre e solo sì» lo rimproverai con tono severo.

«È davvero importante per me che tu ci sia.»

«Farebbe davvero la differenza?» Annuì risoluto, quindi cedetti di nuovo: «Verrò.»

Cinse la mia vita in un abbraccio e mi strinse forte. «Avrò quella parte.»

«Sarà una passeggiata per te sedurmi anche nella serie.»

Voltò leggermente il viso per baciarmi il braccio e mi procurò la pelle d'oca. «Decisamente.»

Mi schiarii la voce. «I capelli sono a posto ora. Ci vediamo alle dieci e trenta nell'atrio?»

«Va bene. Vestiti da racchia così gli altri perderanno la voglia di fare il provino.»

Gli diedi un pugno giocoso sulla spalla. «Scemo!»

«A dopo.» Si alzò soddisfatto, mi baciò e lasciò l'appartamento con la sua busta.


Mentre percorrevamo il corridoio amplio e luminoso, James mi stava raccontando dell'intervista radiofonica a cui aveva partecipato con il gruppo il giorno precedente. Durante quei venti minuti, lui e Logan avevano bisticciato spesso perché avevano opinioni divergenti sugli argomenti trattati. E cioè: migliore canzone e video dell'ultimo album, e migliore performance live dei BTR. Anche ora, raccontandolo a me, era infervorato e difendeva a spada tratta Invisible eseguita a Los Angeles. Era tenerissimo il suo attaccamento al pezzo, perché simboleggiava la nostra relazione, però mi dispiaceva che fosse fonte di scaramucce.

Appena entrammo nell'affollata sala d'attesa, James si ammutolì e tutti i presenti puntarono gli occhi su di lui, probabilmente per studiare il nuovo rivale. Dopo aver squadrato James, automaticamente osservavano me e rimanevano sorpresi nel riconoscere la protagonista della serie nella quale sarebbero voluti entrare. Tutta quell'attenzione addosso mi metteva a disagio e sentivo le guance scaldarsi sempre di più.

Per non pensarci, rivolsi il mio sguardo a James, che aveva assunto un'espressione di arroganza e sicurezza. Continuando a guardare dritto di fronte a sé, intrecciò le dita alle mie e mi condusse verso il fondo della stanza, su una fila di sedie occupata solo da una persona. Mi lasciò il posto contro il muro e lui si sedette alla mia destra, tra me e il ragazzo che stava ripassando la parte.

«C'è un sacco di gente» osservò James con uno sbuffo.

«Sei nervoso?»

«Certo che no!» esclamò un po' troppo ad alta voce e capii che in realtà lo era.

«Questa è la stessa stanza in cui ho fatto il provino per I misteriosi vicini

S'illuminò in un sorriso. «Allora mi porterà fortuna.»

Il ragazzo accanto a James si sporse in avanti e mi guardò incuriosito. «Sapevo che eri tu!»

Sorrisi un po' imbarazzata e decisi di virare l'attenzione su di lui: «Per quale ruolo ti proponi?»

James mi fulminò. «Non fraternizzare con il nemico.»

«Non essere maleducato!» lo rimbrottai, poi mi rivolsi di nuovo allo sconosciuto: «Scusalo».

InvisibleWhere stories live. Discover now