Capitolo 1

865 58 14
                                    

Madison point of view
"No! Basta! Ti prego smettila!" Urlo dalla disperazione "sta zitta bambina! Qui decido io cosa fare!" Ribatte l'uomo che mi sta violentando, è alto, robusto, si veste sempre di nero ed ha i capelli lunghi grigi. Mi ha sempre fatto paura da quando ero entrata nell'orfanotrofio,  sapevo di non essergli simpatica ma non credevo sarebbe arrivato a tanto. "Mi fai male basta!" Grido con tutta la forza che ho in corpo "ora smettila di lamentarti!" Sbraitò e mi tappò la bocca con del nastro adesivo. Mi misi a piangere, evidentemente gli ho fatto compassione perché poco dopo è uscito. Mi lasciò da sola e iniziai a perdere tantissimo sangue in mezzo alle gambe e sentii un dolore fortissimo appena sotto l' ombelico. Si fece notte e dalla finestra entrò un neonato. strisciò fino ad arrivare di fianco al mio letto. Lì di colpo girò la testa e aprì gli occhi e iniziò a dirmi "perché non mi vuoi mamma! Perché mi hai ucciso! Si! Tu mi hai ucciso! Hai ucciso tuo figlio!" Di colpo mi sveglio nel mio letto. Sono completamente sudata. Lancio un urlo tale da svegliare i miei genitori "madison! Oh cielo! Va tutto bene tesoro?" Mi chiede Sarah appena entra in camera mia "si Sarah cioè.. Mamma" non riesco ancora a dimenticare il mio stupro nonostante sono passati 6 anni e sono stata adottata da una famiglia splendida. "Cos'è successo tesoro?" Continua Sarah "beh.. Ecco ho sognato ancora quello.." Rispondo. "Non ci pensare più, ora sei al sicuro" cerca di rassicurarmi e mi passa dolcemente la mano tra i capelli tutti bagnati di sudore. Mentre Sarah continua ad accarezzarmi mi addormento nuovamente. La mattina dopo mi sveglio stanchissima, vado in bagno a sciacquarmi la faccia e mi vesto per andare a scuola, opto per un paio di jeans strappati color grigio scuro, una felpa nera di 2 taglie in più della mia e le mie adorate globe. Prendo lo zaino e esco di casa senza fare colazione, dopo quello che ho sognato la notte non sarei riuscita a mandare giù nemmeno un boccone. Salgo sul' autobus che mi avrebbe portato a scuola, odiavo tornare alla routine di tutti i giorni dopo 3 bei mesi passati in vacanza ma dall'altra parte mi erano mancati i miei compagni e anche Nancy, la mia migliore amica scendo dall'autobus e mi dirigo verso il cortile. "Mad!!" Grida una ragazza con la voce femminile mi giro di colpo e vedo Nancy che mi viene incontro a braccia aperte "Nancy!!!" E dopo un abbraccio veloce iniziamo a parlare di quello che abbiamo passato durante le vacanze. Improvvisamente suona la campanella e ci dirigiamo verso l' entrata della scuola. Corriamo tutti come un branco di bisonti verso le nostre classi. "4b suona anche meglio di 3b non credi?" Dico a Nancy "ah si scusa mi ero distratta" "Come al solito" sento bisbigliare a qualcuno dietro di noi, ignoriamo quella voce e andiamo a sederci negli ultimi banchi disponibili "benissimo vedo che abbiamo gia due ritardatarie!" Esclama in tono sarcastico la professoressa di spagnolo "signorina Richiards si sieda pure vicino a me" dice la vecchia puntando il dito contro Nancy. "E lei signorina Browns si sieda là infondo" indicando un banco in ultima fila "perfetto!" Penso tra me e me "proprio vicino a Jason! Evviva...!" Continuai a pensare ironicamente. Jason, Jason Tonks. Il ragazzo più puttaniere della scuola, ormai si sa che quello è andato a letto almeno una volta con tutte le ragazze della scuola, Nancy compresa.. "Allora Browns?" La voce della professoressa seguita da qualche risatina mi riporta alla realtà. Mi dirigo verso il mio banco e sento su di me gli occhi invidiosi di tutte le ragazze della classe, si lo so avrebbero voluto essere loro vicino a Jason, ma questo non cambiava le cose, lo odiavo comunque. È il tipico ragazzo perfetto, che non ha mai problemi. E poi con quegli occhi azzurri, quei dilatatori, quel bel ciuffo castano avrebbe incantato chiunque. Mi siedo e inizio a tirare fuori dallo zaino la mia roba, astuccio e agenda. Le prime 3 ore passano velocemente.
"Allora? Non saluti nemmeno?" Chiede lui. Lo fulmino con lo sguardo, non voglio nemmeno parlargli. "Che bimba cattiva che sei..." Dice Jason avvicinandosi a me. "Mi chiamo Madison, bimba vai a dirlo a una delle tue troie" rispondo con tono seccato "ah è un piacere anche per me conoscerti" mi dice con tono ironico. "Vaffanculo" rispondo
"Browns cosa ho sentito?" Si gira la prof  "vaffanculo anche a lei" rispondo e dopo aver messo lo zaino in spalla esco dalla classe senza permesso. 5 minuti dopo suona la campanella e tutti gli studenti si precipitano all'uscita. Nancy mi raggiunge subito e mi afferra per un polso "Mad ma perché lo hai fatto?" Chiede
"Non lo sopporto, credo che sarei diventata pazza a stare con lui anche solo un minuto di più." Rispondo seccata. Cerco in tasca un pacchetto di Marlboro ma non riesco a trovarlo "dio can.." Non riesco a finire la frase che arriva Jason " Cerchi queste?" Dice mostrandomi il mio pacchetto di sigarette "Si ridammele." Quando me le ha prese? Probabilmente mi erano cadute dalla tasca mentre ero in classe "Ora sono mie ahah, sei piccola per queste.." Dice lui. "E perché tu quanti cazzo di anni pensi di ave..." Ma mi blocco appena mi ricordo che è stato bocciato un anno e che quindi è già maggiorenne. Fa una risatina isterica e si mette in bocca l' ultima sigaretta del pacchetto e se la accende davanti a me. Mi allontano da lui e vado da Nancy. "Hai visto?" Chiedo
"Si che coglione.." Risponde
"Non lo posso vedere!" Dico seccata
"Ti capisco Mad.. Lei è Jessica una ragazza che ho appena conosciuto" aggiunge mostrandomi una ragazza al suo fianco. Era molto carina, abbastanza bassa con i capelli neri raccolti in una treccia e gli occhi verdi.
"Piacere, Madison!" dico porgendo la mano a Jessica
"Piacere mio, io sono Jessica" risponde stringendomi la mano. Ci allontaniamo dal cancello della scuola e andiamo verso la pizzeria che fa angolo.
"Aspettatemi dentro devo fare una telefonata" dico alle due ragazze mentre entrano nel locale.
"Va bene" rispondono in coro.
Mi allontano un po dall'entrata e prima di tirare fuori il telefono arriva Jason. Non avevo voglia di vederlo, men che meno dopo quello che ha fatto in cortile. "Permettimi di comprarti un altro pacchetto.." Dice lui "è un giro di parole per chiedermi scusa?" Le parole mi escono di bocca senza il mio consenso e appena mi accorgo di quello che ho detto mi copro la bocca con le mani e questo gli provoca una risata, ma non isterica come le altre. "In un certo senso si, mi dispiace" continua lui.
"Va bene andiamo allora" rispondo io.

Innamorata di un play boyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora