Tuo...

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Il vento stanotte mi ignora.

Sono io che decido dove andare, guardando supponente le correnti che piegano gli alberi e spostano le nuvole cariche di pioggia, ma che non possono nulla contro uno spirito, freddo, trasparente, invisibile... però non per tutti.

Sto venendo da te, Jamie. Posso facilmente immaginarti, in questo momento...

Mi stai aspettando, non è vero? Sei lì, come tutte le sere, seduto sul letto che guardi fuori dalla finestra, che ne osservi il vetro opaco, aspettando che questo si decori magicamente con disegni di ghiaccio -il mio ghiaccio- avvisandoti del mio arrivo.

Due minuti, e suonerà la mezzanotte. Ma io aspetterò ancora un po' sopra casa tua e tu, cercando di non far trasparire la velata preoccupazione, ti alzerai in piedi e ti accosterai alle tende della finestra, giocherellando con la stoffa tra le tue dita sottili. Sbufferai, tamburellando con la mano sul davanzale, innervosito dal mio ritardo.

Sorrido, furbo. Gli spiriti non arrivano in ritardo, Jamie, tantomeno i guardiani: arrivano semplicemente quando vogliono arrivare*. Non ti sei mai chiesto come faccia North a consegnare tutti i regali in una sola notte? Ma io, questo, non te l'ho mai detto. Forse, mi piace farmi aspettare. O forse adoro la tua espressione imbronciata che si allarga in un sorriso sincero, quando finalmente mi vedi.

Mi vedi, sì...

Che sorpresa, la prima volta. Non ci potevo credere. Erano pochi, a quel tempo, i bambini a credere in Jack Frost. Ma tu non hai mai avuto dubbi, non è vero? Del resto non li hai neanche ora, e ormai hai sedici anni. Sei cresciuto così tanto...

<<Jack...>>

Il tuo dovrebbe sembrare un tono di rimprovero, ma è in contraddizione con la luce nei tuoi occhi, e non ci faccio caso. Mi limito a sorridere.

<<Jamie.>>

Tu sbuffi e metti le mani sui fianchi, una scenetta che sembra ripetersi quasi tutte le sere.

<<Sei di nuovo in ritardo.>>

<<E tu sei bellissimo.>>

<<Non cambiare argomento, signor Jack Frost.>>

<<Uuh, nome e cognome? L'ho combinata grossa.>>

Tutti uguali, voi adolescenti... Avete un concetto del tempo tutto vostro...

<<Non fare il cretino!>>

<<Ehyyy, mamma non ti ha insegnato a non dire le parolacce?>>

<<Smettila...>> ma non riesci a trattenere una risatina.

Silenzio. Io sono immerso nei miei pensieri, e tu nei tuoi.

<<Jack?>>

<<Sì?>>

<<Baciami.>>

Sei sempre più sicuro di te, piccolo Jamie... Ne sono felice. Ricordi quando hai capito di essere gay? Quanto hai pianto quelle notti, dodicenne incompreso costretto a sfidare il mondo... Ma c'ero io accanto a te, ci sono sempre stato.

Le tue labbra sono calde e dolci, contro le mie ghiacciate. Una sensazione che non smetterei mai -e non smetterò mai- di assaporare.

Il nostro primo bacio... quello non puoi non ricordarlo. La meraviglia nei tuoi occhi era palese, la gioia, l'emozione, riempivano la stanza. È buffo come il cervello umano filtri i ricordi. Scommetto che non sai che ora fosse. Scommetto che non rammenti come ti fossi vestito quella sera. Ma il bacio, non lo scorderai mai.

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