7. Carte Da Decifrare

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«Nulla al mondo è normale.
Tutto ciò che esiste è un frammento del grande enigma.
Anche tu lo sei:
noi siamo l'enigma che nessuno risolve».
Jostein Gaarder, C'è nessuno?

- Granger, che hai stamattina? -.
- Niente. Sono solo un po' stanca. C'era un'allodola sotto la mia finestra, stanotte. Carina, ma rumorosa - mentì lei, nervosamente.

Era stata sveglia tutta la notte, con i tarocchi fra le mani, a pensare. Chi glieli aveva mandati? Perché? Sembrava un indovinello perverso. Non riusciva a toglierselo dalla testa. All'ora di colazione aveva evitato la mensa per la troppa confusione e dunque era rimasta a stomaco vuoto, preferendo sedersi in cortile, dove Malfoy l'aveva raggiunta poco dopo.

Malfoy socchiuse gli occhi, fino a farli somigliare a due lame d'acciaio.

- Mezzosangue, ti facevo più sveglia - sentenziò alla fine.
- Come? -.
- Lasciatelo dire da una viscida, infida serpe. Se vuoi raccontare una bugia, meno dettagli aggiungi, più credibile suonerai. E comunque - aggiunse, osservandola di sottecchi - al massimo poteva essere un usignolo, non un'allodola, ad impedirti il sonno. Le allodole cantano all'alba, cara la mia mezzosangue -.

Hermione arrossì furiosamente.

- Per cui, suppongo che ci sia un ottimo motivo per mentire ad un tuo collega e venire meno ad un patto stipulato solamente ieri, a parte la tipica faccia tosta tipica dei Grifondoro - proseguì lui, insinuante. - E mi piacerebbe sapere qual è -.
- Malfoy... - cominciò lei, ma poi tacque. Non sapeva cosa dire.
- È appurato, Granger - commentò lui - che non ti fidi di me. Ma credevo che tu fossi una persona, come dire...corretta. Per cui, ti prego - concluse con una cadenza strascicata che lei riconobbe come quella della sua adolescenza - se non intendi onorare i termini della nostra scommessa, dimmelo e basta. Inventare inutili storielle non ti servirà comunque -.

La ragazza tacque per qualche istante, mortificata.
Farsi dare lezioni sull'onore e la sincerità da Malfoy le sembrava decisamente esagerato.

Però ha ragione, Hermione.
Maledettamente ragione.

La sua coscienza stava cominciando a diventare fastidiosa. Hermione la mise rabbiosamente a tacere.

Oh piantala, è solo Malfoy.
Non è mica Harry, o Ginny.
Non è mica Ron...

Ma Ron in fondo l'aveva tradita, umiliata e ferita. Nonostante lei gli avesse donato tutta la sua fiducia, il suo amore, sé stessa, Ron l'aveva trattata come una cosa senza valore, come una povera sciocca. Come...

Una puttana.
No, quello no!
Oh sì. Quello sì. Dì le cose come stanno, Granger.
Fa un favore a te stessa, per una volta.
Ti ha trattata come una sgualdrina che fa di tutto per farsi guardare.
Una sgualdrina brutta.

L'uomo che aveva di fronte, almeno, non si era mai nascosto dietro ridicole scuse come la rabbia, la gelosia, l'apprensione nei suoi confronti. Nel suo cieco disprezzo, l'aveva sempre attaccata frontalmente.

- Mi dispiace - mormorò alla fine, senza sapere cos'altro dire.
- Prego? -.
- Ho detto - deglutì lei - che mi dispiace, Malfoy. Sono vecchie abitudini, difficili da estirpare - concluse, guardandolo negli occhi.
- Già. Io sono sempre io, tu sei sempre tu - commentò il giovane con malcelata irritazione.

Hermione prese fiato.

- Vieni. Ti faccio vedere una cosa - lo invitò, alzandosi dalla panchina su cui era seduta.
- Dove? - domandò lui, accendendosi una sigaretta.
- Nella mia camera. Però quella devi spegnerla -.
- Beh - replicò lui - allora dovrai aspettare che abbia finito. Non ho intenzione di buttarla -.
- Il fumo uccide - sentenziò lei, vagamente provocatoria.
- Anche un fumatore in astinenza può uccidere, mezzosangue. Credimi sulla parola - ghignò lui con la sigaretta tra i denti.

La Bellezza Del DemonioWhere stories live. Discover now