6. Scacchi e Tarocchi

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- Qualcosa dal carrello, cari? - domandò una voce, strappandolo ai suoi pensieri.

Era, naturalmente, la signora dei dolci.

Hermione comprò due cioccorane.

- Non capisco cosa ci trovi in un dolce che può scappare - commentò lui, a bassa voce.
- Non pretendo che tu possa capirlo - rispose lei, laconica, scartandone una.
- Mettimi alla prova - suggerì.

La ragazza sbuffò, roteando gli occhi.

- Che ti costa, Granger? - la incalzò lui. - Dovremo comunque collaborare - aggiunse con un'evidente sfumatura di disgusto - quindi prima ti abitui a me, meglio sarà per entrambi. Avanti. Sputa il rospo. Cioè, la rana -.

Hermione lo fissò, senza parole.

- Hai...hai fatto una battuta? -.
- Ti aspetti di sentire squilli di trombe e fanfare trionfali Granger? - domandò lui, sollevando un sopracciglio. - Tu non mi conosci, mezzosangue - sentenziò, amaro.
- No, è vero - lei sembrava colpita.
- Come? -.
- Ho detto che hai ragione - ribadì, lei arrossendo leggermente. - Ti ho conosciuto solo attraverso l'odio che mi hai sempre riversato addosso, ma non so davvero chi sei tu, Malfoy -.
- Appunto - ghignò lui. - mi pare sia giunto il momento di conoscersi, vista la situazione. Allora? -.
- Cosa? - domandò lei, interdetta.
- La storia delle rane, mezzosangue -.
- Ah. Quello. È che mi ricordano... - esitò la ragazza, incerta sulle parole da usare. - Vedi, io non sono come te - disse infine.
- Su questo, Granger, non sono mai stati avanzati dubbi - concordò lui. - Non capisco, però, cosa c'entri con una rana di cioccolato -.
- Una rana di cioccolato che si muove. Salta. Gracida. Ti rendi conto di quanto possa essere straordinario per una ragazzina di dieci anni cresciuta tra dolcetti non solo immobili, ma anche senza zucchero? - domandò Hermione.
- Ah. Quindi ti piacciono tanto, perché... -.
- Perché è stata la prima cosa davvero magica che ho visto. Tutto il resto poteva essere un trucco. Gufi ammaestrati, muri che si aprono a comando...sono tutte cose possibili anche per i babbani - spiegò lei, stringendosi nelle spalle. - La rana no -.

Draco rimase in silenzio per un po', soppesando le sue parole.

- E tuo padre? - domandò infine, guardandola attentamente.
- Perché vuoi saperlo? -.
- Perché sì, mezzosangue. Dimmelo e basta - insistette.
- Per le figurine - la ragazza avvampò. - Lo so che è tremendamente infantile, ma le trova divertenti. E poi sta cercando Harry -.
- Cosa c'entra lo sfregiato con le figurine dei maghi, scusa, perché... - Draco impallidì. - Accidenti a lui. Gli hanno dedicato una figurina? -.
- Che ti aspettavi? Ha sconfitto Voldemort. E comunque - aggiunse con un certo orgoglio - ci sono anch'io -.

Il giovane la guardò con gli occhi strabuzzati.

- La nobile casata dei Malfoy ha subito un duro colpo? - ironizzò lei. - Una mezzosangue come me che ha una figurina tutta sua. Dev'essere davvero terribile...-.
- Veramente, Granger - ringhiò lui - non mi importa di quanto tu sia famosa. Se ti stavo fissando a quel modo è solo per il nome che hai pronunciato -.
- Quale? Voldemort? - domandò Hermione. - Come fa a farti tanta paura scusa? È solo un nome. Tu non riesci a dirlo? Prova a seguire il labiale - la ragazza si sporse verso di lui - Vol-de-mort - sillabò, accentuando i movimenti delle labbra.

Draco si sorprese a fissarle la bocca. Era morbida, invitante.

E i due incisivi superiori, un po' più grandi del normale, erano, come dire...carini?
Maledizione, Malfoy!

- Maledizione, Malfoy, non è così difficile! Voldemort, Voldemort, Voldemort... -

Lui strinse il bracciolo del sedile.

- Smettila, mezzosangue - la interruppe lui.
- Altrimenti che fai, mi uccidi, Malfoy? -.

Altrimenti ti bacio, Granger.

La Bellezza Del DemonioWhere stories live. Discover now