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Se stamattina mi sono svegliata, è successo solo per miracolo. Stanotte nella mia testa c'è stato il terremoto. Sicuramente ho pianto tutta la notte perchè ho un grandissimo mal di testa e ho le guance umide. Non ricordo più niente e per non ricordarmi nulla deve essere accaduto qualcosa di brutto. Me lo sento. Ricordo solo il volto di mia madre e i nomi dei membri della mia famiglia; tutti tranne quello di mio padre. Io mi chiamo Carrie, mia sorella si chiama Jenna, mia madre è Natalie. Di mio padre ho rimosso tutto e non capisco il perchè. C'è un vuoto di memoria che va da quando l'anno scorso ho finito il terzo anno di liceo, ad oggi, 14 agosto; so che giorno è solo perchè l'ho letto sul mio orologio: sono le nove e mezza. Sto andando in cucina perchè voglio sapere da mia madre cosa mi sta succedendo, altrimenti rimarrei nel mio letto.

In cucina mia madre sta parlando con un uomo, che forse è mio padre, ma non ne sono tanto sicura. La mamma ha il viso scuro, sembra triste, forse neanche lei ricorda niente. Stanno parlando, probabilmente di me:
- Signora, il fatto che sua figlia abbia dormito per due giorni di seguito è assolutamente normale per una ragazza di diciassette anni che ha subito un trauma come il suo. Non deve preoccuparsi.
- Va bene, ma adesso cosa succederà?- chiede mia madre all'uomo che certamente non è mio padre; chissà dov'è.
- Sicuramente non ricorderà nulla. Bisognerà mandarla da un terapeuta per farle ricordare tutto. Comunque adesso devo andare. Buona fortuna con sua figlia e mi chiami se ha bisogno di aiuto o di qualche consiglio.- risponde l'uomo. Poi le consegna un bigliettino e un oggetto che non capisco cosa sia.
- Lo farò sicuramente e grazie per l'aiuto!- ribatte mia madre.
Aspetto che l'uomo se ne vada per salutare mia madre: -Buongiorno mamma!
- Buongiorno amore! Come va oggi?- mi chiede e mi abbraccia. Mi stacco dall'abbraccio e rispondo: 
- Non lo so mamma, non ricordo più nulla, mi mancano un anno e due mesi di vita. Non so cosa mi sia successo perchè ricordo solo il tuo viso, il tuo nome, quello di mia sorella e il mio. Di papà invece non ricordo più nulla.
- Mi dispiace, ma se fai colazione e ti vesti velocemente ti porto da un mio amico e vediamo cosa può fare per la tua memoria.
- Va bene. Comunque non ho fame quindi vado a vestirmi e usciamo.
Non so cosa mettermi, non ricordavo di avere tutti questi vestiti e c'è l'imbarazzo della scelta. Dopo 10 minuti di ripensamenti scelgo un vestito blu e le ballerine nere. Mi guardo allo specchio, ma non conosco la persona che è riflessa, ma mi piaccio. Torno in cucina e trovo mia madre con un valigione.
- Dove dobbiamo andare, mamma?- domando.
- Tu andrai in un posto dove ci sono tanti ragazzi e ragazze come te. Starai lì per tre mesi e ti aiuteranno a ricordare, ti farai anche tanti amici. Io intanto andrò dalla mia cara amica Allie: è caduta e sta in ospedale. Ha bisogno del mio aiuto.- mi risponde.
- Mamma, io non ci voglio andare. Resto qui, so badare a me stessa, mi hai lasciata tante volte da sola. Per la mia memoria mi aiuterai tu quando torni. Oppure chiamerò Jenna e le chiederò di raccontarmi tutto. Per me non c'è problema-
Io la prego, ma da ciò che riesco a ricordare, lei quando decide non vuole sentire ragioni. Dopo una discussione animata di quasi mezz'ora, sento un ago che mi entra nel braccio. Tutto finisce.

Shades of my memoryWhere stories live. Discover now