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Due biglietti per il balletto e un mazzo di gerbere erano poggiati sul pianale della cucina. Domani sarebbe stato il grande giorno.
Dopo cena Oreste si avvicinò alla finestra per augurare la buonanotte alla ballerina d'argento ma lei non era seduta al mobile da toeletta. Aspettò fino a mezzanotte. Niente. Il lampadario nella stanza da letto continuava a rimanere spento. Attese fino alle due, invano. Quella sera lei non accese la luce, né si spazzolò i capelli. Oreste non chiuse occhio per tutta la notte.
Il suono del campanello lo sorprese appisolato sul divano. Il sole era alto. Strisciò fino alla porta, guardò dallo spioncino. C'era un ragazzone serio dall'altra parte.
«Chi è?» biascicò da dietro la catena.
«Mi scusi. Mia zia voleva che avesse queste». Il ragazzo fece passare una scatola e una busta nello spiraglio. «Lei è l'inquilino del quarto piano, giusto? Quello dei film in bianco e nero».
Oreste sentì qualcosa spezzarglisi dentro. Aprì la lettera e si mise a leggere. «Sua zia...».
L'altro annuì. «Ieri. Il cuore le ha ceduto alla scuola di danza». Affondò negli occhi sconfinati di Oreste. Stavano prendendo fiato dall'ultima riga. «Mi dispiace tanto. Buona giornata, signore».

Avrei voluto avere la faccia tosta di suonare alla tua porta.
Avrei portato dei film, li avremmo visti sul divano del tuo salotto. L'ho sempre reputato troppo grande per una persona sola. Per anni, prima di colazione, mi sono nascosta dietro la tenda del soggiorno. Ho guardato con te i titoli di testa di ogni commedia, di ogni dramma, di ogni storia d'amore. Durante ogni lezione di danza che ho impartito mi sono chiesta come sarebbe stato arrivare insieme ai titoli di coda.
Ho avuto coraggio per tutta la vita, tranne che con te. Quando si invecchia si torna ragazzini, e come una ragazzina avevo la certezza che non sarei sopravvissuta se tu non avessi contraccambiato i miei sentimenti. Mi sono vista sfiorita e inadeguata, troppo in là con gli anni per avere il diritto di farmi avanti. Mi sarebbe piaciuto vincere tutte le mie insicurezze e conoscerti, caro amico del quarto piano. Se riceverai questa lettera vorrà dire che non ci sono riuscita. Il mio unico rimpianto è aver creduto fosse troppo tardi. Non dovrebbe mai essere troppo tardi, per nessuno, per nessuna cosa buona al mondo.
Sappi che il tuo ricordo è con me e lo sarà fino all'ultimo atto.

La ballerina d'argentoWhere stories live. Discover now