+LA RAGAZZA EMO+

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*Ciao a tutti questa è  una nuova storia,per tutte le ragazze che non si sentono belle*
"Sono emo, e non mi vergogno a dirlo. Mi faccio vedere in pubblico, consapevole di tutti gli sguardi storti che mi fissano indagatori, cercando di capire che cosa non vada in me e perché anche io mi sia ‘convertita’ a questa inutile e inquietante moda giovanile. Ma non cambierò certo perché alcune persone sparlano e ti sputano addosso sentenze senza conoscere il vero significato della parola ‘emo’."

La mia ultima lezione di danza classica prima del saggio. Devo sbrigarmi o farò tardi.

Mentre cammino spedita col mio grosso borsone fucsia, ripenso all’ennesimo dispetto delle mie crudeli compagne di danza.

Non le vado a genio, l’avevo capito fin dall’inizio, quando mi sono presentata e sono entrata per ultima nel salone di ballo dimenticandomi le scarpette di gesso.

La più altezzosa, la "leader" in poche parole, si mise a bisbigliare e quando la maestra mi guardò i piedi un potente colpo di memoria mi investì la mente: le scarpette.

Tutte scoppiarono a ridere e mentre la maestra le zittiva corsi in spogliatoio a ripescarle dal borsone.

Da lì cominciò il mio martirio, se così si può dire. Non c’è giorno in cui loro debbano trovare un difetto o un piccolo particolare per farle ridere e insultarmi.

Gli occhi cominciamo a bruciarmi, ma è solo il vento, mi convinco. Guardo la mia maglietta bianca. Non fa freddo.

Scaccio dalla mente quelle ultime immagini e corro il più veloce possibile in palestra; mi cambio velocemente, indossando il tutù e legandomi i capelli da ballerina, non riuscendoci, ma vengo interrotta da Laura, la "leader" del gruppo di serpi.

"Cosa fai, sfigatella? Non riesci a legarti i tuoi capelli?" mi chiede con sguardo serpentino.

Io faccio finta di non sentire e continuo imperterrita.

"Oh, poverina, sei pure sorda ora?" mi punzecchia mentre mi toglie la mano dalla testa.

"Lasciami in pace Laura" le rispondo con un sospiro.

Ma lei sembra non aver finito.

Intanto le si avvicina Silvia, un’altra del gruppo.

Laura mi toglie l’elastico dalla mani e me lo tira in faccia a mo’ di fionda.

"Smettila! Sei più cattiva del solito oggi!" le urlo mentre lo raccolgo da terra.

Le due si guardano ridendo e Laura indica a Silvia la mia borsa poggiata sopra la panca di legno.

Io mi alzo, con l’intento di fermare la ragazza e mi incammino, ma mi sento tirare la calzamaglia da dietro. Mi giro e vedo Laura, più crudele che mai che con uno spintone mi fa cadere per terra.

"Sfigatella, di cosa hai paura? Non vedi che non sta facendo niente di male?" mi dice sorridendo malignamente.

La schiena mi fa male, ma riesco ugualmente a rialzarmi.

"Ora smettila, o vado dritta dalla maestra di danza" le rispondo massaggiandomi una costola.

Laura si mette a ridere: "Peccato che non si ancora arrivata tesoro!" ghigna.

La paura mi assale, quando vedo Silvia estrarre dalla mia sacca il cellulare e poi incamminarsi verso il bagno.

"Carino questo pezzo di plastica vecchio, vediamo se resiste anche all’acqua" dice mentre si mette a ridere con Laura che intanto mi sbarra il passo.

"Silvia! No, non farlo!!" urlo mentre cerco di liberare il passaggio.

Non ci riesco e soprattutto non vedo più Silvia.

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