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Mia madre mi aveva sempre detto di non fidarmi delle persone su internet, fin da piccola mi ripeteva che dietro lo schermo c'erano uomini cattivi, ed io le credevo ovviamente. Non ho mai parlato con nessuno che non conoscessi, e quando la mia migliore amica mi raccontò di aver conosciuto una ragazza tramite Instagram la rimproverai diverse volte, soprattutto quando decisero di incontrarsi. Era una cosa troppo sconsiderata secondo me. Non capivo cosa ci potesse essere di bello, almeno fino a tre anni fa.

Sempre quella mia amica mi aveva consigliato di scaricarmi un'applicazione di messaggistica, per non usare sempre whatsapp, ed effettivamente la trovai anche migliore per un primo periodo. Mi scrissero in tanti, io rispondevo solo per cortesia, ma non parlavo mai con qualcuno per più di due giorni. Poi una volta mi scrisse un ragazzo -fatto del tutto normale- e incominciammo a parlare. Scoprimmo di avere tante cose in comune, a cominciare dalla passione per la musica. Continuammo a sentirci per diversi giorni e per me era così normale che non badai nemmeno al tempo che passava.

I giorni divennero settimane, e noi ancora non avevamo smesso di parlare. Era un ragazzo estremamente interessante, aveva un sacco di qualità ed era estremamente simpatico. L'unica pecca era che abitava in un'altra città, e i chilometri che ci separavano non erano pochi. Confesso che ci rimasi veramente male quando lo scoprii, mi sarebbe piaciuto potergli parlare faccia a faccia, ma non si poteva avere tutto dalla vita. Dopo ancora qualche tempo decidemmo di scambiarci i numeri, entrambi d'accordo sul fatto che fosse più comodo. Fino a quel momento non era successo nulla, eravamo due ragazzi che parlavano, niente di più, niente di meno, quindi non lo dissi nemmeno a mia madre.

Le settimane erano diventate mesi, e io ero felice. Non mi capitava da parecchio di sorridere per ogni cosa, ero più gentile, mi alzavo la mattina di buon umore. Nessuno attorno a me si fece troppe domande, alla fine era solo un miglioramento, non c'era motivo di aspettarsi quello che invece accadde.

Passarono ancora alcuni mesi e poi entrambi ci innamorammo. I miei erano venuti a sapere di lui e non ne erano stati affatto felici, al contrario, avevamo litigato addirittura. Loro lo vedevano come un pedofilo, un serial killer, insomma un delinquente, io solo come un ragazzo davvero speciale. Anche lui aveva avuto qualche problema con la sua famiglia, ma alla fine avevamo deciso di ignorarli e continuare a sentirci. Poco dopo ci mettemmo insieme, non ricordo nemmeno come successe, ma finimmo a parlare di noi due e ci dichiarammo. Era una cosa stupida, probabilmente se non l'avessimo fatto non avremmo sofferto così tanto, ma in quel momento lui era l'unica cosa che importava. La mia vita era perfetta, e lui mi assicurava che anche la sua lo era da quando ero arrivata io. Ci iniziammo a vedere, una volta al mese, prima da lui, poi da me e viceversa. Era fantastico, ogni mese passavo il tempo ad aspettare il nostro incontro. Però tutto smise di essere così bello quando, tempo dopo, una mia amica delle elementari che si era trasferita nella sua stessa città mi mandò una foto di lui mentre baciava un'altra. Lo chiamai il giorno dopo, quando ero sicura che gli fosse passata qualsiasi sbronza potesse essersi preso, e lui rispose subito, come se aspettasse una mia chiamata.

"Cos'era quella foto?" gli chiesi cercando di trattenere la rabbia.

"Amore, posso spiegare..."

"Allora spiega!"

"Io... ho bevuto un po' troppo e... è stato un errore, mi dispiace."

"Mi avevi detto che non mi avresti mai tradita..."

"Principessa, ti giuro che non volevo... è stato un incidente."

E io lo perdonai. Forse era per paura di perderlo, forse perché lo amavo davvero, ma gli permisi di passarla liscia. Per qualche tempo le cose continuarono tranquille, anche se io avevo il timore costante di un altro tradimento. E fu quando mi arrivò un'altra foto di lui che stava sempre con la stessa ragazza che sentii il cuore infrangersi del tutto. Discutemmo a lungo quel giorno, io ero arrabbiata, confusa e ferita, e lui mi accusava di essere troppo gelosa. Nella foto non facevano nulla, stavano solo mangiando un gelato insieme al parco, ma agli occhi di una ragazza tradita tante volte da tante persone, quello bastava, quindi feci l'unica cosa sensata in quel momento: lo lasciai. Che se lo prendesse quella là, non mi importava. Con me aveva chiuso.

Purtroppo non ero davvero convinta, infatti passai le due settimane seguenti distrutta, piangevo in continuazione e alcune volte dovetti anche saltare scuola perché non riuscivo a reggermi in piedi. Era una situazione orribile e non c'era modo di uscirne. I miei sentimenti per lui erano forti, molto più di prima: lo amavo. Non era una delle solite cotte passeggere, io ero veramente innamorata. Infatti quello spiegava anche per quale motivo negli ultimi mesi avessi mangiato poco, dormito solo il necessario e avessi avuto sempre la testa fra le nuvole. Ero innamorata, ma il mio amore non era corrisposto.

Da quel giorno spensi il telefono, non lo accesi più, tanto non mi serviva. Se avessi agito diversamente avrei visto le chiamate da parte sua, i messaggi, tutti per chiedermi scusa. Non so se sarebbero serviti a qualcosa, ero ferita troppo profondamente per perdonargli un tradimento come se nulla fosse, però mi avrebbero impedito di chiudermi nel mio mondo. Non parlavo più con nessuno, ero diventata scorbutica e litigavo con tutti. Ero un casino, la versione peggiore di me stessa. I miei amici non mi salutava nemmeno, i miei genitori erano sempre preoccupati, io sempre imbronciata. Avevo perso tutto, e non potevo dare la colpa a nessun altro se non a me stessa. Lui mi aveva tradita, ma io avevo allontanato tutti i miei cari. Era colpa mia, ma non potevo fare più niente per rimediare.

Ormai le mie giornate erano vuote e io ero diventata apatica dopo solo due settimane. Poi, però, un giorno, mentre tornavo da scuola, davanti casa mia vidi lui. Aveva un mazzo di rose e una scatolina in mano, ma appena mi vide si affrettò a nasconderla. Cercai di passargli oltre, ma lui mi implorò di starlo a sentire. E io lo feci. Strano come le persone innamorate siano disposte a fare tutto per il proprio partner, anche se il partner non è più loro.

Lui mi fece un discorso su come si fosse pentito, mi disse che quella ragazza non valeva nulla e che quel bacio era tutta causa dell'alcol. Mi porse le rose, ma non erano bastate alcune parole dolci e dei fiori per cancellare il dolore che avevo provato, quindi le presi e le buttai nel primo cestino che trovai. L'avevo ferito io quella volta, glielo leggevo in faccia. Nonostante tutto mi si strinse il cuore, non riuscivo a vederlo triste, anche se lui mi aveva distrutta. Mentre tirava fuori dalla tasca la scatolina di prima, un pensiero mi colpì come un treno: lui abitava a mezzo paese di distanza da me, eppure adesso era lì, davanti ai miei occhi, solo per chiedermi scusa. L'indirizzo di casa mia glielo avevo detto solo una volta, eppure lui se lo ricordava ancora. Aveva fatto tutto quello per farsi perdonare.

Quando aprì la scatolina, io avevo già preso la mia decisione, e ciò che vidi non fece altro che confermarla: mi aveva regalato un Claddagh Ring.

"So che aspettavi da tempo di trovare qualcuno che ti regalasse uno di questi anelli e che ti facesse questa promessa, e anche se non merito di essere io quello al tuo fianco, tu sei troppo importante per me per permettere a qualche altro ragazzo di averti. Quindi piccola, ecco la mia promessa: io ti amerò sempre, ma prima di essere il tuo ragazzo se me lo permetterai di nuovo, io sarò tuo amico, sempre, e avrai la mia lealtà fino alla mia morte. Ti amo principessa, ti amo e ti amerò sempre. Il mio cuore è tuo, facci ciò che vuoi." e così dicendo mi prese la mano e mi mise l'anello al dito. Prima che potesse lasciarmi, io mi alzai sulle punte e lo baciai.

"E tu hai il mio cuore, idiota, fino alla morte." gli sussurrai.

Ora sono tre anni che stiamo insieme, viviamo distanti perché entrambi minorenni, anche se ancora per poco, ma fra noi le cose vanno a meraviglia. Litighiamo, certo, quasi ogni giorno e solitamente perché lui è geloso di me, non vuole che mi avvicini ad altri ragazzi, ma ogni volta finiamo per fare pace, e quando ci vediamo non ci stacchiamo un secondo. Lo amo, lo amo, lo amo. E non ho paura di essere ferita di nuovo perché quando mi ha dato quel Claddagh, lui mi ha dato anche il suo cuore. Non era mai stato il migliore a dimostrare il suo affetto, e, soprattutto, non sopportava chi non manteneva le promesse, quindi ero sicura che le sue parole fossero sincere. Abbiamo deciso che un giorno ce ne andremo, non sappiamo ancora dove, ma andremo via insieme, alla faccia di tutti quelli che ci continuano a dire che non dureremo. Loro non sanno che le relazioni a distanza sono una lotta continua, si lotta per non sentire la mancanza, si lotta per non prendere il primo treno e andare dall'altro, si lotta per non fare sciocchezze. Però lo si fa insieme, uniti ed innamorati. Perché solo così si può annullare la distanza, solo amandosi più dei chilometri, più dell'assenza, più della solitudine. E noi ci amiamo più dell'intero universo.

La distanza non può separare due cuori innamoratiWhere stories live. Discover now