6 - La perla oscura

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Casa sua le sembrava più vuota che mai. Ma non avrebbe cambiato idea. Non sarebbe tornata indietro. Keiichi poteva cavarsela da solo. Non le importava.

Le avevano detto che era una sottospecie di radar-spirituale per trovare un ferro vecchio, che era importante e andava protetta, e Mister Delicatezza si era preoccupato di come tutto ciò potesse farla sentire? Di quanto potesse essere spaventata? Certo che no! Aveva immaginato chissà quale nuovo complotto, le aveva urlato contro e l'aveva minacciata di legarla e portarsela a casa come un vichingo conquistatore col bottino. Era un bullo! Ecco, cos'era.

Hikari era accoccolata sul divano, stringendo un cuscino. Doveva essere quello su cui si era appoggiato Keiichi perché sentiva ancora il suo odore. Nonostante ce l'avesse proprio con lui e in quel momento avrebbe voluto prenderlo a padellate in testa, quel profumo riusciva a calmarla. Preferiva non pensare a quanto fosse irritante quella contraddizione. Odiava provare cose così contrastanti. Hikari non era mai stata una persona complicata. Qualcuno o le andava a genio o no, una cosa la faceva o non la faceva. Non esistevano mezze misure, ma il mondo in cui era entrata dopo aver conosciuto i due fratelli sembrava del tutto diverso. Hikari non pensava che facesse per lei. Non era adatta al loro mondo. Era invece la classica giovane donna del ventunesimo secolo, con una spasmodica voglia di avventura, non quella di inseguire demoni per rubare una spada. Avventura per la sua generazione voleva dire fare un viaggio zaino in spalla per andare a vedere i canguri in Australia, oppure bivaccare per qualche settimana su una spiaggia polinesiana a bere cocktails e flirtare col barista dell'hotel, oppure andare un mese in missione ad aiutare un'associazione di volontariato. Hikari andava a scuola, chattava online e sognava un lavoro rispettabile che le permettesse di viaggiare. Lo aveva sempre voluto, era nata per quello, giusto?

Ormai Keiichi e Izumi dovevano già essere tornati a casa. Chissà quanto doveva essere arrabbiata Izumi con il fratello. Beh, se lo meritava.

Qualcuno suonò al citofono. Hikari sperava solo non fosse ancora Kenui. L'aveva già chiamata quattro volte da quando era arrivata a casa. A quanto pareva la bugia di Izumi non aveva funzionato poi così bene.

"Chi è?" chiese con voce stanca.

"Ciao, Hikari. Sono Sota"

Hikari fece un salto di spavento. Che ci faceva da lei? Cosa voleva da lei?

"Possiamo parlare? E stai tranquilla, Keiichi non è invitato. Izumi controllerà che se ne resti tranquillo a cuccia".

Certo, come no! Più per curiosità che per altro decise di aprire la porta. Sota le sorrise incoraggiante. Entrò in casa e si sedette sul divano.

Hikari era tesa e per nulla contenta.

"Mi dispiace" disse Sota "Keiichi è...beh, degno figlio di suo padre. Anche avere a che fare con Inuyasha non era sempre facile anche se grazie a Kagome era migliorato molto, per non parlare dopo la nascita di Keiichi e di Izumi".

"Beh, non credo di poter aspettare che Keiichi abbia dei figli per poterlo sopportare", rispose Hikari tagliente.

Sota rise di gusto "Certo che no!" poi si fece serio "Non è per giustificarlo, ma è stata dura per lui. Quando Kagome è arrivata qui, per cercare aiuto, Inuyasha era morto e lei era stata infettata dal virus demoniaco. Grazie alla sua forza spirituale poteva resistere più a lungo degli altri, ma..." il volto di Sota si adombrò, carico di dolore "Keiichi ha assistito alla morte di Inuyasha".

"Oh, no!" Hikari era addolorata. Povero Keiichi! Sapeva cosa voleva dire vedere un genitore morire.

"Poi è morta anche Kagome e...beh, aveva tre fratellini. Era solo"

Keiichi - La ricerca di TessaigaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora