6. Damnatio Memoriae

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Per la prima volta James Potter si trovava nello studio del Preside con assoluta serenità. Non aveva nulla da nascondere, non aveva segreti da confessare, niente per cui essere punito. Anzi, sperava quasi che Silente scovasse la verità. Sentiva la spalla di Lily contro il fianco e i suoi ciuffi vermigli gli solleticavano la guancia. Erano entrambi rannicchiati dietro una libreria, poiché Silente, dopo averli trascinati dentro e mandato via Neville, li aveva obbligati a nascondersi. In quel momento, aveva detto, era assolutamente necessario che Piton credesse alla sua versione, che, ovviamente, non comprendeva la loro presenza.
-Albus, Albus! Io l'ho vista! Era lei! Non puoi...non potrei mai sbagliarmi su questo-.
Mocciosus aveva una voce fragile, sconosciuta a lui. Tuttavia non gli diede alcuna compassione, anzi gli fece venire il voltastomaco. Come osava parlare di Lily così? Lei non gli apparteneva. Non erano più amici. Non aveva alcun diritto...
-Suvvia, Severus. Come pensi che sia possibile? Te l'ho già detto: Pix ha fatto cadere quell'arazzo e tu sei svenuto..-
-No! Pensi di potermi ingannare così? Se lei è qui e tu la stai nascondendo... Come puoi farmi questo? Perché la stai proteggendo da me?-
La spalla ossuta di Lily ebbe un fremito. James abbassò lo sguardo sul suo viso, ma non riuscì a decifrare l'espressione che aveva. Gli occhi verdi erano sgranati e le labbra formavano una linea sottile. Le posò una mano sulla schiena, tentando di tranquillizzarla, di ricordarle che non era sola. Lei lo guardò per un attimo, poi tornò a fissare la parete che li separava da Piton e Silente.
-Non ti fidi, Severus?-
Piton non rispose. James sentì dei passi e poi una porta che sbatteva. -Potete uscire- mormorò il preside. Lily non si mosse, per cui lui la spinse verso lo studio. Albus Silente era pressoché uguale, solo gli occhi azzurri sembravano piu stanchi. Li osservava con un misto di gioia, stupore e -questo fece venire i brividi a James- paura.
-Lily, James, che ci fate qui?-
-Ci ha letteralmente trascinati lei qui dentro-.
-No, James. Intendevo: che ci fate nel futuro?-
-Se lo sapessi sarebbe tutto più facile, Professore-.
Lui annuì, sedendosi.
-Perché Severus era così scioccato? Io non capisco, davvero- sussurrò Lily.
Silente chiuse gli occhi per un lungo istante, pou li riaprì. -Mia cara ragazza, non posso rivelarti nulla. Ma potresti tu stessa comprendere la risposta-.
-Non l'ho ancora perdonato? Insomma sembrano passati più di dieci anni..-
-Oh, Lily, lui stesso non potrà mai perdonarsi-.
-È colpa mia, se è diventato così..così..vuoto-.
James entrò in panico. Provò una strana sensazione al petto. Mocciosus l'aveva tradita, umiliata, ma lei era ancora talmente legata a lui. Un nodo troppo stretto per potersi sciogliere. Invece tra lui e Lily, non c'era alcun legame. Non sapeva nulla di lei, di ciò che pensava, di ciò che provava. Lily Evans era un fuoco, indomabile. Tuttavia l'unica persona che era stata davvero vicina a quel fuoco, era Severus Piton. Non lui. Non James.
-Non è colpa tua, sono sicuro che c'è un altro motivo. Ma la nostra priorità è tornare a casa, non possiamo pensare a lui-.
Lily gli rivolse un'occhiata carica di disprezzo. -Come puoi essere tanto superficiale?-
-Io non..-
-James ha ragione. Dovete tornare indietro prima che il tempo sia compromesso maggiormente-.
Lily strinse i pugni, annuendo.
-In che anno eravate?-
-Il nostro settimo anno ad Hogwarts. 1977-.
-Avete dei ricordi chiari di ciò che è successo?-
James lanciò un'occhiata a Lily. Sembrava assorta in chissà quale pensieri. Non ricordava più di quanto ricordasse lui, ne era sicuro, tuttavia c'era qualcosa di strano tra loro. Come se si sentisse osservata, Lily alzò lo sguardo, scuotendo la testa. -Ho dei ricordi chiari del mio passato, ma più mi avvicino ad avvenimenti recenti, più tutto è confuso-.
-E di James? Che ricordi hai?-
-Che vuol dire?- domandò lei, con un sopracciglio alzato.
-Se siete finiti entrambi qua, insieme, vuol dire qualcosa, no?-
Lei alzò le spalle, indifferente, ma Silente non mollò. -Non hai delle sensazioni che non riesci a spiegare quando lo guardi?-
Lily posò gli occhi verdi nei suoi. James non aprì la bocca, pur avendo migliaia di cose da dire. Voleva ascoltare la sua risposta. Voleva sapere se anche lei si sentiva così strana. Quando Lily pronunciò -No!- lo fece senza interrompere il contatto visivo. Ma James seppe, per certo, che stava mentendo.
-C'è la possibilità che vi abbia mandato io qui. E in quel caso avrei cancellato il mio ricordo per non interferire. È quello che farei adesso, almeno-.
-Ma perché ci ha mandati qui?- chiese Lily.
-Non ne ho idea. Cerchiamo di capire se sono davvero stato io, prima-.
-Come?-
-Beh, James. Dovresti saperlo. È quello che tu e i tuoi amici mettete come primo punto quando create un piano per far impazzire Gazza, senza essere messi in punizione-. James inclinò la testa, ghignando. Lily aggrottò la fronte. -Di che parlate?-
-Poniamo sempre una scappatoia-.

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