<< Stai dicendo che io potrei... Cioè insomma, non poteva farlo lui con me? >> Michele scuote la testa guardandomi.

<< Tu eri legata all'Inferno da molto prima d probabilmente lo sei ancora, ma accettando questo "scambio" Lucifer ti ha, per modo di dire, lasciata andare. Neanche io posso riportare indietro chi è condannato agli Inferi. Ma ciononostante il tuo spirito è puro, troppo puro per gli Inferi e il tuo corpo troppo maledetto per il Paradiso, è un concetto molto complicato da spiegare. Dentro di te c'è il giusto equilibrio. >>

<< C'è troppo bene nel male e troppo male nel bene. >> sussurro, pensando ad una frase che una volta mia madre disse.

<< Esatto. >>

<< Quindi cosa posso fare? >>

<< Adesso sei ancora in un limbo; il fato ha voluto che tu diventassi come Reiyel, non trovando posto in uno dei due mondi per te. Mettendo un sostituto adatto per riempire quel buco vuoto. Comprendi? >>

Annuisco mentre camminiamo tra questa fitta nebbia, fra cui ho camminato molte volte; le mie ali non ne sentono proprio di voler stare ferme ed alcune volte schizzano verso l'alto contro la mia volontà, facendo cadere altre piume intorno.

<< Prima di tutto dovrai imparare ad ammaestrare quelle. >> Spiga l'arcangelo, soffiando su una piuma che ondeggia davanti al suo viso << Poi sapere come funzionano i poteri di un Angelo della Liberazione. Ed infine ci riprenderemo Reiyel. >>.

Il mio cuore ed io tiriamo un sospiro di sollievo all'idea di poter salvare Reiyel, mi elettrizza.

<< D'accordo. Grazie per tutto quello che stai facendo, Mikael. >>

<< Siamo angeli. Se ci siamo noi ad aiutare, chi potrebbe farlo? >> l'Arcangelo mi fa un piccolo occhiolino, continuando la nostra passeggiata.

La notte è calata e dopo tantissimo tempo sono tornata sulla mia cara e adorata scalinata. Seduta su questo lungo scalino con i capelli che danzano leggiadri sulle mie spalle, assaporando la fresca brezza che solo in Paradiso si può trovare, facendomi sentire di nuovo viva.
Anche se senza Reiyel non è la stessa cosa.

Il vecchio vestito dai neri veli l'ho gettato di sotto, nel vuoto. E spero che cada in faccia a Beliel.

Adesso ne ho uno molto più bello e comodo. Il mio corpo è avvolto da questa stoffa morbida, bordeaux. Ho scelto questo colore perché mi ricorda tantissimo il meraviglioso abito di Torah, che le vidi addosso la prima volta che ci siamo conosciute. Era incantevole.

Passare le mani su questo vestito è come accarezzare tanti piccoli petali di fiori, che si sono posati su di me, ricordandomi l'albero di ciliegio e la magia che regala con i suoi fiori.

Questo abito ha solo dei piccoli particolari: gocce di pietre rosse e di diamanti. Non so se siano vere pietre preziose, ma so per certo che scintillano come fiamme quando l'oscurità cade su essi. Ne ho sparsi su tutta la parte superiore del corpo, soprattutto nel punto in cui fuoriescono le mie ali.

E' veramente bellissimo. Chissà se a Reiyel potrebbe piacere.

Già... Reiyel. Ti prego, non temere. Tornerai a casa.

Lancio la testa all'indietro, rilasciando un grande sbuffo,  tenendo gli occhi serrati. So già che appena li riaprirò non vedrò più le solite stelle, le solite nuvole e la solita luna. Non è più come prima senza di lui, neanche il silenzio stesso.

<< Vaan! >>

Kengah? Apro gli occhi e vedo un piccolo viso, che conosco molto bene, illuminato dal chiaro di luna.

La bambina dagli occhioni verdi mi sorride e si avvicina di corsa a me. Mi sollevo dallo scalino per  inginocchiarmi ed allargare le braccia.

<< Kengah! >>

<< Vaan! >>

La piccola mi abbraccia forte e nasconde il suo visino sulla mia spalla.

Santo cielo quanto è gracile. E' uno scricciolo.

<< Adesso possiamo giocare di nuovo insieme! >>

<< Sì, giochiamo quanto vuoi! >
entrambe ridiamo e per un po' riesco a sconnettere la testa, non pensando più a  nulla.

La piccola Kengah mi porta dagli altri bambini, che mi salutano calorosamente. Tutti sono riuniti al solito albero innondato dai fiori su tutte le radici che si trovano a terra.

Hanno voluto sapere tutto quello che mi è successo e che ho visto. Ovviamente - costretta con la forza - li ho accontentati.

Dopo la avventurosa/orribile avventura narrata da me, ci siamo sdraiati ai piedi dell'albero, coperti dai petali e ammiriamo le numerose stelle che brillano nel cielo. Ci domandiamo se possa esserci un altro paradiso oltre a questo, dove al posto delle nuvole ci siano solo masse di stelle, che volteggiano ovunque intorno alle anime e invece di camminare sulle fredde piattaforme di marmo, si galleggi come nello spazio.

Mentre i bambini continuano con le loro fantasie, io mi concentro su una sfera bianca, fredda e luminosa che sta lì a guardarci. E che per tutto il tempo che sono stata agli Inferi, mi ha tenuta compagnia. Adesso è così vicina, troppo forse.

La guardo con gli stessi occhi con cui la osservavo quando ero prigioniera, con amarezza e malinconia. Sforzo corpo e mente, sperando che la sua luce possa arrivare a Reiyel, in modo che riesca a udire queste nostre fantasie e non farlo sentire solo.

Voglio che questa luna gli faccia percepire che, pur essendo lontano, io sono con lui.

Scappata dall'Inferno [IN REVISIONE]Kde žijí příběhy. Začni objevovat