Perché glielo lascio fare? Ma soprattutto, perché sento sempre che, nonostante sia pericoloso, non possa farmi del male.

<< Adesso andiamo >> ed è Uriel ad invitarmi ad uscire.

<< E lo lasciamo qui? No, mai. >>

<< Vaan.. >> mi giro e trovo Reiyel, che ancora guarda verso la porta da dove i due demoni sono usciti.

<< Vai ho detto. >>

<< No, Reiyel. >>

<< Sta zitta e va, adesso! >>

Sussulto, spaventata da quel tono di voce, che non pensavo potesse possedere. E'  un tuono nel bel mezzo di una giornata calda e soleggiata. Il mio cuore e il mio corpo vogliono correre da lui ad abbracciarlo. La mia testa, invece, vuole indietreggiare e correre via, ed è quello che sto facendo.

I miei piedi fanno retromarcia e le mie mani si stringono al ventre, trovando la stoffa del mio vestito nero come anti-stress. Mi volto di scatto e scappo verso l'uscita della stanza, colpendo con la spalla il braccio di Uriel.

Quasi rotolo giù per le scale, non bado nemmeno alle Cinque ragazze posteggiate ad ascoltare quello che è successo sulle rampe, che al mio passaggio tentano invano di fermarmi e fuggo nella mia camera.
Chiudo la porta e mi appoggio ad essa, rilasciando delle lunghe, lunghissime lacrime bollenti che ricadono sul pavimento.

Volevo solo aiutarlo, come lui ha fatto con me fino ad ora. Perché non me lo lascia fare? Che cosa gli ho fatto?

Con ancora le lacrime agli occhi, mi alzo e vado verso la mia piccola scrivania. Apro il cassetto e prendo la spazzola. La studio con attenzione ed alcune gocce salate si versano sulle setole bianche, inumidendole.

Asciugo le mie guance con i veli del vestito ed inizio a spazzolarmi. Così, perché ogni volta che guardo questa spazzola penso che sia un vero peccato non usarla. E' un oggetto prezioso e non bisogna abbandonarlo come se non avesse importanza, come se fosse una comunissima spazzola. Lei c'è ed è qui.

So che con questi pensieri paragono me stessa a quello che è appena accaduto. Ed è così stupido, ma mi sento così impotente.

Guardo verso la porta-finestra della mia camera che mi ha tenuta compagnia durante il mio alloggio, vedo il mio riflesso nello specchio e noto che ancora non smetto di piangere.

Qualcuno bussa alla porta, prendo un profondo respiro e vado ad aprire. Torah mi guarda con rancore, so che avrebbe voluto aiutarmi.

<< Mi hanno mandata a cercarti e ovviamente sapevo dove trovarti. Congratulazioni, ce l'hai fatta ad uscire dalla gabbia. >> mi sorride debolmente, fandomi spazio per poter uscire.

<< Oh Torah.. io..>>

<< Andiamo. >>

Varco la soglia senza aggiungere altro ed esco. Andiamo davanti alle scale situate nella sala grande, ovvero dove si trova l'entrata del castello e lì ad attendermi ci sono Uriel, Gabriel e Azazel.

Mi unisco agli Angeli e prima di uscire chiamo Torah, che stava risalendo le numerose scale, fermandola proprio nel punto in cui l'ho vista per la prima volta.

<< Non vi abbandono >> Torah mi sorride annuendo e mormora con le labbra.

<< Ti aspettiamo. >>

Siamo fuori e già mi sento in colpa. Usciamo dai neri cancelli, seguiti dagli altri angeli e ci inoltriamo nel bosco in completo silenzio. Nessuno profera parola, tenendo lo sguardo dritto e senza indugiare a guardarsi dietro.

Siamo nel punto in cui mi lasciò Azazel.

Egli stesso mette una mano intorno alla mia vita e mi stringe a sè << Scusami, è l'unico modo per portarti. >>

<< Non preoccuparti. >>

Azazel mi sorride e senza dire più nulla, squarcia l'aria con le sue immense ali ed alcune piume candide scivolano a terra.

<< Torniamo a casa. >> sussurra Uriel, un attimo prima di librarsi nel cielo.

La risalita è qualcosa di inspiegabile. Sembra come un bagno di acqua fresca e rigenerante. Tutti i mali, lo sporco e l'oscuro, che si era accollato alla mia pelle scivola via, venendo ripulita da tutto il male che stava provando ad impossessarsi di me.

I piccoli peli delle mie braccia si raddrizzano e la sensazione dentro al mio corpo è pura adrenalina. Sento degli strumenti suonare in lontananza e i miei capelli, all'udire di quelle note, svolazzano a ritmo, senza più scompigliarsi o finire in faccia a me e ad Aazel per il forte vento.

Tengo gli occhi chiusi e mi lascio baciare dalle soffici nuvole che ridanno il benvenuto alla mia essenza.

I piedi miei non toccano più la terra ed io volo dentro il bianco.

Tutto cambia da quassù, non ci sono barriere o guardie che ti sorvegliano. Finalmente la Libertà entra nel mio corpo.

Alzo le braccia al cielo ed apro gli occhi, vedendo il blu. Lo stesso blu dei suoi occhi.

Ma lo sto facendo da sola, senza Azazel, senza Uriel.

Con le mie ali.

Guardatemi, so volare.

Quasi trapasso col mio corpo quel blu infinito, ma decido di lasciarmi cadere di spalle verso le nuvole sottostanti, dove i dorati cancelli si aprono per lasciarmi entrare.

Fiondo letteralmente in piedi sul marmo gelido, su cui le anime passeggiano.

La nebbiolina che copre le gambe di ognuno si sparge, lasciandomi spazio. Sento le mie spalle scricchiolare e farsi più forti.

Davanti a me Uriel mi accoglie con un grande sorriso.

<< Lo sentivo. >>

L'Arcangelo viene seguito da altri angeli, compreso Michele. Egli mi accoglie a braccia aperte.

<< Bentornata a casa, tra i tuoi fratelli. >> l'Arcangelo viene di fronte a me, alzandomi il viso con entrambe le mani e lasciando un piccolo bacio sulla mia fronte.

<< Vaan, seminata sullaTerra, raccolta dall'Inferno e germogliata in Paradiso. Erano secoli ormai che non accadeva. >> Mikael quasi si commuove pronunciando queste parole. Assottiglio lo sguardo e sorrido non capendo.

<< Che cosa? >> domando curiosa, vendendo i volti di tutti illuminati da una strana luce.

<< La nascita di un nuovo Angelo. >>

<< State dicendo sul serio? >>

Michele mi raggira, finendo dietro la mia schiena. Sento qualcosa tirare una parte del corpo, come se mi stessero strappando i capelli.

<< Ahi! >>

L'Arcangelo torna davanti con una piuma totalmente nera, la rigira tra le dita ed essa riflette argentea sotto ai raggi del sole.

<< Io non... >> mi cede la piuma.

Al tatto è veramente leggera ma soprattutto calda, come se appena forgiata da un fabbro. Guardo dietro di me ed una cascata di piume, uguali a quella che tengo, alloggia sulla mia schiena. Sono nere, come la cenere, con qualche sfumatura d'argento che mi ricordano la chioma di Reiyel.

<< Tu sei l'essenza che è in grado di tornare indietro. Di far perdonare tutti dai propri peccati. Il tuo animo è puro come quello di un  angelo. Adesso sei tu l'angelo della Liberazione. >>



Scappata dall'Inferno [IN REVISIONE]Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum