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«Good morning, students!» saluto entrando in classe.

«Good morning, teacher» mi rispondono i miei alunni della terza F della scuola secondaria di primo grado in cui insegno inglese.

Aspetto che si posizionino per bene e mi dedichino la loro completa attenzione. In genere sono abbastanza disciplinati, con me e la cosa mi rende piuttosto soddisfatta.

«Prima di iniziare la lezione, volevo darvi alcune comunicazioni di servizio in merito al viaggio di istruzione.»

Dal ventuno al venticinque aprile, insieme ai colleghi di matematica, di musica e di educazione fisica, li accompagnerò in gita ed io, in particolare, sarò una dei docenti di riferimento della terza F.

Subito si alzano urletti di approvazione e aspetto qualche istante prima di fornire loro i dettagli tecnici ed il programma riportati su un foglio stampato che faccio consegnare a tutti da un'allieva.

Non è stato semplice individuare una meta che potesse rappresentare uno stimolo culturale e anche un motivo di aggregazione per le due classi, ma alla fine, dopo mille discussioni e peripezie varie, io e i docenti accompagnatori abbiamo scelto una meta decisamente deliziosa e individuato un bell'hotel che si affaccia sul mare della costa ligure, a pochi chilometri dal confine con la Francia. L'aspettativa è quella di un soggiorno fra i fiori di Sanremo, una capatina al principato di Monaco con possibilità per i ragazzi di parlare francese direttamente con gli abitanti e i negozianti del luogo, un'intera giornata all'acquario di Genova e, l'ultimo giorno, una breve gita alle Cinque Terre.

Il tutto, prima di rientrare a Milano nella serata dell'ultimo giorno.

Qualche docente aveva proposto di andare a Londra, tappa piuttosto scontata e per certi aspetti sprecata visto che i ragazzi avranno più di qualche occasione per andarci con viaggi di studio per approfondire la lingua. Anche per me non avrebbe rappresentato niente di particolarmente nuovo, visto che mia nonna vive ad un centinaio di chilometri da Londra e almeno una volta all'anno cerco di andare a trovarla.

In compenso, conoscendo piuttosto bene la città, avrei comunque potuto dare il mio contributo come interprete e sfoderare buone doti come accompagnatrice turistica.

Sono contenta però che, alla fine, tutti si siano orientati verso una metà più vicina e, soprattutto, che io non ho ancora visitato, come il principato di Monaco. Non vedo l'ora di passeggiare per la città, di vedere l'ingresso del Casinò e la strada su cui si svolge il circuito della Formula Uno, di ammirare la celebre rocca ed il Palazzo dei Principi Grimaldi, di fare un tuffo nel lusso sfrenato ammirando i negozi delle grandi firme che si snodano lungo il corso principale...

Ormai manca poco più di un mese e, sinceramente, non ne vedo l'ora. Anche per me sarà una sorta di vacanza, esattamente come per i miei ragazzi, un momento di pausa prima del rush finale.

Che, per loro, però, prevedrà anche il sostenimento dell'esame di licenza.

Quest'ultimo, per me, è stato un anno piuttosto impegnativo e pieno di cambiamenti.

Innanzitutto, mi sono laureata e questo è stato un grande traguardo.

Ha rappresentato il mio ingresso ufficiale nel mondo del lavoro e poter fare ciò per cui ho studiato, cioè insegnare inglese, e per di più nella stessa scuola che io stessa ho frequentato durante le medie e le superiori, l'International School, è stata semplicemente la realizzazione di un sogno.

Mi piace stare con i ragazzi dei miei due corsi, la E e la F, mi piace ascoltarli, mi piace che sappiano che possono contare su di me se hanno qualche problema, anche oltre a quelli strettamente scolastici.

IL SUPPLENTE (completa)Where stories live. Discover now